Garlasco, altro colpo ai pm: il Riesame annulla di nuovo il sequestro dei dispositivi di Mario Venditti - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 13:34

Garlasco, altro colpo ai pm: il Riesame annulla di nuovo il sequestro dei dispositivi di Mario Venditti

Per la terza volta i giudici bresciani bloccano i sequestri sui telefoni e sui pc dell’ex procuratore di Pavia, indagato per corruzione in atti giudiziari

Di Giorgio d'Enrico

Garlasco, altro colpo ai pm: il Riesame annulla di nuovo il sequestro dei dispositivi di Mario Venditti

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha annullato, accogliendo il ricorso dell’avvocato Domenico Aiello, il secondo decreto di sequestro emesso dai pm sui dispositivi dell’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Si tratta del terzo intervento dei giudici nel giro di poche settimane: il primo risale al 17 ottobre, dopo le perquisizioni e i sequestri del 26 settembre, mentre un altro annullamento aveva riguardato il filone d’indagine sul cosiddetto “sistema Pavia”.

La decisione dei giudici: nessun presupposto per il sequestro

Nel dispositivo firmato dal presidente Giovanni Pagliuca, il Riesame ha annullato “il decreto di sequestro probatorio” del 24 ottobre, ordinando la restituzione “di tutti i beni sequestrati, unitamente ai dati eventualmente già estrapolati” a Venditti e agli ex carabinieri pavesi Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, i cui legali avevano presentato ricorso.

Le copie forensi restano ai pm, in attesa della decisione del gip

Nonostante l’annullamento, i dispositivi di Venditti restano per ora nella disponibilità dei pm e della Guardia di Finanza bresciana, perché la Procura aveva già disposto un accertamento irripetibile sulle copie forensi. La difesa ha chiesto al gip che le operazioni vengano svolte attraverso un incidente probatorio con la nomina di un perito terzo.

Le critiche della difesa: analisi troppo vaste e senza criteri

Nel ricorso, l’avvocato Aiello ha contestato l’assenza di gravi indizi che legittimassero le perquisizioni e ha sottolineato che anche il secondo decreto non fissava alcuna parola chiave né un limite temporale per l’estrazione dei dati. Una ricerca definita “a tappeto”, estesa a undici anni, dal 2014 – quando Venditti divenne procuratore aggiunto a Pavia – fino al 2025. Parametri che, secondo la difesa, sono “prescritti dalla norma e dalla Cassazione”.

La decisione arriva dopo l’udienza del 14 novembre, la terza in poche settimane. In quella sede si era registrato uno scontro a distanza: la difesa aveva lamentato l’assenza dei pm in aula, mentre la Procura bresciana aveva replicato parlando di “attacchi sopra le righe”. L’annullamento precedente sul “sistema Pavia” aveva riguardato anche i dispositivi dell’ex pm pavese Pietro Paolo Mazza, ora in servizio a Milano.

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