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Milano
L'Olona sotto la Darsena: una esplorazione per... spiriti coraggiosi. FOTO
(foto: Beatrice Mancini)

L'Olona sotto la Darsena: una esplorazione per... spiriti coraggiosi

Fiume Olona: agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso gli speleologi ne hanno percorso una parte estremamente interessante, raccogliendo così dati e materiale fotografico su questo aspetto inconsueto della città. Partiamo dalla Darsena e dal ramo dell’Olona che in essa sfocia. L’esplorazione è stata fatta ben prima del recupero del vecchio porto, riqualifica che ha regalato alla città un angolo suggestivo e finalmente perfettamente fruibile ai cittadini. Prima di tali lavori la zona era invasa dalla sporcizia, ritrovo spesso di tossicodipendenti e di sbandati. Avventurarsi nella Darsena, nei periodi di secca, ed entrare nel sottosuolo della città non era sempre semplice, anche per questi motivi. Le esplorazioni fatte servirono principalmente a documentare lo stato di degrado del fiume in quel lunghissimo tratto canalizzato che tutt’ora corre sotto viale Papiniano e oltre. All’epoca il problema principale era rappresentato dai ratti.

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Una volta entrati nella larga bocca di cemento armato situata nei pressi della sede dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, metro dopo metro ci si lasciava alle spalle l’antico porto fluviale per proseguire nel letto del fiume canalizzato che risultava al centro già ingombro di numerosi detriti. Il fondo era poi costituito da una fanghiglia che risucchiava gli stivali e suggeriva di procedere con circospezione. Nella spalla destra del canale, pochi metri dopo l’ingresso, furono individuati due interessanti cunicoli. Il primo, piuttosto piccolo e sudicio, era fatto di mattoni a vista e rimandava un aspetto particolarmente vetusto. Non fu esplorato, ma si suppone che fosse un antico condotto di scolo. Le ridotte dimensioni avrebbero costretto gli speleologi a procedere a carponi, operazione pericolosa se fatta in presenza di ratti. Subito dopo questo sbocco se ne apriva un altro, sempre in mattoni a vista e dalle dimensioni che permisero di entrarvi stando chinati: era con ogni probabilità un vecchio condotto fognario in disuso.

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Tornando nell’Olona, dopo circa un centinaio di metri i sedimenti e i rifiuti erano così numerosi da costituire una sorta di isolotto circondato dalle acque. Sopra vi si potevano avvistare decine di ratti che lì avevano trovato un posto asciutto. Proprio per la loro presenza tanto numerosa quanto pericolosa (il ratto è portatore sano di svariate malattie) le esplorazioni non si limitarono a quel breve tratto. Solo molti anni dopo, in seguito ad alcuni lavori di sistemazione del letto dell’ex fiume, i topi scomparvero e si poté procedere oltre. Ai ratti però si erano sostituiti rifiuti umani di ogni tipo: bottiglie di plastica, vetri, copertoni di auto, siringhe e altro ancora. Superati questi ostacoli l’esplorazione portò ad individuare un paio di antichi ponti inglobati nella copertura e i resti delle mura cinquecentesche. L’ultima esplorazione permise di arrivare dove il canale era pressoché pulito e con il fondo composto da uno strato leggero di ghiaia e sabbia che si erano sedimentati nel tempo, portati dallo scorrere delle antiche acque.

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Fiume Olona

Ubicazione. Via Giuseppe Codara – piazzale Antonio Cantore.

Mezzi pubblici. Linee tranviarie 9, 14 e 19; linee automobilistiche 47, 59 e 74; metropolitana M2 (St. Sant’Agostino).

Visita. Imbocco visibile dall’esterno.

Contatti. Metropolitana Milanese S.p.A., sito Internet: metropolitanamilanese.it.

Tratto da Alla scoperta di Milano Sotterranea, Ippolito Edmondo Ferrario, Gianluca Padovan, Newton Compton Editori, 2018

www.milanounderground.it

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