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Milano

Ultimo aggiornamento: 12:46

Milano venera molto i morti e meno i santi

Continua la (più che legittima) santificazione di Giorgio Armani. La cui dipartita ha rilanciato la narrazione di una Milano in parabola discendente. Non è così, ma siamo a un turning point come non se ne vedevano da decenni. Il commento

di Fabio Massa

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Milano venera molto i morti e meno i santi

Chiusa la camera ardente, seppellito il corpo, aperto il testamento, continua la  santificazione di Giorgio Armani. Non c'è social che non sia invaso dalle foto di chiunque con lo stilista. Il che testimonia che non se la tirava, ma anche che io quel mondo non lo frequento manco di striscio. Per dirla con una battuta: "E' morto Armani e non ho nessun selfie con lui da mettere". Mi ha fatto molto ridere anche qualcuno che ha commentato i tanti big che testimoniavano che Armani non gli aveva fatto pagare lo smoking, l'abito da sera eccetera, in questo modo: "Il ricordo di Armani è una sfilata di poracciate".

Spirito a parte, la morte dello stilista ha innescato una serie di analisi sul "periodo terribile" della città. Mettendola in relazione alla crisi del modello Milano, alle fibrillazioni politiche eccetera. Un ennesimo scalino discendente verso la narrazione che Milanofaschifo dalle vette, fino a poco fa, di Milanoplacetobe. 

Milano, un turning point come non se ne vedevano da decenni

Ovviamente sono cretinate. Milano è Milano, e avrà ancora da offrire per la moda e tutto il resto. Semplicemente - e su questo dovremmo riflettere - siamo a un turning point epocale, come non se ne vedevano da decenni. La moda non ha più un nume tutelare che difendeva anche Milano da Parigi, quindi ne servono altri. Tra due/tre anni (dipende dal voto in Regione, se nel 2027 o 2028, ne parliamo sotto) si andrà a scegliere nuovo sindaco e nuovo governatore, oltre che a votare per le politiche. La borghesia che investe, e i tantissimi che guadagnano grazie all'edilizia, da sempre uno dei driver cittadini (vi ricordate quanto era depressa Milano durante la crisi dei subprime - leggasi immobiliare?), sono assai preoccupati per il blocco dei cantieri. C'è chi ne fa una questione politica, ma poi ci sono tutti quelli che ci vivono, con quel mondo. Almeno ci sono buone notizie che però sembrano non scalfire una politica superficiale. Per esempio la santificazione del "milanese" Carlo Acutis, il santo millennial. Forse se si iniziasse a imitare l'impegno dei santi e non solo a piangere i morti, le cose andrebbero meglio.

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