Milano
Fratelli d'Italia, fari sulla Lombardia: "Non è gara con la Lega, ma la nostra classe dirigente non teme confronti"
Ad Assago l'evento per celebrare tre anni di Governo Meloni. Con sguardo alle Regionali. Da Fidanza a Osnato, da La Russa a Santanchè, tutti i big concordano: "Pronti a prenderci la nostra responsabilità"

Fratelli d'Italia, fari sulla Lombardia: "Non è gara con la Lega, ma la nostra classe dirigente non teme confronti"
Un "esercito" di amministratori locali e dirigenti riuniti ad Assago, nel Milanese, per dimostrare a tutti che Fratelli d'Italia "è molto radicata in Lombardia". Una giornata dell'orgoglio, che serve anche a 'prenotare' la guida della Regione: "C'è un accordo siglato tra i leader dei partiti del centrodestra, noi facciamo affidamento sulla parola di Matteo Salvini che lo ha siglato con Tajani e Meloni" spiega l'europarlamentare e capodelegazione di FdI al Parlamento europeo Carlo Fidanza, riferendosi alle dichiarazioni del leader della Lega, che ha sottolineato che se FdI sarà il primo partito anche nelle tornate precedenti alle Regionali, allora avrà tutto il diritto di rivendicare la Lombardia, ricordando che la Regione è stata governata in passato da un governatore non leghista come Roberto Formigoni con il Carroccio in maggioranza.
"Noi nel frattempo ci concentriamo sul concludere al meglio la legislatura a fianco del presidente Fontana, pronti a prenderci le responsabilità che sulla base di quell'accordo ci verranno assegnate quando si tornerà al voto" insiste Fidanza, il cui nome è tra i papabili per la casella di governatore: "Io sono molto impegnato in Europa - commenta Fidanza - e questo al momento è il mio impegno per la Lombardia". La Lega regionale non molla, con il segretario Massimiliano Romeo che sottolinea che "il candidato sarà scelto dal territorio e non certo da Roma", chiedendo agli alleati di concentrarsi sul lavoro che resta da fare nel prosieguo della legislatura.
La Russa: "La nostra classe dirigente non teme confronti"
Il profilo del prossimo governatore lo traccia il presidente del Senato Ignazio La Russa: "Deve essere un politico e Fratelli d'Italia ne ha tanti. La nostra classe dirigente non teme confronti". E comunque, abbassa i toni La Russa, "non siamo in gara con la Lega". I colonnelli meloniani lo ripetono senza giri di parole: "La destra politica, nelle sue varie accezioni, ha governato questa Regione dal 1995. Oggi gli equilibri elettorali sono evidentemente diversi rispetto a prima e credo sia giusto che FdI possa proporsi come guida della Lombardia e di altre Regioni" afferma il deputato e presidente della Commissione Finanze alla Camera Marco Osnato. "FdI è pronta a governare la Lombardia, dove siamo passati dai quattro consiglieri della scorsa legislatura ai 22 attuali" gli fa eco l'europarlamentare Mario Mantovani.
"Siamo il primo partito della nostra coalizione, credo che sarebbe giusto che Fratelli d'Italia esprimesse il suo candidato" interviene anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè. E pure il ministro per il Pnrr e le politiche di coesione Tommaso Foti fa notare che FdI "ha dei presidenti di Regione" ma "non quanti ne meriterebbe". Proprio Foti replica anche a chi gli chiede della battaglia che sta portando avanti la Lombardia contro la centralizzazione dei fondi di coesione: "Ci stiamo battendo e lo sa benissimo il presidente Fontana. Noi riteniamo che la Coesione e la Pac debba essere fuori dal piano nazionale regionale che la Commissione Europea ha licenziato in una ipotesi di bilancio che deve essere discussa adesso dal Parlamento europeo e poi dal Consiglio europeo - osserva -. Siamo tra le nazioni che hanno sottoscritto l'appello degli amici della coesione, ci battiamo coi nostri presidenti di Regione e ci battiamo per questo fine".
Dopo aver chiuso il capitolo sulla Lombardia, con il capogruppo al Pirellone Christian Garavaglia che annuncia una legge per la "valorizzazione" della famiglia, c'è spazio anche per parlare della partita più vicina per Milano. Secondo Fidanza "bisogna scegliere presto il candidato migliore" per una sfida "complicata" ma anche "aperta" perché " la sinistra a Milano vive una fase di stanca, lo stesso sindaco Sala sembra piuttosto svogliato in questa ultima parte del suo mandato e più orientato ai suoi scenari futuri". Bisogna però "evitare gli errori del passato arrivando troppo tardi con candidati che dovevano lavorare molto per farsi conoscere" e sarà importante anche rivolgersi, in una logica di allargamento, "a quella parte di Milano che nelle ultime tornate elettorali si è riconosciuta nelle proposte del Terzo polo e riformiste".
Intanto il Comune vorrebbe alzare la tassa di soggiorno, equiparandola a quella di Roma: "La prossima settimana ho una riunione con il sindaco di Napoli e presidente di Anci Gaetano Manfredi e ne discuteremo" fa sapere Santanchè, convinta che sulla tassa sugli affitti brevi "si troverà un accordo" ma "io non penso che sia sbagliata".
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