Pandoro-gate, i pm chiedono 20 mesi per Chiara Ferragni: "Ha avuto un ruolo preminente nella truffa" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:59

Pandoro-gate, i pm chiedono 20 mesi per Chiara Ferragni: "Ha avuto un ruolo preminente nella truffa"

L’influencer in aula a Milano per l’udienza decisiva del procedimento su pandoro e uova di Pasqua: la requisitoria di Fusco e Barilli precede la sentenza attesa a gennaio

Di Giorgio d'Enrico

Pandoro-gate, i pm chiedono 20 mesi per Chiara Ferragni

La Procura di Milano ha chiesto una condanna a un anno e 8 mesi per Chiara Ferragni imputata con il rito abbreviato per concorso in truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali "Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni" (Natale 2022) e "Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate".

Ferragni: "Abbiamo fatto tutto in buona fede"

"Tutto quello che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato": è il senso delle dichiarazioni spontanee rese in aula da Chiara Ferragni. La difesa di Ferragni parlerà nella prossima udienza e oggi i pm hanno chiesto anche un anno per Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID, e un anno e 8 mesi per Fabio Damato, ex collaboratore di Chiara Ferragni. Per la seconda volta nel giro di poche settimane, l’imprenditrice digitale ha dunque partecipato di persona all’udienza, entrando in aula senza telecamere.

I pm milanesi: "Chiara Ferragni ebbe un ruolo preminente"

Chiara Ferragni, assieme a Damato, avrebbe avuto un "ruolo preminente" nelle campagne commerciali con cui sarebbe stata realizzata quella truffa con "grande diffusività", perché i suoi milioni di follower si fidavano di lei e alla sue società, poi, spettava "l'ultima parola" nell'ambito degli accordi commerciali con la Balocco e Cerealitalia. E' quanto hanno sostenuto, in sostanza, il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli nella loro requisitoria. La Procura non ha chiesto, da quanto si è saputo, la sospensione della pena, né le attenuanti generiche per l'imprenditrice, né la cosiddetta "diminuente" per risarcimenti già versati. Solo per il presidente di Cerealitalia, Cannillo, i pm hanno chiesto le attenuanti. 

I due magistrati hanno ripercorso le mail agli atti dalle quali, per l'accusa, è emerso che le indicazioni le avrebbero date le società di Ferragni. Hanno spiegato che quando alla Balocco arrivavano messaggi di clienti che chiedevano quanta parte del prezzo di vendita (il "doppio" del normale) sarebbe finita in beneficenza, i responsabili dell'azienda non rispondevano o divagavano. Lo stesso, hanno detto i pm, avveniva per le uova. Un utente aveva scritto: "Io compro un uovo e quanto di quello che pago va a sostenere il progetto?". L'ultima parola, in base agli accordi, secondo i pm, spettava alle società di Ferragni che avrebbero gestito pure la fase delle risposte da dare in questi casi. 

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La difesa: "Nessun reato, già chiuso il fronte amministrativo"

La linea difensiva, affidata agli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, punta sulla correttezza della condotta dell’imprenditrice: Ferragni, sostengono, non avrebbe commesso alcun reato e avrebbe già sanato ogni aspetto amministrativo, effettuando donazioni complessive per 3,4 milioni di euro. I legali interverranno nella prossima udienza, fissata per il 19 dicembre, mentre la sentenza è attesa per gennaio. 

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