Milano
Garlasco, Garofano e la consulenza Linarello mai depositata: "Lovati mi disse che non era necessaria"
L'ex consulente della difesa di Andrea Sempio: “Scoperto solo quest'anno che la consulenza del 2017 non era stata depositata”

Garlasco: Luciano Garofano
Garlasco, Garofano e la consulenza Linarello mai depositata: "Lovati mi disse che non era necessaria"
La puntata di Lo Stato delle Cose del 3 novembre torna sul delitto di Garlasco e ospita uno dei protagonisti tecnici del caso: il generale Luciano Garofano, ex RIS e all’epoca consulente della difesa di Andrea Sempio. Il tema è la consulenza che Garofano redasse nel gennaio 2017, dopo aver ricevuto dagli avvocati del giovane documentazione relativa alla cosiddetta “perizia Linarello”, all’epoca ancora coperta da segreto istruttorio.
Garofano ricostruisce i passaggi: “L’avvocato Lovati mi ha chiesto di interessarmi al caso perché si era diffusa la notizia che il profilo che il professor De Stefano aveva ritenuto inidoneo per le comparazioni era stato analizzato da altri, risultando compatibile con Andrea Sempio. Il 13 gennaio ricevo una mail dell’avvocato Soldani con la richiesta di verificare il profilo alla luce della consulenza Linarello”. Da lì l’analisi tecnica: “Ho verificato che il prelievo fatto dall’agenzia investigativa corrispondeva a Sempio e mi sono concentrato nel confutare la consulenza Linarello. Per me non era idonea a nessuna comparazione”.
Alla domanda se si fosse posto il problema della natura secretata dei documenti, Garofano risponde netto: “Non ho avuto dubbi. Non potevo saperlo, né ero tenuto a saperlo. Quando tre avvocati penalisti esperti mi inviano quella documentazione, io la considero legittima. Non mi sono chiesto come l’avessero acquisita”. “Il mio ruolo era scientifico. Mi sono concentrato sulla parte tecnica. Ho consegnato la relazione via mail e poi fatturato regolarmente alla famiglia Sempio”.
La scoperta nel 2025: "Lovati mi ha detto che non avevano ritenuto necessario deopsitare la consulenza"
Il punto cruciale arriva quando la giornalista chiede se Garofano sapesse che la consulenza non era stata depositata. “L’ho scoperto solo nel 2025 – spiega – quando, nominato nuovamente, l’avvocato Lovati mi ha detto: 'La depositiamo?’. Io ero convinto che fosse stata già presentata ai fini dell’archiviazione. Ho creduto davvero di aver contribuito”. E invece Lovati gli risponde: ‘No, perché la nostra strategia difensiva ha concluso che non era necessario’. Tanto è vero che a un secondo invito a depositarla da parte di Lovati, Garofano aggiunge di essersi opposto alla proposta di depositarla ora: “Ci saranno nuovi esami. Il nucleo della consulenza resta valido, ma dovrò valutarla alla luce degli esiti dell’incidente probatorio”.
Sulle ragioni del mancato deposito, l’ex comandante RIS non avanza ipotesi: “Non so perché non sia stata depositata. Strategia difensiva, immagino. Non me lo sono chiesto allora e non me lo chiedo ora. Attendo anche io che si faccia chiarezza”. Garofano respinge anche l’idea che le sue dimissioni dalla difesa siano collegate all’inchiesta bresciana sulla presunta corruzione: “Non ho lasciato per quello. Ho ricevuto documenti da avvocati e dato per scontato che tutto fosse regolare”.












