Garlasco, quanto ha guadagnato l’avvocato Lovati dai Sempio: i contanti, il “nero”, l’inchiesta Venditti - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 17:16

Garlasco, quanto ha guadagnato l’avvocato Lovati dai Sempio: i contanti, il “nero”, l’inchiesta Venditti

Tra versioni contrastanti, pagamenti in nero e accertamenti della Procura, il complesso quadro dei compensi percepiti da Massimo Lovati, ex legale di Andrea Sempio

di Roberto Servio

Garlasco, quanto ha guadagnato l’avvocato Lovati dai Sempio: i contanti, il “nero”, l’inchiesta Venditti

Delitto di Garlasco: in definitiva l'avvocato Massimo Lovati quanto ha guadagnato difendendo per anni Andrea Sempio? Come noto, il rapporto professionale, che durava da quasi un decennio, è stato recentemente interrotto. Ma quello delle parcelle dell'avvocato resta un tema estremamente sensibile, perchè finisce per intrecciarsi con le indagini della Procura di Brescia sulla presunta corruzione dell'allora procuratore capo di Pavia Mario Venditti, che archiviò Sempio. Proviamo a fare chiarezza.

Lovati: “Con i Sempio avrò guadagnato 15-16mila euro”

La prima cifra l’ha pronunciata lui stesso, in diretta televisiva. “Con i Sempio avrò guadagnato 15mila, 16mila euro”, ha detto Massimo Lovati lo scorso 20 ottobre a Lo Stato delle Cose, la trasmissione di Massimo Giletti su Rai1. Il legale, già difensore di Andrea Sempio, è stato incalzato sulle somme legate alla difesa del 2017, in piena riapertura del caso Garlasco. “Se prendessi le tabelle forensi – ha aggiunto – altro che 60mila! Eravamo in tre!”. Durante quella stessa puntata, Lovati ha difeso la legittimità del proprio operato, ma ha ammesso di aver ricevuto somme “in contanti”.

"I soldi mi venivano sempre dati in contanti, i Sempio portavano le buste"

Il 31 ottobre, in un’intervista al Tg2 poi ripresa anche dalla Vita in Diretta, Lovati ha raccontato: “I soldi venivano sempre dati in contanti. Di riffa o di raffa ho ricevuto 15mila euro. Portavano sempre le buste. Mi telefonavano, io andavo là e mi davano la loro parte”. Un racconto che ha spinto la Procura di Brescia ad avviare accertamenti mirati sui suoi conti e su una somma complessiva di 43mila euro, che secondo gli inquirenti sarebbe stata versata in nero tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2017.

Un passaggio chiave, riportato anche da Panorama, riguarda quanto lo stesso avvocato avrebbe dichiarato davanti al Consiglio di disciplina forense: “La fattura non ve la faccio vedere perché non vi deve interessare”. Una frase che, più di ogni altra, ha acceso i sospetti sulla tracciabilità dei pagamenti ricevuti.

Iscriviti alla Newsletter Frontale - a cura di Fabio Massa

"Prendere soldi in nero non è reato, è una sanzione amministrativa”

Nella puntata di Quarto Grado del 26 settembre, Gianluigi Nuzzi lo aveva interrogato direttamente: “Lovati, lei ha preso soldi in nero dalla famiglia Sempio?”. “Mi rifiuto di rispondere a questa domanda – aveva replicato – perché non ha rilevanza rispetto al tema che stiamo trattando. Prendere dei soldi in nero non è reato, semmai è una sanzione amministrativa, evasione fiscale”.

In quell’occasione, Lovati ha anche ridimensionato le cifre contestate: “Altro che 30mila euro, per quello che ho fatto ce ne vorranno 90mila. Io non faccio sconti a nessuno, ma mi regolo sulle tasche dei miei clienti”. Poi, quando Nuzzi ha insistito: “Quindi non è vero che ha preso dei soldi in nero dai Sempio?”, la risposta è stata secca: “A questo punto no. Se mi mettete a processo che non c’entro niente… fate il processo all’avvocato”.

I flussi di denaro e l’inchiesta sulla presunta corruzione di Venditti

Il nodo economico non è solo una questione fiscale. Gli inquirenti bresciani stanno verificando se una parte dei soldi destinati agli avvocati dei Sempio possa avere connessioni con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari che coinvolge Giuseppe Sempio (padre di Andrea) e l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti. Lovati, insieme ai colleghi Federico Soldani e Simone Grassi, verrà ascoltato nelle prossime settimane. Rischia la convocazione anche la pm Giulia Pezzino, che nel 2017 firmò la richiesta di archiviazione con Venditti e successivamente lasciò la magistratura. Verrà inoltre sentita come teste Laura Barbaini, oggi sostituto procuratore generale a Milano, che si occupò dell’inchiesta su Alberto Stasi.

Tra cifre dichiarate, somme contestate e ammissioni pubbliche, resta da capire quanto Lovati abbia realmente guadagnato e se quei pagamenti possano rappresentare un tassello utile per ricostruire i rapporti tra i Sempio e i vertici della Procura pavese dell’epoca. Gli inquirenti non cercano solo i soldi, ma la tracciabilità di un sistema che – tra compensi non dichiarati e presunti favori giudiziari – potrebbe svelare nuovi scenari sul delitto di Garlasco e sui meccanismi che per anni ne hanno condizionato la verità processuale.

LEGGI ANCHE: GARLASCO, SPUNTANO OTTO CONTI CORRENTI DI LOVATI
 








A2A