Pinocchio/Ma in fondo siamo tutti un po' Lupi
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C’era una volta un Paese ipocrita, fondamentalmente incoerente. E questo Paese è, una volta tanto, non la città di Milano, ma l’Italia intera. Il caso è quello di Maurizio Lupi, già assessore sotto la Madonnina, ciellino doc ma non della corrente formigoniana, ministro delle Infrastrutture. Padre di Luca Lupi. In questi giorni è su tutti i giornali, crocifisso perché avrebbe chiamato tale Ercole Incalza, superdirigente del ministero, e - visto che il figlio si era appena laureato - gli avrebbe detto, semplicemente, di incontrarlo. Per che cosa? Ma ovviamente per lavoro, per opportunità. La solita spintarella. Appunto, la solita spintarella. Di certo non una bella cosa, di certo una cosa non eticamente fantastica. E fin qui, tutti d’accordo. Eppure, quello che personalmente non sopporto, è l’ipocrisia italica. Forse che un padre non chiede a tutti i propri conoscenti, meglio se importanti, se possono “parlare” con il figlio che cerca lavoro? Forse che i tanti giornalisti che popolano di firme i giornali non provano a dare una mano ai figli che vogliono seguire le loro orme? Forse che i notai non passano lo studio al figlio, e così fanno i commercialisti? Forse che gli avvocati non chiedono ai colleghi se possono far fare il tirocinio al pargolo neolaureato? E l’operaio non chiede al capocantiere se può far venire il proprio ragazzo che vuole imparare? La verità è che ci scandalizziamo, e da un certo punto di vista è anche giusto, perché Maurizio Lupi è un ministro e un ministro non dovrebbe fare certe cose. Poi però, guardandoci allo specchio, siamo sicuri di essere poi molto diversi?