Leoncavallo, Marina Boer: "Partecipiamo al bando per San Dionigi per mostrare che è una soluzione assurda" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:16

Leoncavallo, Marina Boer: "Partecipiamo al bando per San Dionigi per mostrare che è una soluzione assurda"

Marina Boer, presidente delle Mamme del Leoncavallo dopo l'assemblea di ieri: "Partecipando al bando verrà fuori il motivo per cui noi non possiamo accettare". L'intervista

di Nicolò Rubeis

Leoncavallo, Marina Boer: "Partecipiamo al bando per San Dionigi per mostrare che è una soluzione assurda"

Il Leoncavallo parteciperà al bando del Comune di Milano per l'assegnazione dello stabile di via San Dionigi. "Ma lo faremo soltanto per far emergere tutte le contraddizioni di queste procedure. Questi bandi sono portati avanti in maniera assurda. Partecipando, verrà fuori il motivo per cui noi non possiamo accettare" spiega ad Affaritaliani.it Milano Marina Boer, presidente delle Mamme del Leoncavallo dopo l'assemblea di ieri del centro sociale.

"Giornalisticamente - aggiunge Marina Boer - ha fatto colpo questo fatto che aderiamo al bando. L'abbiamo sempre detto che avremmo aderito e non perché improvvisamente abbiamo cambiato idea. Ma perché sarà il modo per portare alla luce il fatto che queste procedure non sono accettabili. Viene richiesto di anticipare delle cifre notevoli, anche superiori a quelli che sono i prezzi di mercato". 

Oltretutto, quello in San Dionigi "è uno stabile fatiscente, senza fognature e impianto elettrico e col tetto in amianto. A spanne, ci vorrebbero tre milioni di euro per sistemarlo - sottolinea -. Se noi avessimo avuto quella cifra ci saremmo presentati al bando? No, ci saremmo comprati un posto migliore". 

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Insomma, "partecipiamo perché non vogliamo essere noi quelli che chiudono davanti alle soluzioni - prosegue Marina Boer -. Ma ci interessa far emergere politicamente quelli che sono i motivi per cui non possiamo accettare quella sistemazione".

Il ritorno in via Watteau? Boer: "Opzione migliore, ma al momento non praticabile"

Tornare in via Watteau sarebbe ovviamente l'opzione migliore "ma al momento non è praticabile. Non abbiamo nessuna proposta e nessuna informazione in tal senso - va avanti -. Sono anche uscite delle notizie giornalistiche relative al fatto che ci sarebbero delle fantomatiche cordate di imprenditori illuminati pronti a rilevare l'area. Noi non abbiamo saputo mai nulla". 

Inizialmente, il centro sociale aveva provato a far partire una raccolta fondi, ribattezzata 'Cassa di resistenza', anche per provare ad avvicinarsi alla cifra necessaria per i lavori in San Dionigi o in altri stabili, ma i soldi raccolti non sono stati sufficienti. "Fra le alternative di cui abbiamo parlato ieri - commenta Marina Boer - c'è anche l'idea di valutare un azionariato dal basso o di riproporre una raccolta fondi di qualsiasi tipo. Fermo restando che a noi interessa sapere da dove vengono quei soldi. Su questo vogliamo massima trasparenza". 

Intanto sarebbe importante trovare una sede legale, che prima era in via Watteau, anche per l'associazione delle Mamme del Leoncavallo. Una sorta di ufficio che renderebbe più facile anche organizzare eventuali spazi di confronto per analizzare le varie situazioni. In questo momento, per esempio, "abbiamo il problema di dover spostare l'archivio che è in corso di tutela e che non può restare nella proprietà di qualcun altro". 

L'auspicio "resta quello di avere presto una nuova sede per il centro sociale - conclude Marina Boer -. E continueremo a discuterne sia con le altre realtà occupate e antagoniste sia con le associazioni più istituzionalizzate come l'Anpi, l'Arci o la Cgil". 

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