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Milano
Formigoni: giudici concedono i domiciliari all'ex governatore lombardo
Foto: LaPresse

Formigoni: giudici concedono i domiciliari all'ex governatore lombardo

Cinque mesi di carcere. Ma adesso l'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, potra' finire di scontare la sua pena ai domiciliari. La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano e' arrivata dopo che Formigoni ha accettato la condanna e chiesto di essere autorizzato a fare il volontario in un convento di suore per il resto della pena. L'ex governatore era stato condannato in via definitiva, il 21 febbraio scorso, a 5 anni e 10 mesi per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulla clinica Maugeri. Il giorno dopo per lui si erano aperte porte del carcere di Bollate (Milano). Dopo la sentenza, la difesa aveva chiesto che l'ex governatore scontasse la pena ai domiciliari, visto che ha piu' di 70 anni, sostenendo che la legge 'Spazzacorrotti' (che ha inserito il reato di corruzione tra quelli per cui non possono essere chieste misure alternative al carcere) non sarebbe retroattiva. Una tesi contestata dalla Procura generale di Milano. Alla fine, il 29 marzo, la Corte d'Appello di Milano ha respinto la richiesta, stabilendo che Formigoni dovesse rimanere in carcere. Poi qualche giorno fa, e' arrivata la svolta. Formigoni si e' presentato davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano, assieme ai suoi avvocati, per chiedere nuovamente la detenzione domiciliare. L'ex governatore ha una nuova carta da giocare: ha accettato la condanna e chiesto di essere autorizzato a fare il volontario in un convento di suore per il resto della pena. L'accettazione della condanna e' indispensabile per ottenere i benefici penitenziari. Anche il sostituto procuratore generale di Milano, Nicola Balice, aveva dato parere favorevole. E oggi e' arrivata la decisione del Tribunale che ha concesso i domiciliari a Formigoni.

Formigoni ha compreso i suoi errori, non c'è rischio di fuga e non può collaborare

Roberto Formigoni ha iniziato un "percorso di resipiscenza" che per la prima volta lo ha portato al "riconoscimento del disvalore delle sue condotte poste in essere". Dietro le sbarre di Bollate, l'ex presidente della Regione Lombardia condannato nel processo Maugeri-San Raffaele, ha riletto la vicenda "comprendendone gli sbagli, i comportamenti superficiali come le vacanze in barca. Il carcere ha sollecitato in lui un notevole sforzo di adattamento, consolidato da elementi tra cui la fede". E quanto si legge nel dispositivo con cui i giudici della Sorveglianza gli hanno concesso i domiciliari, dopo esattamente 5 mesi di carcere.  Formigoni ha iniziato un percorso di ravvedimento, in questo senso i domiciliari sono "auspicabili, visto che oltre alla revisione delle condotte assunte", si è "conformato alla condanna" e ha riconosciuto il "disvalore" delle sue azioni. Formigoni ha anche spiegato di essersi costituito, subito dopo la condanna, "per rispetto dello Stato" e in carcere ha sempre tenuto un "basso profilo", un comportamento che "non dà spazio" all'ipotesi di pericolo di fuga. Si tratta di "tutti elementi positivi per un percorso di recupero", chiosano i giudici.  

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