Milano
Milano, Palazzo Marino assaltato come Capitol Hill (e ci sarebbe un po' da vergognarsi)
In scala enormemente più bassa, le proteste fuori da Palazzo Marino dei Pro pal dopo il voto sul gemellaggio con Tel Aviv mostrano la stessa mancanza di cultura democratica dei cretini con le corna che assaltarono Capitol Hill. Commento

Tensioni fuori da Palazzo Marino
Milano, Palazzo Marino assaltato come Capitol Hill (e ci sarebbe un po' da vergognarsi)
Premessa: non stiamo parlando del conflitto tra Israele e la Palestina. Stiamo parlando di Milano, e dei milanesi. E di qualcosa che io ritengo gravissimo: il tentato “assalto” a Palazzo Marino. Ovvero il luogo dove si stava tenendo il consiglio comunale, il luogo della democrazia cittadina, sacro per chiunque abbia a cuore le istituzioni. In questo luogo, per la seconda volta, i consiglieri erano chiamati a esprimersi sull’interruzione del gemellaggio con la città di Tel Aviv. Un “segno”, secondo gli estensori dell’ordine del giorno, della vicinanza alle istanze palestinesi. Un ordine del giorno che - non si capisce bene se volontariamente, ma ritengo di sì - si sarebbe voluto votare in prima battuta nella serata del 6 ottobre. A una manciata di ore di distanza dal 7 ottobre, giorno dell’attacco di Hamas ai civili israeliani, un giorno della vergogna che ha dato inizio a una guerra vergognosa. In consiglio comunale viene fatto mancare il numero legale.
Lunedì 13 ottobre si torna al voto. E non passa. I consiglieri scelgono così. C’è chi ovviamente non è d’accordo, come i Giovani Democratici del Pd, che avrebbero voluto l’interruzione dei rapporti con la città israeliana. Altri, come il sindaco, che hanno detto chiaro e tondo che uno dei principali oppositori a Netanyahu è proprio il sindaco di Tel Aviv. Ma c’è qualcosa che mi ha sconvolto: l’assalto tentato a Palazzo Marino appena il presidio in piazza Scala ha appreso del voto negativo e dunque della mancata interruzione del gemellaggio. Del resto la locandina del presidio lo diceva chiaro e tondo: “O il Comune blocca il gemellaggio Milano-Tel Aviv, o Milano blocca il Consiglio Comunale”. In pratica: o fate quel che vogliamo noi (che poi non è che quel gruppo di propal può parlare per un’intera città...), oppure noi blocchiamo il principale organo rappresentativo del Comune.
Fatte le dovute distinzioni quantitative e qualitative, non vedo differenze ideologiche se non di segno opposto con quei cretini con le corna che hanno dato assalto a Capitol Hill dopo l’elezione di Biden. Quelli si ribellavano a una scelta democratica e volevano sovvertirne gli effetti. Questi lo stesso, ma in scala enormemente più bassa. Un po’ di vergogna ne abbiamo, a Milano? Vogliamo tornare a rispettare le nostre istituzioni democraticamente elette? Per regolare i conti ci sono le elezioni, se qualcuno ancora andrà a votare vista l’astensione che macina record dopo record anno su anno.
(Per te che stai leggendo e sei propal: io condanno la guerra infame a Gaza e vorrei che fosse davvero finita, così come vorrei la scomparsa dalla faccia della terra di Hamas e l’istituzione e il riconoscimento internazionale unanime di uno stato di Palestina sicuro e ben definito, che possa vivere in pace senza muri, coloni, invasioni e intromissioni, che si occupi di far vivere bene i propri abitanti e non di lanciare missili)