Milano
Inchiesta Hydra, il pentito “Scarface” Cerbo svela il patto tra mafie in Lombardia: “Un’alleanza esiste davvero”
Colpo di scena nel maxi processo Hydra di Milano, l’ex boss catanese William Alfonso Cerbo racconta la rete tra Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra operante nel Nord Italia

Inchiesta Hydra, il pentito “Scarface” Cerbo svela il patto tra mafie in Lombardia: “Un’alleanza esiste davvero”
A San Vittore, nell’aula bunker dove si celebra il maxi processo “Hydra”, è arrivata una testimonianza destinata a cambiare le carte in tavola. William Alfonso Cerbo, conosciuto come “Scarface” e figura di spicco del clan catanese dei Mazzei, ha deciso di collaborare con la giustizia. “Lo faccio per mia moglie e i miei figli – ha dichiarato – voglio che abbiano un futuro diverso”.
L’inchiesta Hydra: un presunto “sistema mafioso lombardo”
L’indagine Hydra, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano e dai carabinieri del Nucleo Investigativo, punta a svelare un presunto “patto” tra le principali organizzazioni criminali italiane. Secondo Cerbo, Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra avrebbero stretto un’alleanza strategica per gestire affari nel Nord Italia, in particolare tra Milano e Varese.
Gli inquirenti parlano di una rete capace di muovere capitali, riciclare denaro e infiltrarsi nel tessuto economico lombardo, sotto l’influenza del mandamento di Castelvetrano, storicamente legato a Matteo Messina Denaro.
L'udienza: 146 imputati e nuove prove in aula
Il 24 ottobre si è tenuta una nuova udienza del maxi processo davanti al giudice Emanuele Mancini. Sul banco degli imputati siedono 146 persone. I magistrati Marcello Viola, Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane hanno presentato nuovi atti d’indagine, inclusi i verbali del collaboratore di giustizia e diverse intercettazioni che rafforzano l’impianto accusatorio.
Il giudice ha concesso tempo alle difese per esaminare le nuove prove, rinviando la prossima udienza al 4 novembre.
Dalla Sicilia alla Lombardia: un filo che porta a Messina Denaro
Le rivelazioni di Cerbo avrebbero fornito ulteriori riscontri sui legami tra il clan Mazzei di Catania e i referenti lombardi delle altre mafie. Secondo la Dda, il sistema criminale agiva “all’ombra di Messina Denaro”, il boss trapanese arrestato nel 2023 dopo 30 anni di latitanza e morto pochi mesi dopo.
Tra gli imputati figura anche Paolo Aurelio Errante Parrino, parente del defunto boss siciliano, considerato uno dei nodi di collegamento tra i gruppi mafiosi coinvolti.
Il pentito: “Fabrizio Corona in contatto con il clan Mazzei”
Nel corso dll'interrogatorio davanti alla Direzione distrettuale antimafia di Milano, il collaboratore di giustizia William Alfonso Cerbo ha raccontato anche di presunti rapporti tra Fabrizio Corona e Gaetano “Tano” Cantarella, figura storica del clan Mazzei di Catania, attivo anche nel capoluogo lombardo.
Secondo quanto riferito dal pentito, Corona si sarebbe rivolto più volte a Cantarella per risolvere alcune questioni legate a Milano. In un’occasione, avrebbe persino chiesto il suo intervento per un recupero crediti di circa 70mila euro a Palermo, legato a una truffa subita da un amico dell’ex “re dei paparazzi”.
Pressioni e minacce agli inquirenti
Il lavoro dei magistrati non è stato privo di rischi. Nei mesi scorsi, la scorta del procuratore Viola e della pm Cerreti è stata potenziata a seguito di minacce legate proprio all’inchiesta Hydra. Un segnale, dicono gli investigatori, di quanto l’indagine stia toccando interessi criminali enormi.
La prossima tappa del procedimento, prevista per il 4 novembre, sarà decisiva. Le difese potranno presentare le proprie eccezioni, ma le dichiarazioni di “Scarface” Cerbo rischiano di aprire un nuovo fronte giudiziario e di riscrivere la mappa delle mafie al Nord.












