Milano, Bestetti (FdI): "Tassare i super-ricchi? Pd surreale, propone di risolvere i problemi che ha creato" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 19:09

Milano, Bestetti (FdI): "Tassare i super-ricchi? Pd surreale, propone di risolvere i problemi che ha creato"

Il consigliere lombardo di Fratelli d'Italia Marco Bestetti a tutto campo su Milano, lo stadio San Siro, il Leoncavallo: "In città non esiste più una maggioranza. E chi manifesta per il centro sociale ha perso coerenza e dignità". L'intervista

di Matteo Respinti

Milano, Bestetti (FdI): "Tassare i super-ricchi? Pd surreale, propone di risolvere i problemi che ha creato"

Per Marco Bestetti, consigliere regionale di FdI, la proposta della senatrice PD Cristina Tajani di una nuova addizionale comunale per tassare i super-ricchi e ridurre le disuguaglianze è “surreale”. Perché,  il trattamento fiscale di favore per i grandi capitali “lo hanno introdotto loro nel 2017”. Anche sul futuro dello stadio di San Siro, con la maggioranza divisa e almeno sei consiglieri pronti a votare contro, l’accusa è netta: “È la dimostrazione plastica che la maggioranza non esiste più”. Nel mirino di Bestetti anche le chat dell’ex assessore Tancredi (“insulti che negano la dignità dei consiglieri”), e la regolarizzazione del Leoncavallo, definita “una sanatoria mascherata”. L’intervista di Affaritaliani.it Milano.

Il Financial Times ha incoronato Milano come “capitale dei super-ricchi”. La senatrice Tajani (PD) ha ipotizzato un’addizionale comunale per “ridurre le disuguaglianze”. Bestetti, Milano ha davvero bisogno di una tassa comunale che colpisca i grandi capitali?
Innanzitutto occorre fare chiarezza. Il trattamento fiscale di favore nei confronti dei grandi capitali, dei cosiddetti super ricchi, lo ha introdotto il PD con la legge di bilancio del 2017. Trovo quindi surreale, quasi offensivo per l’intelligenza dei cittadini, che oggi il PD si proponga come risolutore di un problema che ha creato lui stesso. Il governo Meloni ha raddoppiato quell’imposta, portandola a 200mila euro, ma ricordo alla senatrice Tajani che fu proprio il suo partito ad approvare quel provvedimento. E ricordo anche che il PD governa Milano ormai da 14 anni. Siamo sempre alle solite: creano loro i problemi e poi si presentano come i salvatori.

E sul tema delle disuguaglianze? La preoccupazione della sinistra è reale?
Milano è certamente una città in cui le disuguaglianze si sono acuite, frutto di mancate risposte che l’amministrazione comunale avrebbe dovuto dare, ad esempio sul piano abitativo. Non si può pensare oggi, dopo 14 anni, di avviare un piano casa che durerà altri dieci anni, mentre nel frattempo si autorizzano progetti miliardari senza equilibrio rispetto alle esigenze della città. In sintesi: il problema delle disuguaglianze esiste eccome, ma è frutto di norme nazionali e incapacità amministrative locali, tutte targate PD. Il PD quindi si astenga dal proporre soluzioni a problemi che ha creato: si faccia da parte e lasci che li risolviamo noi.

Oggi il gruppo consiliare del PD e il vicesindaco Scavuzzo si incontrano per discutere della questione San Siro. La maggioranza è spaccata. San Siro sarà il tema decisivo per la caduta dell’amministrazione Sala?
Il progetto stadio, con tutte le sue sfaccettature, è uno dei dossier più rilevanti della città. Lo stesso Sala, poche settimane fa, aveva imposto la compattezza della maggioranza per poter andare avanti con l’attività amministrativa. È quindi surreale che su un dossier così importante la maggioranza si presenti divisa.  Questa è la dimostrazione plastica che la maggioranza non esiste più: non esiste politicamente da tempo e oggi rischia di non esistere nemmeno numericamente. Tuttavia, temo che non succederà nulla, perché il collante più forte della sinistra non è mai stato fare qualcosa per la città, ma conservare il potere fine a se stesso.

Ad alimentare lo scontro su San Siro, recentemente, si sono aggiunti i messaggi dell’ex assessore Tancredi. Così ostile nei confronti dei consiglieri contrari da prenderli a male parole e da negare loro l’accesso agli atti. Le chiedo, lei resterebbe parte di una maggioranza in cui un assessore insulta e ostacola apertamente il suo lavoro?
Qui non si tratta più di politica, ma di dignità personale. I consiglieri che sono stati insultati e sbeffeggiati in quelle chat devono trarre le conseguenze e togliere la fiducia a questa giunta. Io non accetterei simili insulti nemmeno dai miei avversari politici più aspri, figuriamoci da un assessore della mia stessa maggioranza. I consiglieri PD devono scegliere da che parte stare: se dalla parte della poltrona, perdendo la dignità, o se conservare almeno un briciolo di onore, traendone le conseguenze. È una questione di rispetto verso se stessi e verso i cittadini.

A proposito invece del Leoncavallo, il Comune è orientato alla regolarizzazione, mediante bando. A suo avviso, il problema del centro sociale era soltanto la sua natura abusiva oppure rappresenta qualcosa di intrinsecamente dannoso per Milano?
La natura illecita delle attività del Leoncavallo è conclamata e nessuno può negarla. Ma qui è in gioco qualcosa di più: la credibilità delle istituzioni e la tenuta dello Stato di diritto. Dieci giorni fa il governo, la Prefettura e la Questura hanno smantellato un odioso monumento all’illegalità, mentre il Comune di Milano ha scelto di elevare quei delinquenti a interlocutori istituzionali, mascherando una sanatoria con una finta procedura a evidenza pubblica. È gravissimo. Le istituzioni devono parlare la stessa lingua. Il governo ha ristabilito le regole dopo trent’anni, mentre il Comune di Milano si è schierato con gli abusivi. È un messaggio devastante e un conflitto inutile tra organi dello Stato. Noi lo contesteremo non solo politicamente ma, se necessario, anche nelle sedi giudiziarie, perché riteniamo che sia di una gravità inaudita.

Alcuni esponenti milanesi del PD, come Majorino e Capelli, hanno annunciato la decisione di partecipare a titolo personale, auspicando che lo faccia tutto il partito, alla manifestazione del 6 settembre. Come commenta questa decisione?
Il manifesto politico di quel corteo è un attacco diretto alle politiche portate avanti dalla sinistra in 14 anni di governo della città. Parteciparvi significa protestare contro se stessi. La verità è che sul Leoncavallo la sinistra ha perso la testa e, ormai, anche la faccia. Hanno perso coerenza e dignità.

Infine, a proposito delle prossime regionali, prima in Veneto e poi in Lombardia: Affariitaliani.it ha ipotizzato Lorenzo Fontana quale candidato presidente del centrodestra in Veneto, per lasciare spazio a un nome di Fratelli d’Italia in Lombardia. Le sembra uno scenario verosimile?
Leggo sempre con rispetto e interesse le ricostruzioni giornalistiche, ma la storia del centrodestra ci dice che da 25 anni troviamo sempre una sintesi basata sulla miglior proposta di governo per i cittadini, non sulle bandierine dei partiti. È stato così in tutte le grandi regioni e nei principali comuni amministrati, ed è così anche oggi. Qualunque sarà la scelta, io già oggi manifesto piena fiducia nella sintesi che la presidente Meloni troverà con gli alleati, perché so che si ragionerà sempre e soltanto nell’interesse dei cittadini e non per logiche di bandiera. Non so oggi dire quale sarà la formula definitiva, ma sono certo che il centrodestra troverà la soluzione migliore possibile, come ha sempre fatto in questi decenni di governo, dimostrando compattezza e capacità di sintesi. La forza della nostra coalizione è sempre stata quella di unire sensibilità diverse attorno a un obiettivo comune: garantire stabilità e buon governo. È questa la garanzia che possiamo offrire anche ai lombardi e ai veneti.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO








A2A