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Lombardia, 30 incendi in impianti di stoccaggio rifiuti in due anni
Lombardia, incendio in impianto di stoccaggio rifiuti

Lombardia, 30 incendi in impianti di stoccaggio rifiuti in due anni

In Lombardia il fenomeno degli incendi nei magazzini di stoccaggio e trattamento dei rifiuti sta assumendo una dimensione significativa. Questi eventi sono stati oggetto delle attenzioni della Commissione parlamentare d'inchiesta che, dall'estate del 2015 alla primavera del 2017, ha contato ben nove incendi fotocopia a impianti di trattamento dei rifiuti nella sola provincia di Milano, altri roghi del genere a Lainate, a Bruzzano, a Cinisello Balsamo, a Senago, a Novate Milanese, a Cornaredo, senza contare l'escalation di fuochi nelle provincie di Pavia e Brescia. Considerando l'intera regione il conto sale a 30. E' il dato di partenza dell'indagine conoscitiva "Stoccaggio e traffico di rifiuti in relazione all'aumento dei casi di incendio e con particolare attenzione alla presenza delle organizzazioni criminali nel ciclo dei rifiuti", effettuata dalla commissione speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza e Legalita' del Consiglio regionale della Lombardia, presieduta da Monica Forte (M5S). La relazione conclusiva della commissione e' stata discussa durante la seduta di questa mattina dall'Assemblea di Palazzo Pirelli.

Un documento di oltre 70 pagine, arrivato al termine di sei mesi di lavoro. "Siamo partiti - ha spiegato la presidente Forte - dalla consapevolezza che il territorio lombardo soffre di radicamenti mafiosi in ogni provincia e che esistono attivita' lecite infiltrate dalla criminalita' organizzata. Abbiamo cercato di capire come le due cose si incrociassero, in relazione all'interesse forte di certi sodalizi malavitosi nei confronti della filiera della gestione dei rifiuti". Con il nostro lavoro, ha aggiunto Forte, "abbiamo fatto una 'fotografia' dettagliata della situazione, supportata da documenti e da un'ampia rassegna stampa, che conferma la necessita' di affrontare questo tema e stimola le istituzioni affinche' intervengano in maniera fattiva". Obiettivi condivisi dal vicepresidente della commissione Antimafia, Alex Galizzi (Lega), che ha ricordato come l'impegno profuso abbia permesso di "raccogliere dati e informazioni utili a trovare delle soluzioni per risolvere questi problemi in maniera concreta". Michele Usuelli di Piu' Europa, ha parlato di "buona politica", facendo riferimento all'impegno trasversale della commissione. Da parte sua il consigliere Pd, Angelo Orsenigo, ha detto: "All'interno della nostra Commissione abbiamo deciso di aspettare gli esiti della commissione di inchiesta sul sistema di gestione dei rifiuti in Lombardia prima di ritenere concluso il nostro lavoro, ma con quanto approfondito possiamo gia' oggi individuare alcune soluzioni pratiche".

Ricognizione in Lombardia della Commissione parlamentare sulle Ecomafie

Ma anche la Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha svolto attività di approfondimento in Lombardia. Il giorno 08 luglio la delegazione della Commissione, guidata dal presidente Stefano Vignaroli, ha fatto sopralluoghi in tre siti interessati recentemente da incendi: la discarica di Mariano Comense, la piattaforma Rieco di Novate Milanese e l’impianto Ipb di Milano. Questa mattina la delegazione ha invece svolto alcune audizioni presso la prefettura di Milano, sul tema degli incendi e della contaminazione da Pfas. Sono stati sentiti il prefetto di Pavia Silvana Tizzano, il comandante dei Noe di Milano Massimiliano Corsano e le rappresentanti di Arpa Lombardia (il direttore Attività produttive e controlli Maria Teresa Cazzaniga e la responsabile dell’unità Risorse idriche Valeria Marchesi).

Il prefetto Tizzano ha riferito in merito alle attività di contrasto degli incendi nel settore rifiuti messe in atto dalla prefettura di Pavia. L'audita ha spiegato che il «Nucleo ambiente», creato per la prima volta proprio dal prefetto Visconti in ottica di prevenzione dei roghi, nel suo periodo di operatività ha controllato 50 impianti riscontrando 39 irregolarità di vario tipo, da cui è poi scaturito per 10 siti il sequestro, disposto dall'Autorità giudiziaria. I controlli effettuati dal «Nucleo ambiente» riguardano principalmente lo stoccaggio dei rifiuti e i sistemi antincendio. Secondo quanto riferito dall’audita, la prefettura di Pavia ha anche condotto un censimento dei siti a rischio incendio di rifiuti sul proprio territorio, individuandone oltre 200. A gennaio 2019, il Consiglio regionale lombardo ha approvato una risoluzione in favore dell'estensione del modello del «Nucleo ambiente» di Pavia al resto della regione. Il Ten. Col. Massimiliano Corsano, comandante dei Noe Milano, ha riferito in merito alle dinamiche generali emerse dalle attività investigative sugli incendi. L'audito ha spiegato che gli incendi di rifiuti sono emersi come fenomeno nel 2016 in Veneto, diventando poi un elemento strutturale in tutto il Nord Italia.

Corsano ha illustrato come sono cambiate negli ultimi anni le condotte illecite nel traffico di rifiuti. Diversamente da quanto avveniva in passato, ha riferito l'audito, oggi la pratica del girobolla per simulare trattamenti mai avvenuti da sola non basta più per conseguire illecitamente un profitto. Secondo quanto riferito, essendo infatti di molto aumentati i costi di smaltimento dei rifiuti, passando da 80 a 250 euro a tonnellata, oggi la pratica più diffusa per conseguire un guadagno illecito consiste nell'evitare del tutto i processi di smaltimento. Di conseguenza i rifiuti vengono stoccati nei capannoni oppure, più raramente, incendiati. Il fuoco, infatti, alza troppo l’attenzione, mentre lo stoccaggio nei capannoni permette poi di abbandonare il sito, con minori rischi per le aziende che operano i traffici. Spesso, ha spiegato Corsano, sono spazi rimasti vuoti a seguito della crisi economica e affittati regolarmente dai trafficanti, mentre solo raramente l'occupazione del capannone avviene abusivamente, all'insaputa del proprietario.

L’impressione, secondo quanto riferito da Corsano, è che l'illegalità nel settore rifiuti stia crescendo in maniera evidente. Le rappresentanti di Arpa Lombardia hanno riferito in merito all'attività dell'agenzia, sia sul fronte degli incendi, sia su quello della contaminazione da Pfas. Cazzaniga ha fornito dati sul fenomeno degli incendi nel settore rifiuti: 11 nel 2015 (totale incendi 56), 8 nel 2016 (totale 42), 21 nel 2017 (totale 61), 22 nel 2018 (totale 63) e 7 dall’inizio del 2019 (totale 38). L’audita ha inoltre riferito in merito al progetto «Savager», che consiste nello studio di immagini satellitari per identificare in maniera più efficace le situazioni di potenziale non conformità con la normativa ambientale, contrastando così la gestione illecita dei rifiuti in Lombardia. Per quanto riguarda i Pfas, macrofamiglia di sostanze chimiche che comprende oltre 4mila sostanze, Marchesi ha spiegato che Arpa Lombardia conduce attività di monitoraggio dal 2017. Su 12 composti monitorati nelle acque superficiali, secondo i dati riferiti dall’audita, superamenti significativi della soglia di qualità ambientale-media annua sono stati rilevati nel 2018 per i Pfos (una tipologia di Pfas), in 46 su 57 stazioni di monitoraggio.

“Questi due giorni sono stati molto utili per renderci conto in prima persona della situazione in impianti interessati da incendi. I traffici illeciti di rifiuti sono un fenomeno mutevole, che va monitorato con molta attenzione. In pochi anni infatti le condotte illecite in questo campo sono molto cambiate, di pari passo con le nuove dinamiche di mercato: alla pratica ormai storica del girobolla si sono associati il fuoco e poi gli stoccaggi irregolari in capannoni abbandonati. Uno dei punti fondamentali riguarda proprio la mancanza di sbocchi commerciali per questi rifiuti. Penso per esempio alle plastiche miste, che potrebbero diventare nuove risorse se il loro riciclo fosse incoraggiato e venisse promossa la domanda sul mercato. La nostra indagine adesso prosegue con approfondimenti anche in Veneto”, dichiara il presidente della Commissione Stefano Vignaroli.

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