Milano
Milano, al Leoncavallo non piace l’area San Dionigi: “Luogo malsano, non all’altezza della nostra storia”
Dopo il corteo di sabato 6 settembre, i militanti del centro sociale respingono l’ipotesi di trasferimento nell’area individuata dal Comune. Intanto la Soprintendenza avvia le pratiche per riconoscere l’archivio dedicato a Fausto e Iaio

Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo
Milano, al Leoncavallo non piace l’area San Dionigi: “Poposta non all’altezza della nostra storia”
A pochi giorni dalla manifestazione del 6 settembre, che ha portato in strada circa 50mila persone, il Leoncavallo torna a farsi sentire. In un comunicato diffuso ieri sera, i militanti contestano infatti la proposta del Comune di trasferire lo storico centro sociale nell’area dismessa di via San Dionigi. Una scelta che, spiegano, non risponde né alle esigenze di chi anima il Leonka né alla storia ultratrentennale dello spazio di via Watteau, sgomberato il 21 agosto scorso. La posizione è chiara: “La proposta non è all’altezza”.
I militanti del Leoncavallo: "Watteau funzionante, San Dionigi malsano”
Il documento mette a confronto due scenari opposti. Da un lato, via Watteau, “infrastrutturata negli ultimi 30 anni per un uso sociale e pubblico, perfettamente funzionante, sicura e attrezzata”. Dall’altro, l’area di San Dionigi, descritta come “totalmente dismessa e inagibile fino a bonifica e messa a norma. Un posto malsano, forse avvelenato, sul quale occorrono ulteriori indagini per attestare che non si metta a rischio la salute di chi ci entra”. Per i militanti, i costi necessari alla riqualificazione sono tali da scoraggiare chiunque, tanto che “i precedenti bandi sono andati deserti”. “Siamo convinti che né Catella né De Corato manifesteranno il loro interesse”, è la stoccata con riferimento anche alla polemica innescata dal presidente di Coima sul "nuovo modello Milano".
Leoncavallo, le attività "in forma nomade" e il riconoscimento dell'archivio storico
Il futuro del Leoncavallo resta così ancora più incerto. Come riferisce il quotidiano Il Giorno, i collettivi annunciano che, nell’attesa di una nuova sede stabile, le attività proseguiranno in forma nomade. In calendario ci sono appuntamenti riconosciuti a livello nazionale ed europeo come “La Terra Trema” e la “Festa della Semina e del Raccolto”, oltre a una serie di iniziative per sostenere la Cassa di resistenza. Intanto la Soprintendenza Archivistica ha notificato l’avvio delle pratiche per il riconoscimento ufficiale dell’archivio storico del centro sociale, dedicato a Fausto e Iaio. Un patrimonio che si affianca ai graffiti di Dauntaun, già oggetto di dibattito sull’identità artistica di Milano e sulla memoria culturale dell’area di via Watteau.
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