Sviluppo, sicurezza e salute. Le incognite di una difficile equazione - Affaritaliani.it

Forza Italia Regione Lombardia

Sviluppo, sicurezza e salute. Le incognite di una difficile equazione

Sviluppo economico del territorio, fattori legati ai rischi per la salute del cittadino, diritti sindacali. Di fronte a situazioni di crisi, vale la pena essere aperti aperti a soluzioni imprenditoriali innovative

di Jacopo Dozio

Sviluppo, sicurezza e salute. Le incognite di una difficile equazione

In questi ultimi mesi ci sono stati diversi fatti che pongono delle domande sul futuro della economia, della sicurezza e della salute per la realtà brianzola, ma non solo, dove ho posto la mia attenzione di consigliere regionale. Li elencherò brevemente: la crisi di STMicroelectronics, nota azienda produttrice di tecnologie informatiche di punta, la crisi di PEGPerego storica realtà produttrice di beni per l’infanzia, l’incremento di potenza energetica tramite rifiuti solidi non pericolosi da parte dell’ex-Italcementi di Calusco d’Adda e l’installazione a Busnago di un impianto sperimentale di trattamento di scorie e di ceneri pericolose.

Affrontare da vicino queste realtà, cercando di comprenderne tutti gli aspetti, fa emergere la difficoltà nel far coincidere gli aspetti di sviluppo economico del territorio con i fattori legati ai rischi per la salute che il cittadino si trova a correre, dove in particolare questi elementi sono evidentissimi negli ultimi due casi citati, quello di Calusco d’Adda e quello di Busnago, oppure fin dove è corretto cedere su diritti sindacali acquisiti per non perdere il lavoro. Il dilemma alla fine è, che cosa si è disposti a sacrificare per il lavoro?

E’ evidente che a questa domanda non esiste una risposta assoluta, ma dipende di volta in volta dalle condizioni in cui ci si trova e così si sta cercando di fare nelle situazioni qui citate con l’aiuto della Regione Lombardia e, ove necessario, del governo. Mi pare però che la domanda è importante in sé. Io, ad esempio, pur condividendo e facendo mie le preoccupazioni per la salute attraverso interrogazioni fatte in consiglio regionale, non condivido la preclusione aprioristica che alcune realtà dimostrano verso iniziative imprenditoriali che possono portare del benessere nella zona. E così, di fronte a situazioni di crisi, ritengo che valga la pena trovare soluzioni, magari aiutando un’imprenditorialità diffusa come la legge n. 76 del 15 maggio 2025 “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese”, per risolvere crisi aziendali.

Credo che il bene comune richieda uno sguardo positivo verso le capacità imprenditoriali e innovative. Il potere politico deve agire secondo due direttrici: da un lato aiutare queste realtà a prendere piede e a crescere, dall’altro a verificare che il tutto avvenga tenendo presente le giuste necessità di sicurezza e salvaguardia della salute e della dignità delle persone, in primis i lavoratori.

Invece azioni che aprioristicamente neghino la possibilità di sviluppo, magari demonizzando la giusta aspirazione al guadagno di chi si assume un rischio di impresa, nel lungo periodo porta a due conseguenze nefaste: da un lato ad una regressione dello sviluppo economico e dall’altro, come “sottoprodotto” del decremento di sviluppo, ad una accettazione forzata di parametri di sicurezza e di protezione del lavoro non in linea con quella che è la giusta dignità della persona umana.

di Jacopo Dozio, consigliere regionale di Forza Italia, Regione Lombardia