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Milano
Palazzo di Giustizia: verso un Commissario per la sicurezza?

Palazzo di giustizia: verso un Commissario per la sicurezza?

L'ordine degli avvocati di Milano chiede la nomina di un Commissario per la sicurezza del Palazzo di Giustizia, dopo l'incidente capitato al giovane legale Antonio Montinaro, precipitato da una balaustra al quarto piano.

"Montinaro e' uno degli 8 mila frequentatori quotidiani del Palazzo - afferma il presidente dell'ordine Remo Danovi  - ha da poco superato in modo brillante l'esame di abilitazione, ma oggi e' impegnato in una prova ben piu' difficile a causa dell'incidente di otto giorni fa. I rimedi occasionali non sono piu' idonei a fronteggiare una situazione per la quale ho chiesto al ministro della Giustizia Bonafede, e fermamente insisto, di nominare un commissario per attuare un piano straordinario di messa a norma e sicurezza del Palazzo".

Quanto alle prospettive di riforma della giustizia, si dice "scettico" sulla possibilita' di "azzerare il contenzioso e trasformare di nuovo il processo civile, dopo i tentativi illusori degli ultimi 20 anni, con i giudici onorari aggregati prima e con la modifica dei riti nel 2011". Auspica tuttavia "un progetto condiviso, semplice e autorevole", ma soprattutto il ricorso sempre piu' diffuso, assistito dagli avvocati, agli strumenti alternativi per la soluzione dei conflitti, dalla mediazione alla negoziazione assistita.

Per quest'ultima, nel 2018, sono stati sottoscritti a Milano 662 accordi, in due terzi dei casi in materia di famiglia. "Il diritto non e' soltanto giurisdizione - osserva il presidente degli avvocati - il ricorso alle Corti dovrebbe essere di per se' lo strumento residuale, mentre la regola dovrebbe essere la composizione negoziata dei conflitti, con procedure rapide ed efficaci nell'interesse dei cittadini".

In materia penale, Danovi conferma che l'"abolizione della prescrizione dopo il primo grado non puo' in alcun modo essere accettata". A questo si aggiunge "la drammatica situazione delle carceri, cosi' definita dallo stesso ministro", con 60 mila detenuti a fronte di una capienza di circa 50.600 posti "e nessuna, concreta e immediata soluzione prospettata".

In generale, il presidente degli avvocati milanesi sollecita un radicale ripensamento delle regole processuali nel rapporto con l'evoluzione tecnologica, perche' si delinea un pericoloso "doppio binario, digitale e analogico, telematico e cartaceo, con l'obbligo non piu' temporaneo, inserito fra le migliaia di commi della legge di bilancio 2019, di depositare nel processo amministrativo anche la "copia di cortesia", cosi' negando il senso stesso dell'innovazione perseguita". Danovi ricorda infine le attivita' istituzionali svolte dall'Ordine in collaborazione con gli uffici giudiziari, con la citta' e con Regione Lombardia: dall'esame di 9.500 domande (tutte inviate per via telematica, e accolte nel 90% dei casi) di ammissione al patrocinio a spese dello Stato, nel 53% dei casi riguardanti il diniego di protezione internazionale; alle 2 mila risposte di orientamento legale fornite attraverso gli Sportelli del cittadino nei nove municipi milanesi, nelle carceri, in 10 comuni metropolitani e negli sportelli contro la violenza di genere; fino alla candidatura di Milano a sede centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti, al posto di Londra e in caso di Brexit. 

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