The Milan Show-Biz
Milano Fashion Week 2025: emozione, memoria e nuovi orizzonti
Dopo New York e Londra, è il turno di Milano di accendere i riflettori sulla Primavera/Estate 2026 con una Fashion Week che quest’anno si annuncia carica di pathos, di aspettative e di emozione

Milano Fashion Week 2025: emozione, memoria e nuovi orizzonti
La città si risveglia e respira moda. Dopo New York e Londra, è il turno di Milano di accendere i riflettori sulla Primavera/Estate 2026 con una Fashion Week che quest’anno si annuncia carica di pathos, di aspettative e di emozione. Dal 23 al 29 settembre, sette giorni intensi in cui le strade del capoluogo lombardo diventano un palcoscenico diffuso, pronto a ospitare più di 170 appuntamenti tra sfilate fisiche e digitali, presentazioni, inaugurazioni ed eventi speciali. Non è solo una settimana di abiti, ma una narrazione corale che intreccia ricordi, celebrazioni e nuove direzioni creative.
Il ricordo di Giorgio Armani
Al centro di questa edizione c’è inevitabilmente il ricordo di Giorgio Armani, scomparso il 4 settembre all’età di novantun anni. Il calendario porta con sé un segno fortissimo: le due sfilate di Emporio Armani e Giorgio Armani che rappresentano non soltanto un momento di presentazione delle collezioni, ma un vero e proprio tributo all’uomo che ha incarnato il concetto stesso di eleganza italiana. In passerella non sfileranno soltanto tessuti e linee, ma la memoria viva di cinquant’anni di storia della moda, capaci di definire un linguaggio estetico che ha conquistato il mondo. Accanto a questo omaggio, la Pinacoteca di Brera apre le porte a una mostra straordinaria, “Giorgio Armani – 50 anni”, una raccolta di oltre centocinquanta abiti d’archivio che ripercorrono il percorso creativo dello stilista e ne celebrano la rivoluzione silenziosa.
I debutti della Milano Fashion Week
Milano, però, non è soltanto nostalgia. È anche terreno fertile per nuove voci e ritorni attesi. Quest’anno debuttano in calendario marchi come Dhruv Kapoor, Pierre-Louis Mascia, Knwls e SA SU PHI, mentre il pubblico potrà rivedere in passerella nomi che mancavano da alcune stagioni, come MM6 Maison Margiela, The Attico, Stella Jean, Boss e Calcaterra. Sono segnali che raccontano la vitalità di un sistema sempre pronto a rigenerarsi, a dare spazio al nuovo senza dimenticare la solidità dei suoi pilastri.
Grande curiosità è rivolta ai direttori creativi chiamati a guidare per la prima volta marchi storici. Simone Bellotti debutta da Jil Sander, Dario Vitale porta il suo sguardo inedito a Versace, mentre Louise Trotter è la nuova voce di Bottega Veneta. L’attesa è palpabile anche per Demna, che pur riservando la prima sfilata con Gucci a febbraio, sarà presente a Milano con un evento privato dal sapore misterioso. Sono passaggi che segnano il rinnovamento continuo di un settore che vive di trasformazioni e che, attraverso le visioni dei nuovi protagonisti, si prepara a ridefinire codici e linguaggi estetici.
Un denso calendario di eventi
Il calendario, denso e serrato, parte con Diesel, martedì 23, e si chiude con Giorgio Armani la domenica sera, in un arco di giorni che vedrà alternarsi le grandi maison italiane e internazionali. Prada, Fendi, Dolce & Gabbana, Moschino, Etro, Max Mara, Roberto Cavalli e Ferragamo scandiranno il ritmo delle giornate, con collezioni che promettono di mescolare romanticismo e rigore, leggerezza e concretezza. Le tendenze si intuiscono già dalle prime anticipazioni: un ritorno al dettaglio sartoriale, un gioco di trasparenze e fluidità che dialoga con la forza dello streetwear riletto in chiave sofisticata, un uso sapiente del colore alternato a pause di bianco e nero.
Parallelamente alle sfilate, Milano offre esperienze che vanno oltre il défilé. A Palazzo Giureconsulti si snodano le mostre “Future Threads: Italy’s New Wave” e “New Gen, New Ethos”, riflessioni sul futuro della creatività italiana, mentre in Via Fatebenefratelli prende vita lo spazio multidisciplinare “The Apartment”, in cui moda e arte dialogano in una dimensione più intima. Piazza Buozzi ospita il Fashion Philippines Milan Mentorship Program, dedicato ai giovani talenti filippini, a testimonianza di un respiro sempre più internazionale della settimana. E ancora, il 24 settembre al Teatro Manzoni i Black Carpet Awards celebreranno diversità e inclusione, mentre il 27 settembre al Teatro alla Scala si terrà la nuova edizione dei CNMI Sustainable Fashion Awards, appuntamento ormai imprescindibile per riflettere sulla responsabilità etica ed ecologica del settore.
Questa Milano Fashion Week, forse più di altre, si muove tra la memoria e l’avanguardia. Da un lato, la necessità di fermarsi a ricordare chi ha plasmato la moda italiana con la sua visione sobria e rivoluzionaria; dall’altro, la consapevolezza che le nuove generazioni di designer hanno il compito di scrivere il prossimo capitolo, con linguaggi diversi e sensibilità nuove. Milano diventa così un crocevia dove il passato e il futuro si incontrano, un luogo dove le emozioni individuali si trasformano in esperienza collettiva.
La moda, in fondo, non è mai solo vestito. È racconto, è memoria, è desiderio. E in questi giorni milanesi lo si percepisce in ogni dettaglio: negli show scintillanti, nelle mostre raccolte, nei dibattiti e nelle celebrazioni. La città intera si trasforma in un grande atelier a cielo aperto, capace di accogliere il dolore per la perdita di un maestro e allo stesso tempo la gioia per nuove visioni che prendono forma. Una settimana che rimarrà nella memoria non soltanto per i look che sfileranno sulle passerelle, ma per l’intensità di un racconto che intreccia vita, arte e stile.