Guerriglia in Stazione Centrale, Bestetti (FdI): "Chi non condanna è sullo stesso piano dei violenti. Zerocalcare? Delirio da benpensante" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 19:16

Guerriglia in Stazione Centrale, Bestetti (FdI): "Chi non condanna è sullo stesso piano dei violenti. Zerocalcare? Delirio da benpensante"

Il consigliere lombardo Marco Bestetti (FdI) commenta con dure parole gli scontri di lunedì e attacca chi minimizza: "Intollerabile normalizzare le gravissime violenze". L'intervista

di Matteo Respinti

Guerriglia in Stazione Centrale, Bestetti (FdI): "Chi non condanna è sullo stesso piano dei violenti. Zerocalcare? Delirio da benpensante"

Il consigliere lombardo Marco Bestetti (FdI) non le manda a dire nel commentare gli scontri avvenuti durante il corteo pro Gaza di lunedì a Milano. Ed anche le parole di chi ha in qualche modo sminuito la portata delle violenze. “Ci si può tranquillamente dividere sul giudizio del conflitto tra Israele e Hamas, ma non è né legittimo né tollerabile minimizzare o normalizzare le gravissime violenze di lunedì”, afferma.

Per Bestetti non ci sono sfumature: “Abbiamo registrato 60 agenti feriti, alcuni con costole rotte o piedi fratturati. Quello che è successo in Stazione Centrale e in via Vittor Pisani non è opinabile: è stata un’aggressione violenta durata due ore”. Critica, poi, anche la sinistra, che non isola i facinorosi: "La responsabilità politica è collettiva: se non cambiano le regole d’ingaggio, accettano il rischio che le loro manifestazioni degenerino sempre". Bestetti risponde quindi direttamente a Zerocalcare e agli altri intellettuali di sinistra che con un comunicato hanno respinto l'idea che bloccare la Stazione Centrale sia stato un atto di vandalismo: "Lo invito a tacere… parlando in questo modo fa più danni che altro”. L’INTERVISTA DI AFFARI ITALIANI MILANO

Zerocalcare ha dichiarato a Repubblica che la violenza non è bloccare una stazione durante uno sciopero generale per fermare quello che definisce “il più grande genocidio di questo secolo”. Consigliere, come commenta queste parole? Quella di lunedì è o non è violenza? E, se lo è, la gravità della situazione internazionale può in qualche modo giustificare la violenza in piazza?
Ci si può tranquillamente dividere sul giudizio del conflitto tra Israele e Hamas, ma non è né legittimo né tollerabile minimizzare o normalizzare le gravissime violenze di lunedì. Trovo le parole di Zerocalcare e di altri come lui molto gravi e pericolose. Abbiamo registrato 60 agenti feriti, alcuni con costole rotte o piedi fratturati. Quello che è successo in Stazione Centrale e in via Vittor Pisani non è opinabile: è stata un’aggressione violenta durata due ore da parte di centinaia di manifestanti che hanno ingaggiato uno scontro durissimo con le forze dell’ordine. Il confine è stato superato e la condanna non può essere materia di opinioni: sarebbe irresponsabile non farlo. Abbiamo visto caschi della polizia spaccati, decine di sampietrini lanciati. Se uno avesse seguito una traiettoria diversa, oggi non staremmo distinguendo tra chi condanna e chi giustifica. Auspico che tutti – politica, giornalismo, spettacolo e informazione – condannino senza esitazioni. Manifestare è sacrosanto, farlo in maniera rumorosa è legittimo, ma la violenza non lo è mai: chi non la condanna si mette sullo stesso piano dei violenti e se ne assume la responsabilità.

A sinistra molti sostengono che i violenti fossero solo una minoranza rumorosa e che la maggior parte dei manifestanti fosse pacifica. Lei crede che ci sarebbe stata davvero la possibilità di manifestare senza degenerare nei disordini? Oppure lo sciopero aveva sin dall’inizio come obiettivo lo scontro?
La sinistra deve fare una profonda riflessione sulle modalità con cui organizza le manifestazioni. Gli episodi di infiltrazioni o degenerazioni violente sono sempre più frequenti e avvengono solo a sinistra. Il centrodestra da trent’anni organizza presidi, cortei, convegni, senza un solo episodio di violenza. Vorrà dire qualcosa se tutte le guerriglie urbane nascono o degenerano da proteste di sinistra. La verità è che non hanno la volontà di isolare i violenti. Se selezionassero accuratamente i partecipanti, non avremmo questa frequenza di episodi. Servono filtri, verifiche preventive e responsabilità: non ci si può limitare a dire “la manifestazione era pacifica, non sappiamo chi fossero i violenti”. Quando si organizza un corteo si ha anche una responsabilità oggettiva per ciò che ne deriva. La responsabilità penale è individuale, ma quella civile e politica è collettiva e riguarda tutto il mondo della sinistra, partitica e non. Se non cambieranno le regole d’ingaggio, significa che accettano il rischio che le loro manifestazioni degenerino sempre.


LEGGI ANCHE: MILANO, ZEROCALCARE: "BLOCCARE UNA STAZIONE NON E' VANDALISMO"

Pd e Movimento 5 Stelle, esponenti milanesi compresi, hanno espresso sostegno allo sciopero e alle proteste, pur condannando le violenze. A suo avviso questo quadro regge? È possibile sostenere una manifestazione di quel tipo senza assumersi anche la responsabilità delle sue conseguenze?
L’ipocrisia della sinistra e la loro malafede si vedono nelle parole usate per condannare. Le poche voci che si sono levate hanno detto che le violenze erano sbagliate “perché non funzionali alla causa palestinese” o perché “rovinavano il messaggio della piazza”. Sono espressioni gravissime: un politico dovrebbe condannare la violenza a prescindere, non se sporca il messaggio. La violenza non può mai essere uno strumento politico. Mi spiace che la sinistra lo faccia solo perché gli scontri hanno offuscato la manifestazione. La violenza va condannata sempre e comunque. È un retaggio culturale che coltivano dagli anni ’60 e ’70: l’idea dei “compagni che sbagliano”. Non sono riusciti a lavarsela di dosso. È urgente che evolvano e dicano parole inequivocabili, senza se e senza ma, condannando la violenza a prescindere.

La polizia è intervenuta e ha gestito la situazione secondo le regole. Secondo lei Milano ha risposto in modo adeguato ai disordini? E in una Milano guidata dal centrodestra, come sarebbe stata affrontata una protesta di questo genere?
La Questura ha gestito la situazione nel migliore dei modi. La professionalità degli agenti ha evitato il peggio. Hanno protetto la Stazione Centrale da un saccheggio e, a differenza di altre città, hanno respinto i violenti dalle banchine dei treni. In una Milano governata dal centrodestra ci sarebbe stata una condanna netta e immediata, senza balbettii o giustificazioni. Fratelli d’Italia già il giorno dopo si è presentata dal Questore per portare solidarietà alle forze dell’ordine e agli agenti feriti. Non mi risulta che il sindaco abbia fatto lo stesso. Un sindaco di centrodestra lo avrebbe fatto. Mi auguro che tra due anni Milano abbia finalmente un sindaco capace di questi gesti.

Iscriviti alla Newsletter Frontale - a cura di Fabio Massa

In conclusione, lei ha assistito in prima persona agli scontri di lunedì. Vuole dire qualcosa direttamente a Zerocalcare?
Quel delirio che ho letto da Zerocalcare è inspiegabile. È arrivato persino a negare il concetto di violenza dicendo che i risultati sarebbero state “un paio di vetrine rotte”. Non so dove fosse lunedì: io ero al Pirelli, con l’ufficio affacciato su piazza Duca d’Aosta, e ho visto con i miei occhi una guerriglia urbana spaventosa.
Ho visto il lancio di pietre, sampietrini, transenne, bastoni, cestini, biciclette contro gli agenti. Leggere che qualcuno definisce tutto questo “due vetrine rotte” è una degenerazione pericolosa del dibattito nel nostro Paese. Invito Zerocalcare a tacere, perché parlando in questo modo fa più danni che altro. Lo invito – lui e i benpensanti come lui – a provare un giorno l’ebrezza di prendersi un sampietrino sul cranio e poi, dal letto di un ospedale, vediamo se ripeterebbe ancora quelle frasi ignobili.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO

 








A2A