Milano
Milano, i Verdi rilanciano: "E' Azione il freno alla discontinuità. E rispetto al loro peso, sono già stati molto ascoltati"
Il capogruppo milanese Tommaso Gorini commenta lo strappo di Azione: "Ascioti nome incompatibile per la delega alla Sicurezza. Sì, siamo diversi ma possiamo avere obiettivi comuni. E a Monguzzi..." L'intervista

Tommaso Gorini
Milano, i Verdi rilanciano: "E' Azione il freno alla discontinuità. E rispetto al loro peso, sono già stati molto ascoltati"
Dopo lo strappo di Azione, che ha abbandonato il tavolo di coalizione sul rimpasto di giunta, i Verdi non sembrano intenzionati a concedere aperture. E, anzi, rivendicano più spazio sulle proposte fatte che fin qui "non hanno trovato riconoscimento". Secondo il capogruppo Tommaso Gorini, "il messaggio che manda Azione è che non si trovano più all'interno di questa configurazione". E comunque, anche pensando alle ambizioni sull'assessorato alla Sicurezza, "non possono rivendicare un peso maggiore di quello che hanno". Gorini si rivolge anche al Pd: "Se veramente si cerca discontinuità, allora forse sarebbe il caso di ascoltare più la nostra visione. In questa consiliatura, ha prevalso di più quella che rappresenta l'area di Azione". E chiede anche al sindaco Sala "un riscontro chiaro se si vuole proseguire insieme". Quanto agli attacchi interni di Carlo Monguzzi, Gorini sottolinea "che il riscontro dalla nostra comunità politica lo abbiamo ricevuto dai congressi". L'INTERVISTA
Gorini, lo strappo di Azione rende ancora una volta più evidente l'incompatibilità politica?
Se hanno deciso che non si trovavano più al tavolo è perché hanno valutato che non ci fosse questa compatibilità. La loro reazione è stata un attacco diretto nei nostri confronti, cosa che noi non abbiamo mai fatto. Il messaggi che mandano è che non si riconoscono più all'interno di questa configurazione.
Alle prossime comunali ha senso continuare con lo schema attuale?
Ci può essere la possibilità di trovare un compromesso ma partendo da un presupposto che abbiamo smesso di ricordarci. Ossia che veniamo da due culture diverse, la loro è orgogliosamente liberale, la nostra è socialdemocratica. Va trovata una mediazione chiara riconoscendo che non siamo la stessa cosa. Perché in questi anni il non detto è stato far finta che queste due culture fossero la stessa cosa. Con degli obiettivi comuni si possono trovare dei punti di contatto.
Al tavolo di maggioranza che riscontri hanno avuto le vostre proposte?
Abbiamo segnalato il fatto che ci sembra evidente che la città faccia fatica e che sempre meno persone riescono ad avere risorse per poterci vivere. Oggi la città è fragile e per questo pensiamo che vadano ridefinite le deleghe e ripensati i servizi per guardare di pù alla coesione sociale. La categoria che ha più manifestato disagio in tal senso sono i giovani e vorremmo mandare un segnale d attenzione. Al tavolo è emersa la frattura rispetto alla richiesta di Azione sull'assessorato alla Sicurezza. Non abbiamo assolutamente posto veti. Abbiamo soltanto sottolineato, cosa peraltro condivisa dal sindaco, che per quel ruolo ci vuole una persona con esperienza chiara. La proposta di Azione era il loro segretario cittadino Francesco Ascioti e questo era incompatibile con quello che serve alla città. Per noi il miglior modo di fare sicurezza è investire sulla coesione e sulle politiche giovanili.
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A prescindere da Ascioti, ad Azione va riconosciuto un assessorato?
Alle scorse comunali erano un cartello riformista con Azione, +Europa e Italia Viva. Tre sigle politiche che, insieme, hanno preso meno di noi. Quindi non possono nemmeno rivendicare un peso maggiore rispetto a quello che hanno. Se hanno un problema politico con l'assessore di riferimento di quell'area, quello è un tema interno loro.
Avete qualcosa da rimproverare al Pd?
Sicuramente non è facile trovare l'equilibro ma quello che mi sento di dire è che il maggior freno alla discontinuità viene proprio da Azione, eppure le politiche della maggioranza portate avanti fin qui sulle principali partite, dallo stadio all'urbanistica, sono state molto più vicine alla loro visione e non alla nostra. Tutti si riempiono la bocca con la discontinuità. Se davvero la vogliono, forse sarebbe il caso di riconoscere più spazio alle nostre proposte.
E al sindaco Sala?
Stesso ragionamento. Se non si trova una quadra, deve essere lui a sbloccare la situazione che non può essere scaricata tutta sui partiti. Noi chiediamo una presenza maggiore al sindaco perché non abbiamo ancora ricevuto un riscontro sulle nostre proposte. Da parte nostra non è stato un esercizio di stile. Quelle proposte sono la cartina di tornasole per valutare se stiamo andando nella giusta direzione e se sia il caso di proseguire insieme.
Monguzzi fa opposizione interna e vi attacca definendovi "finti Verdi". La comunità a Milano è divisa?
Abbiamo un riscontro diretto dalla nostra comunità politica. Abbiamo fatto un anno un fa un congresso provinciale, ero candidato co-portavoce e la mia mozione ha vinto. Ne abbiamo fatto uno cittadino e ha vinto quella di Francesca Cucchiara. Quindi, mi sento di dire che all'interno della nostra comunità c'è il riconoscimento per quello che facciamo. L'esempio di Monguzzi è interessante. Lui non è mai stato iscritto a Europa Verde, è un po' quella cosa di mettersi sull'Aventino e criticare gli altri. Non ci facciamo troppo prendere da queste questioni e lavoriamo tutti i giorni per costruire la nostra comunità e i risultati piano piano si stanno vedendo. Il partito cresce e adesso ha finalmente di nuovo una sede a Milano. Le prospettive di Avs per le prossime comunali sembrano confrontanti e quindi andiamo assolutamente avanti. Se poi qualcuno si vuole sedere in un angolo e criticare faccia pure.
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