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Greco consegna relazione a Pg dove difende Procura e attacca Storari

Greco consegna relazione a Pg dove difende Procura e attacca Storari

Il procuratore di Milano Francesco Greco ha consegnato al Procuratore generale Francesca Nanni la sua relazione sulla vicenda Davigo-Amara. La relazione era stata chiesta dallo stesso procuratore generale Francesca Nanni dal momento che il suo ufficio ha "potere di vigilanza" su quello della Procura di Milano. Nel documento consegnato oggi da Greco e' contenuta la sua versione sul caso dei verbali resi da Piero Amara a partire dal dicembre 2019 in cui ha parlato dell'esistenza di una presunta loggia massonica denominata "Ungheria". Ora - da quanto si e' saputo - il procuratore generale Nanni analizzera' la relazione in cui non sono presenti 'omissis' e valutera' se fare ulteriori accertamenti sulla vicenda o eventualmente trasmetterla al procuratore generale della Cassazione.

Per il procuratore di Milano Francesco Greco - riporta l'ANSA - non ci fu alcuna inerzia nelle indagini, come invece sostenuto dal pm Paolo Storari, il quale per "autotutelarsi", a suo dire, li consegno' nell'aprile 2020 all'allora consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Greco, a quanto si e' saputo, sostiene che gli accertamenti su quelle dichiarazioni, che facevano riferimento alla presunta loggia segreta Ungheria, vennero fatti, ma con prudenza e cautela. I primi tre nomi, Amara, il suo ex collaboratore Alessandro Ferraro e il suo ex socio Giuseppe Calafiore, vennero iscritti per associazione segreta nel maggio 2020. Mentre Storari avrebbe voluto iscrivere subito, mesi prima, almeno 6 persone per fare tabulati e intercettazioni. E, secondo la ricostruzione di Greco, fu il pm a danneggiare le indagini facendo uscire, mettendole in mano a Davigo, quelle carte segretate, all'insaputa dei vertici dell'ufficio. Dopo le tre iscrizioni il procuratore aveva coinvolto anche l'aggiunto e responsabile dell'anticorruzione Maurizio Romanelli: gli ha girato le carte, verbali della 'discordia' compresi, affinche' li leggesse in quanto l'intenzione era potenziare il pool di pm che si occupava del caso. Poi, in una riunione a settembre si decise di trasmettere gli atti alla Procura di Perugia (dove arrivarono materialmente a gennaio scorso), perche' l'ex legale esterno dell'Eni tirava in ballo diversi magistrati romani. In quel periodo ci fu anche un interrogatorio congiunto di Amara da parte dei pm milanesi e perugini. 

Storari, che era titolare, assieme all'aggiunto Laura Pedio, dell'inchiesta sul 'falso complotto Eni' in cui Amara e' indagato e nella quale vennero raccolti quei verbali, l'8 aprile scorso - prosegue l'ANSA - informo' Greco del fatto che aveva consegnato le carte a Davigo un anno prima. E cio' perche' il pm solo in quel periodo seppe che la Procura romana stava indagando sull'ex segretaria di Davigo per la diffusione di quelle carte segretate. Storari si spoglio' dei fascicoli sul 'falso complotto' e di quello sulla rivelazione del segreto d'ufficio, che poi ando' a Roma. Nel frattempo, Greco e Storari nelle scorse settimane erano stati anche protagonisti di un diverbio nella chat interna della Procura, dopo che nel processo sul caso Eni-Nigeria, su cui la Procura puntava molto, erano arrivate tutte assoluzioni, a meta' marzo. Sia Amara che l'ex manager Eni e imputato Vincenzo Armanna sono stati molto 'valorizzati' dai pm del caso Nigeria, tra cui l'aggiunto Fabio De Pasquale, mentre Storari aveva una diversa linea nelle indagini e valuto' anche profili di calunnia nelle loro dichiarazioni. Ed entro' in contrasto nella conduzione dell'inchiesta pure con l'aggiunto Pedio, oltre che con Greco. 

Giustizia: Francesco Greco in procura a Roma, domani sarà sentito Storari

Il procuratore di Milano Francesco Greco e' in procura a Roma. Greco ha raggiunto poco fa l'ufficio del procuratore Michele Prestipino dove sono presenti anche i pm Fabrizio Tucci e Rosalia Affinito, titolari dell'inchiesta che vede indagata per calunnia l'impiegata del Csm (attualmente sospesa) Marcella Contrafatto, la segretaria dell'ex consigliere Piercamillo Davigo che avrebbe veicolato ad alcuni giornali i verbali di interrogatorio coperti da segreto resi lo scorso anno al pm Paolo Storari dall'avvocato Piero Amara.

Paolo Storari, il magistrato che 'accusa' il procuratore capo di Milano di immobilismo nell'indagine sulla presunta loggia Ungheria svelata dall'avvocato Piero Amara, è pronto a parlare ai magistrati di Roma, davanti ai quali comparirà domani (in tarda mattinata) come indagato per rivelazione di segreto d'ufficio, ossia per aver consegnato i verbali secretati di Amara all'allora esponente del Csm Piercamillo Davigo senza seguire una strada formale. 

Accompagnato dal difensore, l'avvocato Paolo della Sala, il magistrato è intenzionato a rispondere (salvo sorprese) alle domande e a chiarire una vicenda che sta creando più di un malumore all'interno del Palazzo di giustizia milanese. Storari, è pronto a dimostrare, mail alla mano, che l'attività della procura non sarebbe stata celere e che le sue richieste di indagini sarebbero state ignorate dal procuratore Francesco Greco, che in mattinata ha consegnato alla procura generale di Milano una relazione esplicativa in cui non fa sconti al suo accusatore. Nel tardo pomeriggio lo stesso Greco è stato avvistato in procura a Roma, dove domani è atteso proprio Storari. Il pm spiegherà perché ha ritenuto, come unica strada percorribile per non pregiudicare le indagini, rivolgersi a Davigo e consegnargli copia - in formato word e senza firma - dei verbali secretati. Verbali arrivati poi in forma anonima sulle scrivanie di alcuni giornali, questione che riguarda la ex segretaria di Davigo (sospesa e indagata per calunnia) e in cui Storari, non ha nessun ruolo.  La conferma da parte di Storari, di quanto detto da Davigo, ossia che la consegna dei verbali secretati sia avvenuta a Milano, potrebbe comportare il trasferimento per competenza territoriale del fascicolo sulla rivelazione del segreto d'ufficio a Brescia, procura competente sulle toghe meneghine. Nella Capitale resterebbe solo l'inchiesta legata alla calunnia (nei confronti dei vertici della procura di Milano), ma i prossimi passi legati alla competenza dell'inchiesta non si conosceranno prima della prossima settimana. 

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