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Milano
Quell'incoerenza dei Verdi che prima polemizzano con Sala e poi lo appoggiano

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Potremmo parlare oggi di Gianluca Corrado che sbaglia e tiene accesa la webcam mentre si fa la doccia, con la commissione consiliare in corso. Ma è un errore, e capita, anche se fa ridere. Potremmo parlare di Casa Comune di Pierfrancesco Majorino, che sbagliando invita un ospite che pare sia stato legato alla destra anche abbastanza estrema. Ma è un altro errore, e pure in buona fede. Invece oggi parliamo di un'altra cosa. Parliamo ancora una volta dell'ipocrisia. Vi ricordate i Verdi? Ve li ricordate bene? Ecco, l'anno scorso fecero una battaglia enorme per salvaguardare un boschetto che l'università aveva deciso di abbattere per fare nuove strutture scolastiche. Beninteso: aveva preannunciato che avrebbe piantato gli stessi alberi e di più da un'altra parte, ma ci fu una polemica enorme pure con il sindaco Sala. Il quale, tra il lusco e il brusco, disse ai Verdi che non contavano niente, disse ai Verdi che l'ambientalismo che facevano loro non serviva a niente e che era un ambientalismo del no. Insomma, due schiaffi in faccia e via andare. I Verdi non la presero benissimo, e infatti preannunciarono che correvano da soli alle elezioni, e che Sala era come la destra. Pessimo dunque. Poi passa un anno, Sala si ricandida. E che cosa succede magicamente? Che i Verdi, o almeno buona parte di loro, dimenticano il parchetto, dimenticano gli alberi abbattuti, dimenticano le loro stesse polemiche (noi ce le eravamo scordate da mo) e dicono che però in effetti con Beppe Sala bisogna ricomporre. In pratica, giù le braghe e via andare. Ovviamente la traduzione è una sola: il sindaco ha vinto e loro hanno perso. Ma quello di cui non si rendono conto i Verdi è che era la polemica iniziale, quella assurda. Come si fa a protestare perché una università vuole ampliarsi? Roba da matti. Una volta presa quella posizione, un anno di polemiche e  adesso giù le braghe perché qualcuno vuole appoggiare le chiappe a una poltrona. Fossi io Sala non gliela darei quella poltrona. Perché chi non è d'accordo manco con se stesso, figurati se lo è con te.

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