Milano
Garlasco, De Rensis è certo che le indagini si allargheranno: "Se c’è il Gico non è solo un fogliettino"
L’avvocato di Alberto Stasi suggerisce che la presenza del Gico nelle perquisizioni a carico di Venditti potrebbe non essere legata solo al foglietto ritrovato in casa dei genitori di Sempio

Avvocato di Stasi Antonio De Rensis
Garlasco, l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, è certo che le indagini si allargheranno, sottolineando la presenza del Gico nelle perquisizioni legate all’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e alla famiglia Sempio. La Procura di Brescia ipotizza che Venditti abbia ricevuto tra 20 e 30mila euro per archiviare nel 2017 la posizione di Andrea Sempio
Garlasco, De Rensis: "Se c’è il Gico non è solo un fogliettino"
Intervenendo in tv, l’avvocato Antonio De Rensis ha ribadito che le indagini sul delitto di Garlasco si allargheranno. "A volte gli allargamenti vanno a destra, a sinistra, in basso e in alto", ha osservato, lasciando intendere che i nuovi filoni possano toccare più ambiti. Il riferimento principale è alla partecipazione del Gico della Guardia di Finanza di Brescia nelle perquisizioni del 26 settembre. "Se si trattasse soltanto di quel fogliettino, i Gico stavano a casa. Se ci sono i Gico a indagare non è solo il fogliettino, criminalità organizzata", ha affermato, sottolineando che il quadro appare più ampio.
Il Gico si è presentato a casa di Mario Venditti, di due carabinieri in congedo e dei familiari di Sempio
Al centro c’è l’appunto sequestrato lo scorso maggio a casa dei genitori di Andrea Sempio: "Venditti gip archivia x 20.30 Euro". Per la Procura di Brescia, quei numeri indicherebbero 20-30mila euro di presunti pagamenti per ottenere l’archiviazione della posizione di Sempio. L’ipotesi ha portato all’accusa di corruzione in atti giudiziari nei confronti di Mario Venditti, ex procuratore aggiunto di Pavia.
Come ha riferito Ansa, proprio nel giorno in cui il gip pavese Daniela Garlaschelli aveva convocato accusa, difese e parte civile, per la richiesta di proroga dell'incidente probatorio, poi concessa per altri 70 giorni, il Gico della Guardia di Finanza bresciana, delegata dall'ufficio coordinato dal procuratore Francesco Prete, si è presentato, con i carabinieri, nelle case dell'aggiunto e poi reggente a Pavia fino al 2023, quando è andato in pensione, Mario Venditti. E poi nelle abitazioni dei genitori e degli zii di Sempio, di due carabinieri in congedo, Andrea Spoto e Silvio Sapone, che facevano parte della squadra di pg di Venditti
Gli inquirenti hanno segnalato anche movimentazioni sospette nei conti della famiglia Sempio. Tra dicembre 2016 e giugno 2017 le zie paterne avrebbero emesso assegni per 43mila euro a favore del padre di Andrea, mentre nello stesso periodo padre e figlio avrebbero prelevato complessivamente 35mila euro in contanti. Elementi che, secondo l’accusa, potrebbero costituire i riscontri a un presunto giro di denaro volto a favorire Sempio. Un ulteriore fronte riguarda le intercettazioni risalenti agli anni dell’inchiesta. Alcuni passaggi non sarebbero stati trascritti: dalle nuove verifiche emergerebbe la "necessità di pagare quei signori lì" con modalità non tracciabili. Per l’accusa, omissioni e anomalie nelle indagini avrebbero contribuito a orientare l’esito dell’inchiesta del 2017, che portò all’archiviazione di Sempio.
Venditti: "Mai preso soldi o benefit"
Venditti, intervenuto negli scorsi giorni a "Quarto Grado", ha definito le accuse un’offesa personale e professionale: "Per 45 anni ho servito lo Stato, non ho mai preso soldi o benefit. Nessuno mi restituirà l’onore leso oggi". Il suo legale, Domenico Aiello, parla di accuse basate su un solo rigo di appunto, prive di fondamento. Intanto i genitori di Chiara Poggi si dicono "sconcertati" per l’ennesimo colpo di scena.