Milano
Carcere Beccaria, falsi referti medici per coprire torture e maltrattamenti: 42 indagati, coinvolti anche ex direttori
La Procura amplia l’indagine sulle violenze subite da 33 giovani detenuti. Tra gli indagati agenti, ex direttori e personale sanitario

Sale a 42 il numero degli indagati per le torture e i maltrattamenti nel carcere minorile Beccaria di Milano. Coinvolti anche ex direttrici e sanitari accusati di coprire le violenze, falsificando referti e omettendo segnalazioni. L’inchiesta documenta anni di soprusi, dalle cinghiate alle minacce di morte, in un sistema di omertà e impunità.
Carcere Beccaria, falsi referti medici per coprire torture e maltrattamenti: 42 indagati, coinvolti anche ex direttori
La Procura di Milano ha esteso a 42 il numero degli indagati nell’inchiesta sulle presunte torture e maltrattamenti ai danni di 33 minorenni detenuti nel carcere Beccaria. L’inchiesta, già scoppiata lo scorso anno con arresti e sospensioni, coinvolge ora un ampio gruppo di persone, tra cui circa trenta agenti della polizia penitenziaria, tre ex direttori dell’istituto e personale sanitario.
Violenza sistematica
I 42 indagati dovranno rispondere a 45 capi d’accusa che vanno dalle torture aggravate ai maltrattamenti, dalle lesioni personali al falso, fino a un episodio di violenza sessuale. L’inchiesta tratteggia un quadro inquietante di abusi sistematici perpetrati tra il 2021 e il marzo 2024: pestaggi, insulti a sfondo razzista e umiliazioni fisiche e psicologiche ai danni dei giovani reclusi. Tra gli episodi più gravi, nel novembre 2023, un detenuto di origine araba sarebbe stato colpito con ripetute cinghiate nelle parti intime, provocandogli sanguinamento.
Le aggressioni avvenivano spesso in locali privi di videosorveglianza, dove i detenuti venivano immobilizzati con le manette e colpiti con calci, pugni e persino stivali. “Compare, io ti mangio il cuore” è una delle frasi pronunciate da un agente prima di colpire un minore.
Referti falsi per cancellare le prove
Tre operatori sanitari – il coordinatore medico, un dottore e il capo infermiere – sono accusati di aver redatto referti falsi o concordati con la polizia penitenziaria, omettendo di segnalare le lesioni. Secondo la Procura, avrebbero assistito a più aggressioni senza intervenire, permettendo il ripetersi delle violenze.
Ex dirigenti nel mirino
Tra gli indagati compaiono anche le ex direttrici Cosima Buccoliero e Maria Vittoria Menenti, insieme a Raffaella Messina, reggente per un periodo. La loro accusa: non aver esercitato i poteri di vigilanza e impedito condotte “reiterate, violente e umilianti” da parte degli agenti.
Un’inchiesta che si allarga e l’incidente probatorio per proteggere le vittime
Per tutelare le testimonianze dei 33 ragazzi coinvolti, la Procura ha chiesto l’incidente probatorio, uno strumento legale che consente di fissare le deposizioni delle vittime davanti a un giudice prima dell’inizio del processo. L’obiettivo è assicurare la cristallizzazione dei loro racconti e proteggerli dalle pressioni e dai rischi legati al procedimento.
L’indagine, iniziata nell'aprile 2024 con l’arresto di 13 agenti e la sospensione di altri 8, sta ora entrando in una fase cruciale con il ricorso all’incidente probatorio. La Procura guidata da Marcello Viola mira a consolidare le prove per smantellare la presunta rete di violenze che avrebbe segnato profondamente la vita dei giovani detenuti del Beccaria.