Il voto in Veneto e la Lega: mai dare per morto Salvini. E ora in Lombardia... - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 10:37

Il voto in Veneto e la Lega: mai dare per morto Salvini. E ora in Lombardia...

Anche questa volta Matteo Salvini ha pescato il jolly facendo confluire i voti di Zaia nella lista del Carroccio. E non è detto che questo possa portare a scrivere una storia diversa per le regionali lombarde nel 2028. Commento

di Fabio Massa

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Il voto in Veneto e la Lega: mai dare per morto Salvini. E ora in Lombardia...

Che cosa insegna il voto in Veneto, visto dalla Lombardia e per la Lombardia? Molto. Moltissimo. La prima cosa è che Matteo Salvini non è messo in discussione. Né da Vannacci, né da Zaia. Semplicemente, ogni volta che è dato per morto, in calo verticale e via con le lamentazioni bibliche, il vicepremier tira fuori un jolly. In questo caso, la scelta di non fare una lista Zaia, che fa confluire tutti i voti alla Lega. 

La seconda cosa è che quei voti della Liga, proprio quei voti, fanno rialzare le quotazioni del Carroccio in vista delle regionali lombarde del 2028, che pure sono lontanissime, praticamente una era geologica. Se ci mettiamo che i risultati soprattutto della Puglia, sono buoni, e dunque l'umore più alto in vista del 2027, non è detto che a un certo punto i Fratelli d'Italia possano decidere di puntare sull'obiettivo grosso - ovvero la Presidenza della Repubblica - lasciando all'alleato leghista quella regione, la Lombardia, che tanto ritiene imprescindibile perché la governa da 15 anni e perché è la culla del partito fondato da Bossi. 

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E' una delle teorie dei colonnelli leghisti - ovviamente contrastata e avversata da Fdi - che oggi in Lombardia tirano un sospiro di sollievo: la base elettorale rimane quella del Nord produttivo, garantista, del buon governo poco o nulla ideologico, ben lontana dal Vannacci-pensiero. Vista dalla Lombardia, una giornata da incorniciare.

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