Milano
Milano, Sorte (FI): “Giunta al capolinea, non escludo il voto anticipato. Ma ora La Russa ci dica cosa vuole fare sul candidato"
Il coordinatore lombardo di Forza Italia sollecita Fratelli d’Italia a convocare il tavolo di coalizione e chiede a La Russa di sciogliere le riserve sul candidato. L'intervista

Alessandro Sorte, coordinatore di Forza Italia in Lombardia
Ai microfoni di Affaritaliani Milano Alessandro Sorte, coordinatore di Forza Italia in Lombardia, avverte che la giunta di Milano è “sta in piedi per miracolo” e non esclude elezioni anticipate. Sollecita Fratelli d’Italia e Ignazio La Russa a guidare la scelta del candidato sindaco del centrodestra. Sul dossier San Siro, FI annuncia che non offrirà alcun sostegno alla maggioranza.
Milano, Sorte (FI): “Giunta al capolinea, non escludo il voto anticipato. Ma ora La Russa ci dica cosa vuole fare sul candidato"
Per quanto riguarda la scelta del candidato del centrodestra per Milano "mi aspetto che Fratelli d'Italia convochi presto il tavolo di coalizione" commenta il deputato e coordinatore di Forza Italia in Lombardia Alessandro Sorte, rivolgendosi al presidente del Senato Ignazio La Russa, ossia a colui che dà le carte in città per il partito di Giorgia Meloni: "Ignazio, se ci sei, dicci cosa vuoi fare. La Russa è una figura autorevole, deve scendere in campo". Gli azzurri, che negli ultimi mesi hanno accolto tra le loro fila gli ex sindaci Gabriele Albertini e Letizia Moratti, vorrebbero individuare un profilo civico e allargare anche ad Azione: "Il centrodestra deve farsi trovare pronto perché non escludo nemmeno il voto anticipato. L'attuale maggioranza sta in piedi per miracolo". Uno degli scogli più difficili per la giunta sarà il passaggio in Consiglio comunale sulla vendita di San Siro a Milan e Inter: "Ma da Forza Italia non arriverà nessun soccorso".
Sorte, intanto la città è paralizzata. Come se ne esce?
Il Pd ha fatto un pasticcio enorme votando il Salva Milano alla Camera per poi farsi fagocitare al Senato dal M5s e da Avs che hanno demonizzato quel provvedimento. Una scelta che sta pagando la città. Noi non abbiamo utilizzato le inchieste come arma di propaganda. Anzi, abbiamo difeso e sventolato il nostro garantismo nei confronti degli indagati. Nessuno può dire che Forza Italia sia stata ambigua su questo punto. Ma Milano è ormai al collasso e sopravvive solo grazie a espedienti che, invece di risolvere i problemi, rischiano di generare soltanto più confusione.
Ci spieghi meglio.
Parliamo di pratiche ferme, investitori che si ritirano, cantieri bloccati, posti di lavoro sfumati. Un rallentamento della capitale economica del Paese con il pericolo di venga trascinata l'intera Lombardia e l'Italia. In questi giorni abbiamo assistito all'ennesima soluzione tampone: dopo le dimissioni dei membri della Commissione per il Paesaggio di Palazzo Marino centinaia di pratiche urbanistiche sono state trasferite alla Commissione Paesaggio della Città Metropolitana, caricando un ufficio che non ha una struttura adeguata. Milano merita più delle soluzioni improvvisate e temporanee.
Se salta la vendita di San Siro cadrà la giunta?
Noi dobbiamo essere pronti, perché io non escludo il voto anticipato in città. E non lo escludo non per le questioni legate all'inchiesta, ma per quelle politiche che ci portano a dire che questa maggioranza sta su per miracolo e fatica ad andare avanti. Un passaggio importante sarà il voto su San Siro, dove non ci sarà nessun soccorso azzurro. Anzi, la strategia che dovrebbe attuare il centrodestra dovrebbe essere quella di lasciare l'Aula e di non partecipare alla votazione. A quel punto vedremo se la maggioranza ha i numeri.
Sul candidato sindaco c'è da accelerare?
Io mi aspetto che il partito di maggioranza, che è Fratelli d'Italia, convochi un tavolo, anche perché mi sembra che la campanella sia suonata ampiamente. Adesso il centrodestra deve stringere. Noi, come Forza Italia, le nostre proposte le abbiamo fatte. Abbiamo lanciato uno schema di gioco valido, partendo dalla considerazione che nelle grandi metropoli il voto progressista supera quello conservatore e popolare. Ma a Milano c'è un forte malcontento e noi con un candidato civico possiamo intercettare l'elettore riformista e progressista deluso. Per farlo abbiamo anche detto che vogliamo aprire ad Azione di Carlo Calenda addirittura ipotizzando per loro la casella del vicesindaco, ossia un progetto che li renda protagonisti.
E che può diventare ancora più importante in vista della possibile concomitanza tra elezioni comunali e politiche.
A Milano, che può essere la grande città dove torniamo a vincere, serve una coalizione molto più centrodestra e non 'destracentro'. L'avvicinamento con Azione potrebbe ovviamente avere un significato nazionale. Milano potrebbe essere un laboratorio che spinge Azione, a ridosso delle elezioni politiche, ad allearsi con il centrodestra. Uno schema che farebbe sicuramente molto comodo a Giorgia Meloni… La Lega ha fatto un'apertura molto importante, così come il governatore Attilio Fontana. Mi rivolgo a La Russa. Ignazio, se ci sei - e sono sicuro che ci sei - dicci cosa vuoi fare. Nel puzzle oggi manca La Russa, che è uno dei padri nobili del centrodestra che deve scendere in campo.
Servirà anche una campagna meno urlata?
Non c'è dubbio. Ricordo che io fui il primo a parlare di 'desardonizzazione' del centrodestra. Il mio non era un attacco verso Silvia Sardone, che è una professoressa universitaria nel suo mestiere. Il mio era un attestato di stima ma anche un messaggio lanciato agli alleati per ribadire che a Milano servirà un'impostazione diversa e meno urlata.