Fantapolitica meneghina, il Pd al bivio: arancione bis o centrismo? - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 13:59

Fantapolitica meneghina, il Pd al bivio: arancione bis o centrismo?

Il voto su San Siro sarà stato uno spartiacque? Di sicuro a Milano molto passerà per le scelte del Pd: provare a ripercorrere l’esperienza arancione o procedere alla conquista del centro

di Fabio Massa

Fantapolitica meneghina, il Pd al bivio: arancione bis o centrismo?

Non sono sicuro che il voto sul Meazza sia stato uno spartiacque, così come non sono sicuro che la mossa - intelligente - di Forza Italia voglia dire un patto di desistenza e collaborazione che regga con il sindaco Beppe Sala e quello che rimane della sua maggioranza. Facciamo un po’ di conti, così da rimettere in ordine le idee. Ci sono 48 consiglieri e il sindaco. La maggioranza è quindi a quota 25 consiglieri, 24 escludendo il sindaco. I Verdi sono di fatto usciti dalla maggioranza, e se Enrico Fedrighini continua a dire che lui non esce, di fatto è fuori. In questo modo la maggioranza da quota 31 del 2021 è arrivata a quota 27. 

Il Pd milanese deve scegliere: arancione bis o centrismo?

E quindi? Quindi la maggioranza c’è ancora, e non c’è bisogno di Forza Italia. Certo, la capacità di manovra è ridotta. Ma la domanda è: ci sono grandi manovre da fare a livello amministrativo? Io non lo credo. C’è tanta politica però, da portare avanti. E qui sono decisivi i partiti. Anzi, nel fronte del centrosinistra: UN partito. Il Partito Democratico, che nelle ultime tre tornate elettorali ha di fatto rappresentato la parte enormemente più rappresentativa della maggioranza: 18 consiglieri. 

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Il Pd, oggi, deve scegliere. Deve scegliere - e qui ci mettiamo un po’ di fantapolitica meneghina - se provare a ripercorrere l’esperienza arancione, che andrebbe a ricompattare (forse) con una parte della sinistra radicale, ma con l’opposizione netta di Beppe Sala, in un percorso che porta dritto dritto a Mario Calabresi. Oppure provare una via interna, di un proprio rappresentante di partito, ovvero Pierfrancesco Majorino. Oppure, ancora, procedere alla conquista del centro, che a Milano è particolarmente rappresentativo, con una alleanza che riporti nell’alveo i riformisti e che magari prenda anche buona parte dell’elettorato di Forza Italia. Confidando sul fatto, in quest’ultimo caso, che al momento di scegliere tra destra e sinistra, anche quelli più radicali finirebbero per confluire sul candidato centrista. In un modo o nell’altro qualcuno si dovrà turare il naso.

Su Milano la segretaria del partito verde europeo non ha nulla da dire?

Piccola conclusione polemica. Ma è mai possibile che su quanto sta succedendo a Milano continui ad esprimersi solo Angelo Bonelli, dei Verdi italiani, quando Beppe Sala dovrebbe essere (dovrebbe, perché non sappiamo se lo è ancora) una delle figure di spicco del Partito Verde Europeo, la cui segretaria generale si chiama Benedetta De Marte, che peraltro - se capisco bene la sua biografia, non certo in evidenza - è pure milanese d’origine? Magari me la sono persa, ma non ho trovato mezza dichiarazione della De Marte. L’argomento Milano non interessa? 

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