Milano
Milano, corteo per il Leoncavallo: "Siamo 50mila, ci riprendiamo la città". Uova e petardi contro la polizia, occupato il Pirellino
Decine di migliaia di persone da tutta Italia, la Questura vieta l'arrivo in Piazza Duomo, ma la testa del corteo ottiene di passare. Insulti a Piantedosi e Catella, occupato il Pirellino, uova e petardi contro le forze dell'ordine


Milano: l'occupazione del Pirellino da parte degli antagonisti (foto: centro sociale Lambretta)

(foto: centro sociale Lambretta)

La manifestazione per il Leoncavallo




Oggi a Milano la manifestazione organizzata dal centro sociale Leoncavallo, sgomberato lo scorso 21 agosto. Corteo dalle 14 da Porta Venezia e percorrerà le vie centrali della città, con la presenza di decine di migliaia di persone provenienti da tutta Italia. Il secondo corteo dei centri sociali
Milano, corteo per il Leoncavallo: la Questura vieta l'arrivo in piazza Duomo ma gli organizzatori non cambiano programma
Oggi a Milano la manifestazione indetta dai militanti del Leoncavallo in risposta allo sgombero del centro sociale, avvenuto il 21 agosto. Il corteo "Giù le mani dalla città" è partito alle 15, con migliaia di persone da tutta Italia, insieme a esponenti di numerosi centri sociali. Il tracciato reso noto dagli organizzatori prevede l’avvio da Porta Venezia lungo viale Majno, viale Bianca Maria e viale Regina Margherita, con arrivo a Porta Romana. Da lì il corteo risale verso il centro, imboccando via Francesco Sforza, passando davanti al Policlinico e raggiungendo Largo Augusto, per poi puntare a piazza Fontana. È questo il punto di arrivo indicato dalla Questura che non ha concesso l'arrivo in piazza Duomo per ragioni di ordine pubblico.
Tuttavia una volta raggiunta Piazza Fontana, la testa del corteo ha ottenuto di passare e raggiungere piazza Duomo, circondata da polizia in assetto antisommossa che ha aperto un varco. I manifestanti hanno inneggiato cori contro le forze dell'ordine e contro il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
Uova e petardi contro le forze dell'ordine davanti alla Prefettura
Un lancio di uova e petardi in direzione dello schieramento di forze dell'ordine a presidio della prefettura era stato fatto da un piccolo spezzone del corteo per il Leoncavallo di Milano. I manifestanti dietro lo striscione "Questa citta' di pensate chi sia?" sono rimasti a oltre una cinquantina di metri di distanza dalle transenne e nulla ha colpito gli agenti.
"Siamo 50mila, ci riprendiamo Milano"
"Siamo 50mila. Questa città ce la riprendiamo". Lo dicono i manifesanti nel corso del corteo. "Non vogliamo che Milano sia una scatola luccicante per ricchi", scandiscono dal megafono. "Dal 21 agosto ci hanno privato di uno spazio di libertà. Ce lo riprenderemo".
Chi partecipa alla manifestazione per il Leoncavallo
Numerose le sigle, le associazioni, i collettivi che hanno partecipato alla mobilitazione, cui hanno aderito anche personalità del mondo dello spettacolo come Gabriele Salvatores, Gigio Alberti, Claudio Bisio, Antonio Catania, Paolo Rossi, Renato Sarti, Bebo Storti, i Punkreas. Presenti Anpi e Cgil, così come i gruppi politici di Avs e Rifondazione Comunista. Diversi esponenti del Pd hanno partecipato ma a titolo personale.
Marina Boer: "Corteo per ribadire la necessità di andare avanti"
"Lo sfratto che hanno eseguito e' stata l'occasione ma questa manifestazione vuole ribadire la necessita' di spazi in una citta' come Milano, vuole ribadire la necessita' di andare avanti". Lo ha detto Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme antifascista del Leoncavallo, prima della partenza del corteo "Abbiamo lanciato la manifestazione per avere una risposta dall'esterno e speriamo che sara' molto partecipata e molto eterogenea", ha aggiunto.
Alla testa del corteo i militanti del Leoncavallo, poi le Mamme antifasciste del Leoncavallo, i Comitati per San Siro con "Giu' le mani da San Siro". In piazza anche personaggi della politica e dello spettacolo: Nicola Fratoianni, segretario di SI, sfila dietro lo striscione Avs con parlamentari e consiglieri locali, sfila anche una delegazione del Pd con il segretario metropolitano Alessandro Capelli, senza pero' bandiere di partito, il presidente dell'Anpi Milano Primo Minelli. Numerose le bandiere palestinesi.
Stanzione (Cgil): "Con il Leoncavallo è stato attaccato lo spazio democratico"
"Abbiamo lanciato un appello a tutte le forze democratiche della citta', associazioni, partiti, insieme a Anpi e Arci, ad esserci, perche' non e' stato attaccato soltanto quello che e' un simbolo, il Leoncavallo, ma e' stato attaccato lo spazio democratico da parte di un governo che utilizza la forza e l'arroganza ogni volta che e' in difficolta'", ha dichiarato il segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, Luca Stanzione. "E siccome e' un governo che in questo momento non da' risposte alla crisi economica, all'inflazione, alla crisi dei salari, ha bisogno di queste scene che assomigliano molto a quello che succedeva troppi anni fa, un passato che pensavamo di esserci lasciati alle spalle", ha aggiunto.
Minelli (Anpi): "Se la destra voleva lo scalpo di Milano, questa è la risposta"
"Come Anpi siamo qui in piazza a Milano perché la vicenda del Leoncavallo ha dato il segno di una destra arrogante e di una destra che in qualche modo vuole provocare una città che gli è ostile. La seconda ragione è perché questa è una piazza antifascista e in quanto tale l'Anpi non può che essere presente su questa piazza". Lo ha detto Primo Minelli, presidente dell'ANPI di Milano. "La cosa importante è che questa piazza sia unitaria, partecipata e di massa anche perché questa cosa è anche una manifestazione che guarda al domani di Milano. Se la destra con il blitz al Leoncavallo voleva avere lo scalpo di Milano, questa è la risposta di Milano", ha concluso.
Capelli (Pd): "Essere qui non è una contraddizione, lo dobbiamo alla storia di Milano"
"Non e' una contraddizione essere qua - ha spiegato il segretario del Pd milanese Alessandro Capelli - perche' lo dobbiamo alla storia di Milano, che e' anche la storia di tanti noi. Abbiamo deciso che non potevamo non essere qui ma contemporaneamente abbiamo deciso di lasciare liberta' alle persone perche' qui contano anche le storie personali e abbiamo deciso di non imporre al corteo le bandiere del Pd perche' essendo un corteo plurale ci teniamo a esserci sapendo che il ruolo del Pd e' un altro. In questo momento il partito ha il ruolo di dover dare anche delle risposte a quello che questa piazza chiede e pensiamo che non ci sia nessun imbarazzo e nessuna contraddizione".
L'altra manifestazione dei centri sociali, che "occupano" il Pirellino: "Contro la città dei padroni"
Accanto al corteo ufficiale, i centri sociali milanesi hanno organizzato una seconda iniziativa, "Contro la città dei padroni". Il corteo è partito alle 13 dalla Stazione Centrale, con un percorso che ha toccato via Galvani, via Melchiorre Gioia, piazza della Repubblica e i Bastioni, fino a raggiungere Porta Venezia per unirsi alla manifestazione principale. I manifestanti, almeno 5mila, si sono mossi al grido "dentro la città dei padroni, dieci cento mille occupazioni".
I manifestanti si sono poi introdotti nel cantiere del Pirellino di proprietà di Coima: "Occupare è giusto. Questo è un cantiere e oggi lo sequestriamo per il bene di questa metropoli. Non ci basta uno scandalo e non ci basta un processo. Dalla cima del Pirellino è stata versata sulla facciata vernice rosa, mentre un enorme striscione 'Contro la città dei padroni' è stato issato sul lato dell'edificio. Durante il corteo pomeridiano, diversi i cori contro Catella.
Catella: "Questa la nuova proposta di democrazia urbanistica del modello Milano..."
"Le manifestazioni violente con azioni illegali e occupazioni abusive da parte dei cortei formati dai centri sociali, con la partecipazione di rappresentanti di espressioni politiche, rappresentano evidentemente la nuova proposta del cosiddetto modello Milano, che interpreta la democrazia urbanistica invocata da alcuni. L’opinione pubblica potrà scegliere se questa è la Milano che vogliamo". Questa la nota di Manfredi Catella, ceo di Coima, che ha commentato l'occupazione del Pirellino da parte degli antagonisti.
"Meloni sgombera, Sala svende, Catella specula": la scritta al cantiere Coima per le Olimpiadi. Blitz con fumogeni in via Watteau

''Meloni sgombera, Sala svende, Catella specula. Gli studenti vi fanno gola, noi ci andremo di traverso''. È la scritta comparsa già questa mattina, nel giorno della mobilitazione contro lo sgombero del Leoncavallo, sui cantieri di Coima - la società fondata dall'immobiliarista Manfredi Catella, indagato nell'inchiesta sull'urbanistica della Procura di Milano - per la costruzione del Villaggio Olimpico a Scalo Porta Romana. La struttura, dopo i Giochi, diventerà uno studentato. A condividere la foto della scritta è sui social il collettivo studentesco Cambiare Rotta. ''Gli ultimi avvenimenti, dall'inchiesta della Procura fino allo sgombero del Leoncavallo, mettono a nudo una macchina perfettamente funzionante: il governo Meloni reprime e sgombera gli spazi, Sala e la sinistra svendono il patrimonio pubblico e i palazzinari speculano'', scrive il collettivo a corredo dell'immagine, condivisa su Instagram. Si registra anche un blitz in tarda mattinata di un gruppo di antagonisti del Lambretta presso via Watteau, storica sede del Leoncavallo. Fumogeni e la scritta 'Questa città di chi pensate che sia? Casa, reddito cittadinanza per tutti'
Manifestazione del Leoncavallo, le reazioni del centrodestra: "Spettacolo indegno"
Numerose le reazioni dal centrodestra. Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino, ha attaccato la giunta milanese: "Ancora una volta pare evidente come la coalizione che governa Milano non sia in grado di esprimere una presa di posizione chiara contro le inciviltà e le illegalità dei centri sociali che minano le fondamenta del viver civile. Questa è la cultura che dovremmo tutelare". Sulla stessa linea il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che ha commentato gli incidenti avvenuti durante il corteo: "Leggo di disordini, con lanci di petardi e di uova contro le forze dell'ordine, nel contesto del corteo a favore del Leoncavallo. Il commento più ovvio è 'nulla di nuovo sotto il sole'. Poi, invece, la razionalità e la condanna per azioni gravi e scellerate".
Riccardo De Corato, deputato FdI, ha definito la manifestazione "uno spettacolo indegno" sottolineando che "non è 'sociale' ciò che calpesta la legalità: è illegalità e basta. Chi rappresenta istituzioni e associazioni storiche dovrebbe dare l'esempio, non cercare alibi per chi viola cantieri, terrorizza quartieri con fumogeni e attacca le Forze dell'Ordine". Duro anche l’affondo di Filippo De Bellis di Forza Italia: "La manifestazione di oggi ha mostrato in modo evidente il volto reale di una certa sinistra che continua a giustificare comportamenti inaccettabili, anche a scapito della legalità e del rispetto delle istituzioni". Il coordiinatore lombardo azzurro Alessandro Sorte ha rimarcato: "È incredibile che si difenda e si giustifichi chi è abusivo e compie illegalità. Il corteo di oggi mette in risalto le contraddizioni interne al campo largo: è assurdo che una parte significativa dei partiti che ne fanno parte si sia schierata a difesa delle ragioni del Leoncavallo".
Silvia Sardone, Lega, ha commentato: "Il grande corteo a difesa dei delinquenti del Leoncavallo sarà pieno di vip e di radical chic. Parteciperanno poi i centri sociali del nord Italia, l'immancabile Anpi, la Cgil, i partiti della sinistra radicale e parte del Pd. Insomma tutta la sinistra, compresa quella al caviale, a difesa degli occupanti abusivi che non hanno rispettato le leggi per 30 anni".
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DELLA SEZIONE MILANO