Milano, il car sharing non è più sostenibile: “Ogni veicolo genera perdite per 400 euro al mese” - Affaritaliani.it

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Ultimo aggiornamento: 15:52

Milano, il car sharing non è più sostenibile: “Ogni veicolo genera perdite per 400 euro al mese”

L’addio di Zity, i dubbi di Enjoy e l’allarme di Assosharing: “Canone comunale troppo elevato, così gli operatori fuggono e si tornerà all'auto privata"

di Giorgio d'Enrico

Milano, il car sharing non è più sostenibile: “Ogni veicolo genera perdite per 400 euro al mese”

Car sharing a Milano, ad ufficializzare la crisi è stata Zity. Nelle ultime ore sul sito della compagnia è comparsa una nota dal titolo eloquente: “Dobbiamo dirci arrivederci”, con emoticon di un cuore spezzato. Il servizio, arrivato a Milano nel 2022, non supererà il traguardo dei Giochi 2026: il 18 dicembre lascerà il capoluogo ritirando 650 veicoli elettrici.

“Le circostanze del mercato e la sostenibilità a lungo termine del business nel suo formato attuale ci hanno portato a rivalutare la nostra operazione”, spiega l'azienda. Una decisione che riapre ferite mai rimarginate nel settore, già colpito durante la pandemia dai lockdown e dal clima di diffidenza verso la condivisione.

Anche Enjoy valuta il futuro

E non è un caso che proprio a ridosso dell'annuncio di Zity, Enjoy abbia avuto un incontro a Palazzo Marino  per discutere il futuro del servizio, come riportato da indiscrezioni di Affaritaliani.it. Tra gli scenari sul tavolo, il passaggio da un modello free floating a un servizio più ristretto, basato su poche centinaia di auto collocate in stalli dedicati presso nodi strategici.

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L'attacco di Assosharing: "Il servizio a Milano è diventato insostenibile"

Il contesto generale vede mobilità condivisa e trasporto pubblico non avere ancora recuperato i livelli pre-Covid: l’utilizzo dei mezzi e dei servizi di sharing resta inferiore rispetto al 2019, con una domanda che fatica a stabilizzarsi. Ma a far esplodere la polemica, con un attacco piuttosto diretto a Milano, è stata Assosharing, l’associazione di riferimento del settore: “Da tempo gli operatori segnalano che mantenere il servizio a Milano è diventato insostenibile: ogni veicolo genera perdite superiori ai 400 euro al mese, un dato determinato dal canone comunale, oggi di gran lunga il più elevato tra le grandi città italiane, oltre che dagli elevati costi operativi”.

L’associazione sottolinea come altre città — Roma, Torino e Bologna — abbiano scelto di rivedere o azzerare i canoni, mentre “a Milano al momento non sono stati adottati interventi analoghi, nonostante i numerosi confronti istituzionali e la presentazione formale di proposte tecniche”.

Per Assosharing, il ritiro di Zity è solo il sintomo di un problema sistemico: “Il ritiro di un operatore riduce la massa critica del servizio e indebolisce l’intero ecosistema della mobilità condivisa: meno veicoli disponibili significa meno possibilità di utilizzo e un probabile ritorno all’auto privata. È un paradosso per una città che fino a pochi anni fa rappresentava un modello nazionale e internazionale nell’ambito del car sharing”.

L’associazione avverte che senza interventi immediati “il rischio è quello di un collasso dell’intero servizio: il ritiro progressivo delle flotte metterebbe fine al più grande sistema di car sharing del Paese, con effetti negativi sulla mobilità urbana, sulla qualità dell’aria e sulle abitudini quotidiane di migliaia di cittadini”.

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