Milano
Pandoro-gate, Ferragni in aula: "Sono tranquilla e fiduciosa". La difesa chiede l’assoluzione
I legali: "Chiara è innocente da qualunque punto di vista si guardi questa vicenda. Non c’è reato”". Sentenza attesa il 14 gennaio

Pandoro-gate, Ferragni in aula: "Sono tranquilla e fiduciosa". La difesa chiede l’assoluzione
Un processo seguito con attenzione mediatica e una giornata chiave per la linea difensiva. Durante una pausa dell’udienza sul cosiddetto Pandoro-gate, Chiara Ferragni ha commentato le arringhe dei suoi avvocati con poche parole: "Ho ascoltato i miei avvocati. Sono tranquilla e fiduciosa, speriamo bene". Nel procedimento milanese che la vede imputata insieme ad altri due soggetti per truffa aggravata legata alle iniziative benefiche connesse alle vendite del pandoro “Pink Christmas” di Balocco e delle uova di Pasqua griffate Ferragni, i legali Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana hanno chiesto l’assoluzione dell’influencer. “Sappiate che Chiara è innocente da qualunque punto di vista si guardi questa vicenda. Non c’è reato”, hanno dichiarato ai cronisti al termine delle arringhe. Secondo la difesa, “abbiamo presentato gli elementi a favore dell’innocenza di Chiara e aspettiamo la conclusione da parte degli altri difensori”. I legali hanno ribadito di aver sostenuto “l’innocenza di Chiara per molteplici ragioni”, già rassegnate al giudice e ora rimesse alla valutazione della camera di consiglio.
"Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede"
Nel corso dell’intervento, svolto a porte chiuse, gli avvocati hanno anche richiamato il fatto che Ferragni avrebbe già risarcito in sede amministrativa, chiudendo la partita con donazioni e risarcimenti per circa 3,4 milioni di euro. Una eventuale condanna penale, secondo la difesa, configurerebbe una violazione del principio del “ne bis in idem”, facendo pagare all’imputata due volte lo stesso fatto. In aula sono stati citati anche casi analoghi legati alla pubblicità ingannevole in ambito ambientale o di sostenibilità, nei quali alle sanzioni amministrative non è seguito un procedimento penale. I difensori sono tornati inoltre sulla “buona fede” di Ferragni, valorizzando le dichiarazioni spontanee rese dall’imprenditrice nell’udienza del 25 novembre, quando aveva affermato: "Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato". Contestata anche l’assenza di un nesso causale tra i presunti “artifizi e raggiri” e la decisione dei consumatori di acquistare i prodotti. La sentenza è attesa per il 14 gennaio.













