Milano
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio a Direzione Nord-Est: "Sui femminicidi serve un'educazione al rispetto che parta dai genitori"
Intervenuto alla kermesse tenutasi a Padova il 20 ottobre, il Guardasigilli ha toccato vari temi: dalla riforma della giustizia al sovraffollamento delle carceri, fino alle indagini della CPI sul caso Almasri

Carlo Nordio a Direzione Nord-Est
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio a Direzione Nord-Est: "Sui femminicidi serve un'educazione al rispetto che parta dai genitori"
Il 20 ottobre il Ministro della Giustizia Carlo Nordio è stato ospite alla prima edizione di Direzione Nord-Est, tenutasi a Padova. Intervenuto in collegamento video, il Guardasigilli ha risposto alle domande di Giancarla Rondinelli del TG1 e di Fabio Massa, presidente della Fondazione Stelline, toccando diverse questioni di stretta attualità.
"Riforma della giustizia? Siamo in arrivo: il referendum in primavera"
«Siamo in dirittura d’arrivo» assicura il ministro parlando della riforma della giustizia. «La prossima settimana vi sarà la seconda lettura della seconda parte, quindi l’ultima lettura in Parlamento della riforma. Poi vi sarà presumibilmente, anzi certamente, il referendum, penso entro la primavera, entro febbraio-marzo». Secondo Nordio, la tabella di marcia sarà rispettata: «La maggioranza in Parlamento è compatta. Abbiamo avuto anche qualche contributo di una piccola parte dell’opposizione. I tempi saranno quelli che ho detto».
"Sovraffollamento carcerario: ecco i tre fronti su cui intervenire"
Uno dei nodi più complessi resta quello del sovraffollamento nelle carceri, tema che Nordio definisce «il più lacerante». «Si parla sempre degli aspetti negativi del carcere – osserva – ma esistono anche esperienze positive, come quella del teatro a Nisida o le attività produttive e di rieducazione culturale in istituti come quello di Padova, che fa i panettoni più buoni d’Italia». Il ministro individua tre linee di intervento per affrontare il problema. La prima riguarda «i detenuti extracomunitari, per i quali cerchiamo di far scontare la pena nei paesi di provenienza, e per questo siamo in relazioni diplomatiche con vari Stati». La seconda riguarda «i tossicodipendenti, che sono poco meno di un terzo dei nostri detenuti: per molti di loro, imputati di reati minori, stiamo predisponendo una detenzione differenziata presso comunità controllate, che coniughino sicurezza e rieducazione».
Il terzo punto tocca un tema delicato come la carcerazione preventiva: «Abbiamo circa 12-15 mila detenuti che non sono condannati con pena definitiva - spiega Nordio - Una metà circa di queste persone alla fine viene riconosciuta innocente o riceve una pena sospesa. Interverremo anche su questo aspetto: è irragionevole che in Italia sia così facile entrare in prigione da presunti innocenti, salvo poi invocare liberazioni anticipate per i colpevoli conclamati».
“Già ridotti del 27% i tempi dei processi civili”
Sul fronte economico, il ministro rivendica i risultati raggiunti nella celerità dei processi civili, sottolineando che la riforma costituzionale «non ha come obiettivo diretto la riduzione dei tempi», ma che «altre iniziative legislative lo stanno facendo». «Abbiamo abbreviato del 27% la durata dei processi civili, che sono quelli che interessano di più le imprese, e siamo pienamente in linea con il PNRR», spiega Nordio. «Entro uno o due anni avremo un allineamento sulla celerità dei nostri processi con gli altri Paesi europei».
"Almasri? Noi abbiamo dato tutte le informazioni, ma il provvedimento era sbagliato"
Interpellato sul caso Almasri e sulle critiche ricevute dalla Corte Penale Internazionale, il titolare di Via Arenula difende l’operato dell’Italia: «La Corte ha detto che non abbiamo rispettato i nostri obblighi, ma attendiamo ulteriori spiegazioni. Noi a suo tempo abbiamo fornito tutte le informazioni e lo rifaremo. Va detto che quel provvedimento era completamente sbagliato: erano errati tempi, luogo e periodo del reato, tanto che la Corte è stata costretta a rifarlo integralmente»
"Per sconfiggere i femminicidi serve un’educazione al rispetto che parta dai genitori"
Sul fronte della violenza di genere, Nordio riconosce i progressi compiuti, ma invita alla prudenza: «Abbiamo elevato il femminicidio a reato autonomo, punito con l’ergastolo. Più di così la legge penale non può fare. La prevenzione deve venire prima, attraverso l’informazione e l’educazione». Ricordata anche l'operazione con cui il ministero ha diffuso un opuscolo per aiutare le donne a riconoscere i segnali di allarme: «Vogliamo informarle sui loro diritti e sulle possibilità di assistenza, anche legale gratuita».
Ma per Nordio la vera sfida rimane culturale ed educativa: «È illusorio pensare che la legge penale o la scuola possano risolvere il problema da sole. Bisogna intervenire sui genitori, sin da quando i bambini sono piccoli, per trasmettere una cultura del rispetto che si apprende attraverso l’esempio». E conclude con un richiamo etico: «Riconoscere nell’altro l’immagine di sé stessi, quale che sia il sesso, la razza, la lingua o la religione. Vedere in ciascuno, secondo un’etica cristiana o laica, il proprio fratello».











