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Milano
Ex Ilva: Procura Milano indaga per "distrazione beni". I forni restano accesi

Ex Ilva: Procura Milano indaga su false comunicazioni e reati fallimentari

Sono diversi i reati per cui la procura di Milano procede nell'inchiesta sull'EX ILVA aperta venerdì scorso. Nella serata di lunedì 19 novembre ArcelorMittal ha annunciato di avere accolto l'indicazione della Procura milanese di non proseguire con le procedure di graduale sospensione delle attività degli altoforni, che restano dunque accesi.

Su cosa indaga la Procura di Milano

Il fascicolo aperto dalla procura di Milano contempla due ipotesi di reato, le false comunicazioni al mercato (aggiotaggio informativo) e il reato contemplato dall'articolo 232 della legge fallimentare comma 2. Ovvero, un reato che si contesta a chi 'senza concorso con il fallito' commette comunque un reato di bancarotta per distrazione. In particolare, il comma 2 dell'articolo riguarda chi 'essendo consapevole dello stato di dissesto dell'imprenditore distrae o ricetta merci o altri beni dello stesso o li acquista a prezzo notevolmente inferiore al valore corrente, se il fallimento si verifica'. L'aggiotaggio informativo viene contestato, invece, in quanto ArcelorMittal e' una societa' quotata, anche se la controllata italiana non lo e'. Allo stato il fascicolo risulta ancora senza indagati. Intanto i magistrati hanno avviato l'attivita' istruttoria e gia' da ieri hanno iniziato a sentire persone informate dei fatti (ieri e' stato sentito un dirigente dell'amministrazione straordinaria). E' prevista, nello stesso ambito, anche una attivita' della Guardia di Finanza di acquisizione di documenti.

Tra le ipotesi sotto la lente della procura di Milano c'è che ArcelorMittal abbia 'pilotato' la crisi dell'ex Ilva facendole perdere valore, visto che le perdite dell'acciaieria sono aumentate in un anno. A beneficiarne, come spiegano i commissari straordinari nel ricorso d'urgenza, potrebbero essere stati gli stessi franco-indiani che avrebbero avuto l'intenzione di "uccidere un proprio importante concorrente", gruppo di "interesse strategico" per l'Italia. Altra ipotesi che potrebbe spiegare il 'depauperamento' è che ArcelorMittal ha ritenuto, una volta preso atto delle difficoltà del mercato italiano, di non avere più interesse a investire nell'ex Ilva.

Fiamme gialle nella sede milanese di Arcelor Mittal

La Guardia di Finanza di Milano questa mattina ha effettuato acquisizioni di documenti nella sede di via Brenta di Arcelor Mittal.

ArcelorMittal: pm Milano indagano su societa' olandese del gruppo

Si allarga l'indagine della Procura di Milano su Arcelor Mittal. Nel mirino dei pm ora c'e' anche una societa' olandese del gruppo. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, vogliono chiarire il ruolo di questa societa' da cui Arcelor comprerebbe grandi quantita' di materie prime. Qualcosa, a una prima analisi, sembrerebbe non tornare perche' i prezzi sembrano essere troppo alti rispetto a quelli di mercato. Ilva in amministrazione staordinaria spenderebbe piu' di quello che dovrebbe e Arcelor pagherebbe meno tasse grazie alla benevola fiscalita' olandese. E' questo, stando a quanto si apprende da fonti giudiziarie, il terzo capitolo dell'inchiesta che ipotizza il reato di omessa dichiarazione dei redditi, che va ad aggiungersi a quelli di false comunicazioni al mercato e distrazione dei beni dal fallimento.

ArcelorMittal: sindacati, azienda sospende spegnimento altoforni

ArcelorMittal ha nel frattempo sospeso nella serata di lunedì 18 novembre  la procedura di spegnimento degli altoforni: lo rendono noto i sindacati. L'azienda, spiegano i sindacati, ha convocato i coordinatori Rsu di Taranto in contemporanea con l'inizio dell'incontro dei leader di Cgil, Cisl e Uil, con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ha comunicato la sospensione della procedura di spegnimento degli altiforni in attesa della sentenza del giudice di Milano. 

La nota di ArcelorMittal: "Seguiamo l'invito del tribunale"

Questa la nota di ArcelorMittal: AM InvestCo "seguira' l'invito del Tribunale a interrompere l'implementazione dell'ordinata e graduale sospensione delle operazioni in attesa della decisione del Tribunale" di Milano. Lo si legge in una nota dell'azienda. "Tale processo - aggiunge - e' in linea con le migliori pratiche internazionali e non recherebbe alcun danno agli impianti e non comprometterebbe la loro futura operativita'". "A seguito della recente richiesta dei Commissari dell'Ilva al Tribunale di Milano volta all'ottenimento di provvedimenti provvisori relativi all'acciaieria di Taranto, - dice ancora la societa' - AM InvestCo Italy prende atto e saluta con favore l'odierna decisione del Tribunale di non accogliere la richiesta di emettere un'ordinanza provvisoria senza prima aver sentito tutte le parti. L'udienza in Tribunale e' fissata per il 27 novembre".

Commissari: "Inadempimento Arcelor Mittal è plateale"

"L'inadempimento" di ARCELORMITTAL è plateale e conclamato". E' uno dei passaggi del ricorso cautelare depositato dai commissari dell'ex Ilva contro la richiesta del gruppo franco-indiano di recedere dal contratto d'affitto. Per i commissari o l'obiettivo è "di forzare con violenza e minacce" un contratto che ARCELORMITTAL non ritiene più rispondente ai propri interessi oppure è di "distruggere un tradizionale concorrente" con iniziative senza ritorno che sarebbero in grado di "danneggiare irreparabilmente" l'Ilva, gruppo di "interesse strategico nazionale". Il tutto con ripercussioni gravissime sul fronte occupazionale e non solo.  "Se un tale modus operandi fosse portato avanti", ciò che resterà - a dire dei commissari - saranno solo le "macerie" di un impianto compromesso, dando così ragione, a coloro che dicevano che l'obiettivo di ARCELORMITTAL era solo di "uccidere un proprio importante concorrente".  Nel ricorso si ricorda che "ARCELORMITTAL non è un turista passato per caso per Taranto quale tappa per raggiungere una località balneare del Salento: è il maggior player mondiale nella produzione dell'acciaio che dopo oltre un anno di due diligence, verifiche tecniche, negoziazioni, sopralluoghi ed esami tecnici ha stipulato un contratto vincolate per l'acquisto dei complessi aziendali che rappresentano il cuore della industria siderurgica italiana". 

Sindacati a Conte, 'Urgente convocazione Arcelor Mittal a Palazzo Chigi'

Una convocazione in tempi brevi a Palazzo Chigi di un tavolo di confronto con ArcelorMittal e i sindacati sulla vicenda dell'ex Ilva. E' la richiesta contenuta in una lettera che i sindacati hanno scritto al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al quale chiedono di "intercedere nei confronti della multinazionale, come già̀ avvenuto in occasione della vertenza Whirlpool, affinché́ venga sospesa la contestata procedura di recesso". A firmare la missiva sono i leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo, insieme ai segretari generale di Fiom, Fim e Uilm Francesca Re David, Marco Bentivogli e Rocco Palombella.

Ex Ilva, Conte studia il piano B e sonda CDP

Oltre 40 minuti di colloquio per Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri con i vertici di Cassa depositi e prestiti a margine delle celebrazioni per i 170 anni della Cdp. Al centro del lungo confronto il tema più scottante dell'agenda politica ed economica del Paese: l'ex Ilva, ora che AncelorMittal sembra deciso a voltare le spalle a Taranto e alla produzione italiana d'acciaio. Il premier, racconta chi gli è vicino, lavora a tutte le opzioni: nulla deve rimanere intentato nella ricerca di soluzioni per il 'cantiere Taranto'. E anche il confronto con il colosso franco-indiano -che in queste ore sta vivendo un vero e proprio assedio da parte della magistratura italiana - è uno spiraglio che resta aperto, per quanto il cono di luce si faccia sempre più stretto. Al momento non c'è alcuna convocazione in agenda a Palazzo Chigi: Mittal attende un segnale, ma anche P.Chigi cerca di capire se da parte del colosso dell'acciaio ci sia la volontà di tenere in vita un filo che ormai appare sottilissimo. La diffidenza è tanta, mentre il governo confida nella pronuncia del 27 novembre del Tribunale Civile di Milano sul ricorso d'urgenza presentato dai commissari per fermare il recesso dei Mittal. I sindacati non restano a guardare: chiedono a Conte di riaprire il tavolo della trattativa, in serata salgono al Quirinale per parlare del dossier Ilva con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Tra il Colle e Palazzo Chigi c'è un filo diretto e costantemente aperto su Taranto, ferma la volontà di uscire dall'impasse. Ma è dura venirne a capo, mentre l'unico appiglio al momento sembra quello offerto dalla magistratura. "Sono letteralmente assediati, magari Mittal cede - dice all'Adnkronos una fonte di governo - speriamo nel 27...". Intanto giovedì dovrebbe tenersi il Cdm in cui si farà il punto, con il contributo chiesto da Conte a tutti i ministri sul 'cantiere Taranto'.

 

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