A Milano l'inchiesta sui "turisti della guerra": gli italiani che pagavano per andare a sparare a Sarajevo nei weekend - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 11:37

A Milano l'inchiesta sui "turisti della guerra": gli italiani che pagavano per andare a sparare a Sarajevo nei weekend

Indagine della Procura su un gruppo di “cecchini del weekend” partiti dal Nord Italia per unirsi alle milizie serbo-bosniache durante l’assedio della capitale negli anni Novanta

Di Giorgio d'Enrico

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A Milano l'inchiesta sui "turisti della guerra": gli italiani che pagavano per andare a sparare a Sarajevo nei weekend

Pagavano per andare in guerra e “sparare per divertimento” sulla popolazione civile di Sarajevo. È l’accusa al centro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano, che mira a individuare gli italiani coinvolti nei massacri avvenuti tra il 1993 e il 1995 durante l’assedio della capitale bosniaca. Il fascicolo, affidato al pm Alessandro Gobbis, è stato aperto per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai motivi abbietti, ed è al momento a carico di ignoti.

L’indagine nasce da un esposto presentato dal giornalista e scrittore Ezio Gavazzeni, con la collaborazione di due avvocati e dell’ex magistrato Guido Salvini, noto per le sue inchieste sul terrorismo e sui crimini di guerra.

I “cecchini del weekend” partiti dal Nord Italia

Secondo quanto emerso dalle testimonianze raccolte, questi “turisti della guerra” erano perlopiù simpatizzanti dell’estrema destra, con una forte passione per le armi. Provenivano da diverse città del Nord Italia e si sarebbero radunati a Trieste, da dove partivano verso la Bosnia per unirsi ai militari serbo-bosniaci fedeli a Radovan Karadžić.

Una volta giunti sulle colline attorno a Sarajevo, avrebbero potuto “sparare per divertimento” sui civili della città assediata, dopo aver pagato somme di denaro “ingenti” alle milizie serbe. Tra il 1993 e il 1995, durante l’assedio, furono uccise oltre 11mila persone.

L'ex sindaca di Sarajevo: "Ricchi stranieri amanti di imprese disumane"

Nel fascicolo d’inchiesta figura anche una relazione inviata alla Procura di Milano dall’ex sindaca di Sarajevo Benjamina Karic, che avrebbe segnalato la presenza di “ricchi stranieri amanti di imprese disumane” tra i cecchini che parteciparono ai massacri. L’indagine, riportano Il Giorno e La Repubblica, è ancora nelle fasi iniziali ma punta a ricostruire i collegamenti tra i gruppi italiani e le milizie di Karadžić, responsabili di alcuni dei più gravi crimini della guerra nei Balcani.

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