Pamela, il drammatico racconto dell'amica: "Mi mandava le foto dei lividi, un anno di violenze" - Affaritaliani.it

Milano

Ultimo aggiornamento: 15:02

Pamela, il drammatico racconto dell'amica: "Mi mandava le foto dei lividi, un anno di violenze"

La testimonianza di Nicole, la migliore amica della 28enne uccisa a Milano: "Non sapeva che fare, lui le prometteva di sposarla, poi la picchiava, chiedeva scusa e minacciava madre, sorella incinta e perfino il cagnolino”

di Roberto Servio

Pamela, il drammatico racconto dell'amica: "Mi mandava le foto dei lividi, un anno di violenze"

“Le violenze andavano avanti da almeno un anno”. A raccontarlo ai microfoni di Mattino 5 è stata Nicole, la migliore amica di Pamela Genini, la 29enne uccisa con 24 coltellate dal compagno Gianluca Soncin. “Mi raccontava che la chiamava tantissime volte al giorno e mi inviava le foto dei lividi per le botte subite”, ha spiegato la donna, che in più occasioni aveva invitato l’amica a denunciare.

La prima aggressione al Festival di Venezia: il sogno di sfilare diventa un incubo

Il primo episodio di violenza, secondo il suo racconto, risalirebbe al settembre dell’anno scorso, durante la Mostra del Cinema di Venezia. “Mi ha chiamata disperata dicendo che il compagno si era arrabbiato per una gelosia futile con alcuni fotografi e per un raptus l’aveva presa per i capelli, lanciato addosso una valigia e riempita di botte”, ha aggiunto Nicole. “Io e mio marito le abbiamo detto di denunciare, ma dopo un paio di giorni il fidanzato è tornato da lei in lacrime promettendo di cambiare”. Il Corriere riporta dichiarazioni dell'amica che illustrano maggiormente nel dettaglio l'episodio: "Avrebbe dovuto sfilare sul tappeto rosso della Mostra del cinema di Venezia e le avevo dato il contatto di un fotografo che conoscevo perché avrebbe voluto tenere quegli scatti come ricordo. Il fidanzato si arrabbiò moltissimo e la riempì di botte". 

"Pamela non sapeva più cosa fare"

Negli ultimi mesi, ha raccontato ancora l’amica, Pamela aveva più volte tentato di chiudere la relazione, senza riuscirci. “Non sapeva più cosa fare. A maggio lui era andato a casa sua ubriaco ed erano intervenuti i Carabinieri”. La giovane viveva uno stato di forte fragilità psicologica, aggravato dagli atteggiamenti ambivalenti di Soncin: “Le prometteva di sposarla, di curarsi da uno psicologo, di comprare una casa a Cervia, ma allo stesso tempo minacciava la madre, la sorella incinta e perfino il suo cagnolino”.

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