La politica milanese si ferma per Pamela e Luciana: un filo rosso contro la violenza sulle donne - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 08:17

La politica milanese si ferma per Pamela e Luciana: un filo rosso contro la violenza sulle donne

Il sindaco di Milano invita a reagire dopo il femminicidio di Bruzzano: “Serve una formula nuova per proteggere le donne, anche con i braccialetti elettronici”. In Consiglio comunale, un filo rosso unisce maggioranza e opposizione contro la violenza

di Federico Ughi

La camminata per Luciana Ronchi a Bruzzano, Sala: "Non dobbiamo arrenderci"

“Grazie per essere qui così tanti. Camminando avevo in me due sentimenti contrapposti: da un lato vedere così tante persone dà stimolo pure in momenti così tragici, dall’altro è come se sentissi la sensazione strisciante che è così e non cambierà. Ma questo non deve essere: proprio perché siamo tanti non dobbiamo arrenderci e dobbiamo andare avanti”. Con queste parole il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha concluso ieri sera la camminata a Bruzzano dedicata a Luciana Ronchi, la donna uccisa a coltellate dall’ex compagno Luigi Morcaldi.

Il primo cittadino ha ricordato come “tranne rarissimi casi, questi femminicidi hanno segnali. Questo è un punto di partenza”. Poi ha aggiunto: “Bisogna trovare una formula diversa perché certe situazioni vadano dichiarate e denunciate. È evidente che la donna che è oggetto di pressioni fa fatica. Per questo c’è bisogno che tutti noi facciamo la nostra parte. E chi raccoglie la denuncia deve avere preparazione, sensibilità, capacità di ascolto e di comprensione. Non deve mai dire ‘vedrai che passerà’”.

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“La privacy non può essere un ostacolo”

Sala ha poi toccato uno dei temi più delicati: “Certi comportamenti vanno tracciati e l’ostacolo non può essere la privacy. La privacy è importante ma è molto più importante che si elimini la possibilità che una donna venga uccisa. Ci deve essere un modo per controllare uomini del genere, siamo noi uomini, che manifestano queste intenzioni”.

Il sindaco ha insistito sulla necessità di agire con strumenti concreti: “Se la giustizia non ce la fa, un braccialetto elettronico va applicato e deve funzionare. Una formula diversa va trovata, se no non ne usciamo”. A queste parole, una donna dal pubblico ha reagito con un grido: “Cazzate, io ho denunciato!”. Sala l’ha invitata a intervenire, ma senza successo.

“In altre realtà esistono denunce anonime – ha continuato Sala –. Vi prego, non abbiate paura di fare denunce. A volte chi è minacciato fa fatica a dirlo, ma ci vogliono persone intorno che lo possano fare. La nostra società deve prendersi questo gravoso impegno”. Il sindaco ha poi ricordato una proposta di legge ferma in Parlamento: “C’è una legge alla Camera che non è andata avanti: io nel mio piccolo cercherò di dare il mio contributo perché questa legge vada avanti”.

“Educare gli uomini fin da bambini”

Sala ha concluso con un appello all’educazione e alla cultura del rispetto: “Ci vorrà tempo, ma bisogna andare avanti. Bisogna lavorare sulle scuole e sui bambini. Come Comune troveremo le modalità. Prego tutti di portare i vostri contributi”. Quando dalla piazza qualcuno ha invocato “più sicurezza”, il sindaco ha replicato: “Queste situazioni vanno al di là della sicurezza, sono questioni personali”.

Il filo rosso in Consiglio comunale

Intanto a Palazzo Marino, consiglieri e consigliere comunali hanno partecipato a un flash mob simbolico. In apertura di seduta, l’emiciclo è stato unito da un lungo filo rosso che collegava la presidenza, i banchi della Giunta e quelli del Consiglio. Un segno tangibile e ideale, oltre le differenze politiche, per dire no alla violenza sulle donne e ribadire l’urgenza di un impegno condiviso.

La città di Milano, colpita a distanza di pochi giorni da due femminicidi – quello di Luciana Ronchi e quello di Pamela Genini – prova così a reagire. Con la voce del suo sindaco e il gesto simbolico del Consiglio, l’appello è uno solo: non voltarsi dall’altra parte.








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