Lombardia, Orlandi (FdI): "Pressing Lega? La candidatura al partito più votato" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 13:35

Lombardia, Orlandi (FdI): "Pressing Lega? La candidatura al partito più votato"

Il coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia Simone Orlandi: "Il candidato al partito più votato, per coerenza e rispetto degli elettori. Milano? Si vince con un candidato forte, non con incastri e alchimie". L'intervista

Lombardia, Orlandi (FdI): "Pressing Lega? La candidatura al partito più votato"

Dopo il voto in Veneto, che ha ridato entusiasmo alla Lega rilanciandone le ambizioni anche sulla Lombardia, Fratelli d’Italia non arretra e ribadisce la propria posizione in vista di quella che sarà la partita per le regionali. Per Simone Orlandi, coordinatore cittadino di FdI, non c’è da temere il pressing  leghista: "Salvini è stato chiarissimo, la candidatura spetta al partito più votato. Per noi la discussione è già chiusa".

E sul possibile intreccio tra Regionali 2028, corsa al Colle e dinamiche nazionali, il dirigente frena: "Siamo fuori scala temporale. Il Quirinale 2029 non può condizionare nulla: si procede un passo alla volta". Quindi sulle voci di una candidatura di Attilio Fontana alle Politiche, che potrebbe anticipare il voto lombardo e farlo coincidere con le comunali di Milano, la linea resta questa: "Accorpare le elezioni ha senso solo per favorire la partecipazione, non per alchimie strategiche. A Milano si vince con un candidato forte". L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT MILANO

In Veneto la Lega è tornata protagonista. Dal suo punto di vista, questo voto ci dice qualcosa sugli equilibri futuri della coalizione in vista delle elezioni in Lombardia? Il successo del Carroccio è un campanello d’allarme per Fratelli d’Italia o un risultato legato al “modello Zaia”, non replicabile altrove?
In Veneto ha vinto la coalizione di centrodestra grazie al buon governo del presidente uscente. Ma il dato veramente importante, guardando alla Lombardia, è che alle ultime regionali Fratelli d’Italia ha ottenuto più voti della Lega. Non solo: anche nelle consultazioni successive i dati confermano che FdI è stabilmente il primo partito. Per questo il quadro lombardo è diverso, e il principio secondo cui chi ha più voti esprime la candidatura alla presidenza è un criterio logico e corretto. Ciò non toglie che la cosa più importante resti sempre scegliere il candidato migliore possibile, e il fatto che sia il partito più votato a indicarlo è un modo coerente di rispettare gli elettori.

Si aspetta una rinnovata pressione leghista concreta sulla candidatura del 2028? La Lega rivendica la leadership del Nord, qual è la strategia di Fratelli d’Italia in Lombardia? 
Non mi aspetto particolari pressioni. Salvini si è già espresso in modo molto chiaro: la candidatura alla presidenza della Regione andrà al partito che alle precedenti elezioni avrà ottenuto il maggior consenso. Oggi quel partito è Fratelli d’Italia. Per questo motivo la considero una discussione più mediatica che politica: per noi la questione è già chiusa.

Alcune analisi ipotizzano che FdI possa concentrarsi sull’obiettivo del Quirinale nel 2029, lasciando quindi più margini agli alleati nella partita lombarda. Gli equilibri nazionali (dalle Politiche alle riforme, fino alla corsa al Colle) influenzeranno la scelta del candidato in Lombardia?
Siamo davvero fuori scala temporale: in politica quattro anni sono un’era geologica. Ora si è appena votato per le regionali, il prossimo passo saranno le comunali di Milano, poi verranno le regionali lombarde. Parlare del Quirinale 2029 oggi significa muoversi nel campo delle pure ipotesi. Non ritengo che questi scenari possano influenzare la scelta del candidato presidente in Lombardia. Bisogna procedere un passo alla volta, in base alle esigenze reali e non alle speculazioni.

Lei è coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia a Milano. Le comunali nel capoluogo sono fissate per il 2027, un anno prima delle regionali. Circolano voci su una possibile candidatura del presidente Fontana alle Politiche, che aprirebbe lo scenario di un voto anticipato in Lombardia, in coincidenza con le amministrative a Milano e, probabilmente, con le Politiche stesse. Cosa ci dice di questa ipotesi?
L’idea di accorpare le elezioni ha senso solo per favorire una maggiore partecipazione al voto, non certo per costruire strategie su singole candidature. L’eventuale scelta del presidente Fontana di correre alle Politiche non può e non deve essere il metodo per vincere a Milano. Il centrodestra può riconquistare il capoluogo soltanto con una proposta credibile: un candidato forte, capace, sostenuto da un programma serio e condiviso dagli alleati. Milano merita un’alternativa concreta e di qualità. Affidarsi a incastri di calendario elettorale non è la strada giusta.

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