Milano, Pelucchi (Pd): "Il rimpasto sia ampio per dare nuovo slancio assieme a tutta la coalizione" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 19:22

Milano, Pelucchi (Pd): "Il rimpasto sia ampio per dare nuovo slancio assieme a tutta la coalizione"

La vicesegretaria del Pd milanese Giulia Pelucchi: “Il nostro partito è l’attore di primo piano, ma con tutta la coalizione dobbiamo discutere le discontinuità e ribadire ciò che è stato fatto"

di Matteo Respinti

Milano, Pelucchi (Pd): "Il rimpasto sia ampio per dare nuovo slancio assieme a tutta la coalizione"

Il Pd milanese chiamato a governare il timone nella non semplice navigazione degli ultimi diciotto mesi di amministrazione Sala. Superando in particolare gli scogli dello strappo conseguente al voto su San Siro e delle indagini sull'urbanistica. Il dibattito all'interno del partito sulle strategie da adottare nel breve e medio periodo è vivo e vivace. 

Pochi giorni fa su Affaritaliani.it Milano Giordano Ghioni, responsabile zone omogenee della segreteria metropolitana, spiegava: "Serve coprire la delega all'Istruzione, poi accelerare sulle cose che mancano e spiegare alla città che cosa vogliamo per il futuro” (LINK QUI).  Oggi nel dibattito interviene Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8 e vicesegretaria dei dem milanesi. Secondo Pelucchi non basta risolvere la delega vacante all’Istruzione, ma occorre aprire un rimpasto più ampio che dia nuovo slancio alla giunta: “La sostituzione uno ad uno non è ciò che è stato auspicato in segreteria. Serve rilanciare i punti presentati alla Festa dell’Unità, tenendo conto della coalizione”. Sulla conferma della vicesindaco Anna Scavuzzo alle deleghe urbanistiche, Pelucchi rivendica il ruolo del PD come forza trainante del centrosinistra a Milano, ma sottolinea che la sfida resta collettiva: “Il Partito Democratico è l’attore di primo piano, ma con tutta la coalizione dobbiamo discutere le discontinuità e ribadire ciò che è stato fatto”. 

In questa intervista ad Affaritaliani.it Milano, Pelucchi individua le priorità: disuguaglianze crescenti, caro-affitti e salari fermi, temi che, afferma, “avrebbero bisogno di risposte nazionali, ma su cui da Milano continueremo a fare la nostra parte, con ricette nuove e non con la nostalgia del 2011”. L'INTERVISTA

Presidente Pelucchi, si discute molto della composizione della giunta: il tema fondamentale è davvero soltanto “coprire” la delega vacante all’Istruzione, come sostiene una parte del suo partito, oppure è giunto il momento di un rimpasto più ampio che dia maggiore peso al PD e un segnale politico alla città?
La sostituzione uno ad uno non è ciò che è stato auspicato in segreteria. La richiesta di un rimpasto più ampio parte dalla volontà di mettere a terra quei punti che come Partito Democratico abbiamo raccontato alla Festa dell’Unità con maggiore slancio, tenendo conto della coalizione.

La conferma della vicesindaco Scavuzzo alle deleghe urbanistiche viene letta dai commentatori come una scelta di continuità. È solo questo o, anche in vista delle elezioni, il PD rivendica un ruolo di primo attore del centrosinistra a Milano?
Il Partito Democratico ha già dimostrato di essere l’attore di primo piano di questa coalizione di centro sinistra, ma é insieme a tutta la coalizione che si vogliono discutere i punti di discontinuità ribadendo pure tutto ciò che si é fatto anche se spesso tendiamo a dimenticarlo. Abbiamo definito delle priorità da qua a fine legislatura, che devono necessariamente camminare sulle gambe delle persone. Stiamo guadagnando identità che deve essere portate avanti da chi al meglio può rappresentarla.

Manca poco alla fine del mandato di Sala: il racconto dei risultati sembra ricadere sempre più sul Partito Democratico. Il PD milanese dovrà prendersi piena responsabilità di quanto fatto in questi due anni di amministrazione, o ci sono temi su cui sarebbe opportuno fare diversamente, magari tornando anche al programma del 2011?
Dal 2011 ad oggi è cambiato il mondo e le ricette non possono essere le stesse. Oggi serve rilanciare, non la nostalgia. Abbiamo tutte le capacità di costruire e dare nuove risposte al mondo cambiato e già lo stiamo facendo. I grandi temi di oggi riguardano l’aumento delle disuguaglianze, il costo della vita con prezzi delle case folli e salari che non crescono, la questione ambientale. Sono tutti punti che avrebbero bisogno di serie risposte a livello nazionale, noi da qui continueremo a fare la nostra parte e proponendo ricette nuove.

C’è chi parla della necessità di un Partito Democratico più vicino alle persone. Il PD è allineato alle esigenze quotidiane dei quartieri o, come accusa il centrodestra, c’è ancora una distanza da colmare?
I municipi agiscono un ruolo di collettore fondamentale e si sta lavorando per renderli più autonomi, nel senso di essere capaci a dare risposte uscendo un po’ dal ruolo di intermediazione che ancora oggi hanno in via maggioritaria. Credo che la risposta debba partire da qui.

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Alla luce di appuntamenti politici di respiro nazionale, come l’iniziativa del 24 ottobre, e del dibattito sul “campo largo”, quanto pesano le dinamiche nazionali sulla proposta milanese? Milano sarà un unicum o vedremo replicata la strategia nazionale?
Oggi a livello nazionale non è possibile pensarsi fuori dal campo largo perché altrimenti con l’attuale legge elettorale non si può neanche gareggiare. Benissimo creare momenti di confronto che possano arricchire il dibattito, senza essere sleali con la Segretaria e senza dimenticare che fuori dalla bolla non interessa a nessuno chi sta con chi. Dobbiamo raccontare la nostra idea di Paese perché è su questo che verremo votati.

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