Milano
Milano, l'Ospedale Sacco all'avanguardia: la cura di virus naturali contro superbatteri resistenti agli antibiotici
Terapia fagica rivoluzionaria cura un’infezione da Pseudomonas incurabile: il Sacco tra i primi ospedali al mondo a sperimentarla

Ospedale Sacco di Milano
All’ospedale Sacco di Milano è stato trattato con successo un caso grave di infezione da Pseudomonas resistente a tutti gli antibiotici. Grazie all’impiego di batteriofagi, virus naturali capaci di attaccare solo batteri specifici, il paziente ha mostrato un netto miglioramento. È uno dei primi casi al mondo di terapia fagica riuscita in ambito ospedaliero.
Milano, l'Ospedale Sacco all'avanguardia: la cura di virus naturali contro superbatteri resistenti agli antibiotici
Un virus naturale, progettato per colpire un solo obiettivo: il batterio. È la nuova frontiera della medicina contro le infezioni che nessun antibiotico riesce più a curare. L’ospedale Sacco di Milano è stato protagonista di uno dei primi casi al mondo di terapia fagica riuscita su un paziente con ulcera infetta da Pseudomonas aeruginosa, un superbatterio notoriamente difficile da debellare.
Quando gli antibiotici non bastano più
Il paziente in cura al Sacco non rispondeva a nessuna delle terapie antibiotiche tradizionali. L’infezione persisteva da anni, impedendo perfino un intervento di innesto cutaneo. La situazione sembrava senza uscita, finché un’équipe guidata dall’infettivologo Matteo Passerini ha avviato una terapia innovativa: l’uso compassionevole di fagi, virus selezionati per attaccare solo il batterio incriminato.
La terapia fagica: un'arma naturale e mirata
Il trattamento è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra l’ospedale Sacco, l’Università di Pisa e la prestigiosa Mayo Clinic americana, che ha fornito i virus personalizzati. Ogni fase, dalla scelta del fago al monitoraggio clinico, è stata gestita da un team multidisciplinare. Il risultato? Il batterio è stato completamente eradicato, confermato da ripetuti test. Ora il paziente potrà sottoporsi all’innesto cutaneo precedentemente controindicato.
Un futuro oltre gli antibiotici
Secondo gli specialisti, questo è un primo, importantissimo passo verso l’integrazione della terapia fagica nella pratica clinica per infezioni resistenti. Andrea Gori, direttore dell’Unità di Malattie infettive del Sacco, sottolinea l’importanza della collaborazione tra centri di ricerca: “La terapia fagica offre nuove speranze dove le medicine convenzionali falliscono”.