Maria Sole Ronzoni, il futuro di Tosca Blu tra radici italiane e sfida globale - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 12:37

Maria Sole Ronzoni, il futuro di Tosca Blu tra radici italiane e sfida globale

Con Maria Sole Ronzoni alla guida, Tosca Blu si prepara ad una nuova fase: "Il nostro marchio un riferimento nel segmento premium accessible, capace di coniugare stile, qualità e responsabilità". L'intervista

di Krystel Lowell

Maria Sole Ronzoni, il futuro di Tosca Blu tra radici italiane e sfida globale

Dalla Bergamo degli anni Settanta ai mercati emergenti del futuro, Tosca Blu è il racconto di un’azienda familiare che ha saputo crescere, innovare e internazionalizzarsi senza perdere le proprie radici. Oggi, con Maria Sole Ronzoni alla guida, il marchio si prepara a una nuova fase, fatta di espansione digitale, sostenibilità e ricerca di mercati globali. Una sfida che unisce continuità e innovazione, e che conferma come la moda italiana sappia ancora coniugare tradizione e futuro. L'intervista

Maria Sole, che cosa significa per lei assumere un ruolo così importante in Tosca Blu?
È un percorso che vivo con grande senso di responsabilità, ma anche con entusiasmo. È una sfida difficile, certo, perché oggi il mercato della moda è molto competitivo e dinamico, ma è anche un privilegio poter portare avanti l’azienda di famiglia, che rappresenta non solo una realtà economica solida ma anche una parte della nostra storia personale. Vedere i numeri crescere, sapere che lavoriamo insieme a 300 persone, dà la misura dell’impegno ma anche della soddisfazione. Per me è una vera challenge, che affronto con energia e con la voglia di innovare.

Tosca Blu è un marchio fortemente legato all’Italia ma con vocazione internazionale. Quali sono i mercati su cui state puntando di più?
In passato il nostro secondo mercato di riferimento era la Russia, dove eravamo ben presenti. Oggi, a causa della situazione geopolitica, abbiamo dovuto rivedere la strategia e aprirci a nuovi scenari. Stiamo dialogando con partner in India, che è un mercato molto promettente, e abbiamo in programma aperture anche in Messico, Brasile e soprattutto Dubai e Medio Oriente. Sono mercati emergenti che rappresentano una grande opportunità, perché c’è una crescente domanda di prodotti italiani posizionati nel segmento premium accessible. Parallelamente stiamo sviluppando un nuovo concept di store design che ci permetterà di presentarci con un’immagine ancora più coerente e contemporanea.

L’e-commerce ha registrato una crescita straordinaria. Quanto pesa oggi la strategia digitale per Tosca Blu?
Nell’ultimo anno l’e-commerce è cresciuto del 75%, un dato che conferma quanto sia importante il digitale. Abbiamo avviato una partnership con Filoblue, un’agenzia specializzata, che ci supporta con strategie di advertising e tecnologie di data intelligence per raggiungere clienti in tutto il mondo. Grazie a queste attività riusciamo a intercettare nuovi target negli Stati Uniti, in Sud America e in Asia. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: permettere a chiunque, con un click, di acquistare un prodotto che arriva direttamente dall’Italia, con lo stile e la qualità che da sempre ci contraddistinguono.

Uno dei vostri punti di forza è il legame con il Made in Italy. Come riuscite a bilanciare tradizione e competitività globale?
Il legame con il Made in Italy è il cuore del nostro lavoro. A Bergamo sviluppiamo i campioni e i prototipi, e da lì parte il lavoro dei nostri designer e responsabili di produzione. Abbiamo un’unità produttiva in Romania con circa 200 dipendenti che ci consente di gestire i volumi e i costi, ma il controllo creativo e qualitativo resta in Italia. Questo ci permette di mantenere elevati standard di qualità e allo stesso tempo proporre prodotti con un posizionamento accessibile: le borse oscillano tra i 250 e i 350 euro, mentre le calzature tra i 150 e i 250. È un equilibrio delicato, ma che ci consente di restare competitivi senza rinunciare alla nostra identità.

La sostenibilità è ormai un fattore imprescindibile per ogni azienda di moda. Come state affrontando questa sfida?
Abbiamo introdotto una nuova figura interna che si occupa di safety & quality e che ci accompagnerà nello sviluppo del nostro primo bilancio di sostenibilità. È un passaggio fondamentale, perché ci permette di dare concretezza al nostro impegno in ambito ESG. Stiamo già introducendo materiali certificati, processi tracciabili e sistemi di controllo che ci condurranno alle principali certificazioni, come ISO 9001 e 45000. Per noi significa non solo rispettare le normative, ma soprattutto garantire trasparenza lungo tutta la supply chain, dal fornitore al cliente finale. La sostenibilità non è più un’opzione, ma una parte integrante della strategia di crescita del brand.

Guardando avanti, qual è la sua visione per Tosca Blu nei prossimi anni?
Il nostro obiettivo è duplice: da un lato continuare a valorizzare il DNA del marchio, che è legato al ben fatto, alla qualità, al design italiano; dall’altro rinfrescare e rilanciare Tosca Blu in mercati nuovi, con un linguaggio più contemporaneo e inclusivo. Credo che oggi la sfida non sia solo quella di fare buoni prodotti, ma di saper raccontare un’identità coerente e riconoscibile. Vogliamo che Tosca Blu diventi sempre più un marchio di riferimento nel segmento premium accessible, capace di coniugare stile, qualità e responsabilità.

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