Mario Calabresi, la sinistra radicale e la violenza politica a Milano - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 09:19

Mario Calabresi, la sinistra radicale e la violenza politica a Milano

A Milano qualcuno nella sinistra radicale non vedrebbe di buon occhio una eventuale candidatura di Mario Calabresi poichè figlio del commissario Luigi. L'odio non ha data di scadenza. Ma nel frattempo il giornalista che cosa ne pensa di Milano? Commento

di Fabio Massa

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Mario Calabresi e la violenza politica a Milano

Come si sa, ho le orecchie dritte rispetto a tutto quello che agita la pancia dei partiti. Fatti di militanti, di dirigenti, di intellettuali. E posso assicurare che c'è qualcuno, nella sinistra radicale, che non vede di buon occhio la candidatura di Mario Calabresi a sindaco. Il motivo - e vedrete che esploderà questa infamia, prima o poi, anche pubblicamente - è che Mario è il figlio di Luigi, il commissario che venne accusato (e ampiamente scagionato) di aver defenestrato l'anarchico Pinelli e per questo ucciso da Lotta Continua (Bompressi, Marino, Pietrostefani e Sofri). Perché l'odio, purtroppo, non ha una data di scadenza.

Ma Calabresi cosa ha da dire su Milano?

Questo vuol dire che si deve ritenere Calabresi in automatico un ottimo candidato sindaco? C'è chi dice che c'è un piano inclinato che porterà a lui per il post Sala. Io non lo so, se sia un ottimo candidato sindaco o se non lo sia. Per la semplice motivazione che di Milano non l'ho ancora sentito parlare. Non ho ancora sentito neppure una sua parola sulle grandi questioni che sconvolgono la città: la riqualificazione del quartiere San Siro e la vendita dello stadio, il blocco dei cantieri e dell'urbanistica, un giudizio sul quindicennio di centrosinistra, il costo delle case, una politica per la mobilità. Non ho sentito parlare di nulla di tutto questo anche perché - su questo è bene dirlo - l'hanno candidato per ora solo gli altri (e i giornali per primi): lui ha sempre detto di non essere disponibile, ad oggi. 

Però, e qui è la critica al Partito Democratico metropolitano, come è possibile che venga invitato come relatore alla Festa dell'Unità e questa domanda non gli venga mai rivolta, anche solo per averne indietro un no-comment? Ma della Festa e delle domande non fatte, ne parleremo un po' più in basso. Per ora, rimaniamo sulla violenza politica.

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