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Milano
Lavoro a Milano, Bonini (Cgil): Politica si occupi di qualità vita lavoratori
Massimo Bonini

Il lavoro a Milano, Bonini (Cgil): la politica si occupi della qualità e della vita dei lavoratori

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano – Parlando durante la presentazione del rapporto “Il lavoro a Milano”, realizzato da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil, il segretario della Camera del Lavoro Massimo Bonini, ha rilevato che “i dati occupazionali non possono essere solo meramente numerici, ma devono mettere in evidenza la qualità del lavoro e le condizioni delle persone che operano”, altrimenti si crea uno scollamento nella realtà delle cose. Alcuni elementi aiutano a comprendere: “dal 2013 i lavoratori a tempo indeterminato calano” e “il part time involontario crea forti difficoltà di accesso al credito per i lavoratori, non a certi esponenti della classe dirigente (il caso Siri ndr)”. Distorsioni che determina un forte scontento tra i lavoratori. E’ arrivato il momento che “la politica intervenga sulle condizioni di lavoro”, continua Bonini. Anche perché tutte le ricerche sul lavoro mettono in luce i fenomeni relativi alla innovazione, alla digitalizzazione, va detto però che “aumentano anche gli incidenti sul lavoro”, una vera piaga. Bonini ha messo a fuoco un altro tema, di grande attualità.

“E’ necessario parlare apertamente anche di Europa, dove si fa strada il dumping salariale tra i paesi”, “tocca a noi osservare ciò che accade nel mondo del lavoro per ragionare sulla omogeneità delle regole, un welfare comune, un fisco in linea con gli obiettivi della Comunità”. Temi completamente assenti dalla campagna elettorale. Negli ultimi 10 anni – nella ricerca promossa da sindacati e Assolombarda - l’identikit del lavoratore è profondamento cambiato. Dal 2008 al 2018, infatti, sono cresciuti in modo considerevole tra gli occupati le donne (+125mila), i laureati (+320mila) e gli over45 (+700mila). Sono, invece, diminuiti di mezzo milione i giovani. Il rapporto evidenzia come in un decennio il mondo del lavoro lombardo sia profondamente cambiato per via dell’evoluzione tecnologica e dell’invecchiamento della popolazione e come la flessibilità del lavoro sia uno degli aspetti di questo cambiamento. Un cambiamento che ha generato, rispetto al 2008, un aumento del numero totale dei lavoratori in Lombardia, +150mila (alimentato soprattutto dalla crescita del lavoro a tempo determinato, con conseguente diminuzione dell’incidenza del tempo indeterminato dall’88,7% del 2017 all’87,4% del 2018), la maggior parte concentrati nei settori del commercio e dei servizi, a scapito di agricoltura e costruzioni.

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