Milano
Morte di Rebuzzini, indagini per omicidio. Ma il figlio: "Aggressione? Era amato da tutti"
Il critico fotografico, 74 anni, è stato trovato agonizzante dal figlio nel suo laboratorio di via Zuretti a Milano. Sul collo segni compatibili con uno strozzamento

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario sulla morte del fotografo Maurizio Rebuzzini, trovato agonizzante dal figlio nel laboratorio di via Zuretti e trasportato al Fatebenefratelli, dove è deceduto. Sul corpo ecchimosi al collo hanno insospettito i medici e la Squadra mobile, che indaga anche tramite tabulati telefonici e immagini delle telecamere
Morte di Rebuzzini, indagini per omicidio. Ma il figlio: "Aggressione? Era amato da tutti"
Morte di Maurizio Rebuzzini: la pm di turno Maria Cristina Ria ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. Ma il figlio Filippo sembra essere scettico rispetto all'ipotesi che il padre, stimato fotografo di 74 anni, possa essere stato ucciso: "Non penso a un’aggressione, era amato da tutti", sono le sue parole, come riferisce Ansa. E' stato proprio il figlio a trovare l'uomo agonizzante sul pianerottolo del suo laboratorio in via Zuretti, a Milano.: "Ho anche cercato di rianimarlo".
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Caso Rebuzzini: la scena del crimine e le ecchimosi sul collo
Poteva sembrare un incidente, ma alcune ecchimosi compatibili con uno strozzamento hanno spinto i medici ad allertare la Polizia. La Squadra mobile e la Scientifica hanno eseguito rilievi nell’appartamento, trovato con la porta aperta e senza segni di effrazione: il cellulare e i soldi erano ancora all’interno. La pm di turno Maria Cristina Ria ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. L'autopsia è prevista per settimana prossima, mentre proseguono le analisi delle telecamere e le audizioni di conoscenti e parenti per capire se qualcuno avesse accumulato rancore nei confronti del fotografo.
Le testimonianze dei vicini di Rebuzzini
Un residente ha riferito di aver sentito delle grida: "Pensavamo avesse avuto un infarto", ha detto. Sul ballatoio erano in corso dei lavori e qualcuno ipotizza un incidente. Ma i segni sul collo hanno spinto gli inquirenti a non escludere la pista dell’aggressione. Fondatore della rivista FOTOgrafia, aveva insegnato all’Università Cattolica e animato l’associazione Obiettivo Camera. Aveva curato la sezione storica degli apparecchi fotografici al Museo Alinari di Firenze e collaborato con grandi nomi come Giovanni Gastel, Gian Paolo Barbieri, Maria Vittoria Backhaus, Maurizio Galimberti e Piero Gemelli.
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