La Corte dei conti smentisce Albertini e salva Penati
di Fabio Massa
Secondo quanto puo riferire Affaritaliani.it, la Corte dei conti di Milano ha salvato Filippo Penati e i membri della giunta che approvarono l'acquisto delle azioni Serravalle (Grancini, Gasparini, Mattioli etc). L'acquisto era stato contestato in primo luogo dall'allora sindaco Gabriele Albertini, che reputava le azioni fossero state pagate troppo rispetto al prezzo di mercato. La sentenza ha smentito le tesi della Procura, condannandola anche a liquidare le spese legali. La cifra-monstre che veniva contestata a Penati era di 110 milioni di euro. Prevedibilmente l'accusa ricorrerà in appello. Anche perché la Corte motiva la bocciatura dell’accusa con il fatto che la procura ha ipotizzato un danno per la provincia mentre in effetti le quote vennero acquistate non da Palazzo Isimbardi ma da Asam, una società che pure Palazzo Isimbardi possedeva: “L’autonomia strutturale e giuridica tra Provincia e Asam Spa, non rende automaticamente e giuridicamente travasabile il danno patito dalla deliberante Asam alla Provincia, in assenza di idoneo riscontro probatorio - è scritto nella sentenza - Pertanto non è dato comprendere quale danno abbiano recato alla Provincia di Milano gli amministratori di Asam Spa, in questa sede evocati in tale loro qualità, essendo danneggiata la loro scelta deliberativa, ove si acclarasse realmente un danno da prezzo eccessivo, la sola società e non l’ente locale”.
Il fatto che ad acquistare le azioni sia stata Asam e non la Provincia non è un fatto secondario. “Non è dato comprendere - scrive la corte - quale apporto causale avrebbero dato a tale ipotizzato danno alla Provincia da incongruo acquisto , attraverso un ruolo deliberativo, i suoi assessori ed il suo presidente”. Ma sul punto fondamentale, la Corte si esprime? Cioè, si esprime sulla congruità del prezzo di acquisto? La risposta è sì, seppur incidentalmente: “Gli stessi periti della Procura presso il Tribunale penale, non offrono una valutazione univoca: secondo una prospettiva atomistica pubblicistica i due autorevoli consulenti hanno stimato eccessivo il prezzo di euro 8,831 pagato dalla Provincia per l’acquisto del 15 per cento delle azioni a fronte di un loro valore di mercato di euro 4,91-5,57 ad azione o, al limite, di euro 6,63-7,52 ove si volesse computare nella sua misura massima del 35 per cento un premio di controllo. Tale perizia ha però prospettato anche un diverso criterio di stima, cd unitario privatistico, che renderebbe invece congruo il prezzo pagato, ma che la Procura istante ha ritenuto non condivisibile, sebbene il criterio o non sia, ad avviso del Collegio, macroscopicamente illogico o abnorme”.