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Milano
Riciclaggio e 'ndrangheta: arresti e sequestri per 25 milioni di euro

Riciclaggio e 'ndrangheta: arresti e sequestri per 25 milioni di euro

Dalle prime ore della mattinata odierna, in tutto il territorio nazionale, 150 carabinieri del Comando Provinciale di Brescia stanno eseguendo una misura cautelare nei confronti di numerose persone, responsabili di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro di provenienza illecita, ricavato per il tramite di trasmissioni televisive specializzate nella previsione dei numeri del lotto, con l'aggravante di aver agevolato l'attivita' della 'ndrangheta. Contestualmente, i militari stanno eseguendo anche misure patrimoniali con il sequestro di beni mobili e immobili, per un ammontare complessivo pari a 25.000.000 (venticinque milioni) di euro.

'Ndrangheta: pm Brescia, riciclavano denaro con vincite Lotto 

"Il sistema era semplice e diretto: segnalata la vincita, il soggetto che deve riciclare paga in contanti il vincitore, si fa registrare la vincita e pulisce il denaro senza troppi problemi". Lo ha spiegato il pm Ambrogio Cassiani, titolare dell'indagine Scarface condotta dalla Procura di Brescia, che ha ricostruito come la banda von aderenza alla 'Ndrangheta sfruttava le vincite del Lotto per riciclare il denaro. "Gli indagati avevano tessuto una rete di soggetti che segnalavano le vincite che poi venivano liquidate direttamente in contanti" ha spiegato Cassiani. Stessa metodo usato con le vincite alle slot machine ristrutturazioni immobiliari. "Quello che abbiamo individuato - ha rimarcato il procuratore capo Francesco Prete - e' un fenomeno socio-criminale che interessa fortemente il nostro territorio sul quale operano organizzazioni criminali strutturate a volte in cooperazione con parte dell'imprenditoria locale. Tutto in collaborazione con esponenti della criminalita' organizzata che aveva interesse al riciclaggio del denaro di illecite attivita'".

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Il blitz e' scattato nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Asti, Imperia, Savona, Sassari, Torino con 150 militari del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bescia, coadiuvati nella fase esecutiva da personale delle Compagnie Carabinieri competenti per territorio e con il supporto di un velivolo del 2 NEC di Orio al Serio (BG), che hanno eseguito un'ordinanza di misura cautelare nei confronti di 21 persone. La misura e' stata emessa dal GIP presso il Tribunale di Brescia, su richiesta della locale DDA dopo 3 anni di indagini. Tutti gli indagati sono ritenuti, a vario titolo, responsabili di "associazione per delinquere" finalizzata al "trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro beni o utilita' di provenienza illecita, autoriciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ed emissione di fatture per operazioni inesistenti", con l'aggravante - per alcuni - di aver tenuto la condotta "al fine di agevolare l'attivita' delle associazioni mafiose". Dei provvedimenti 8 sono in carcere, 6 agli arresti domiciliari, 5 di obbligo di dimora nel comune di residenza e 2 sospensioni della funziona pubblica.

L'indagine ha accertato che al vertice dell'organizzazione c'era Francesco Mura, un imprenditore italiano, pregiudicato, residente nel bresciano. Mura fungeva da collettore di ingenti risorse economiche, frutto anche di attivita' illecite che riciclava attraverso l'emissione di fatture per operazioni inesistenti, reimmettendole nel tessuto economico legale favorendo anche esponenti di spicco della 'ndrina Barbaro-Papalia di Buccinasco (MI), rispetto alla quale, pur non risultando affiliato, viene considerato contiguo. Le indagini avrebbero dimostrato secondo gli inquirenti come la ragnatela di societa' costruita da Mura in ambienti televisivi fosse caratterizzata da imprese solide e realmente strutturate attorno alle quali ruotavano altre societa' satelliti create come "cartiere" per la produzione di fatture "gonfiate" o per operazioni inesistenti. Le imprese, realmente esistenti, operavano con la quotidiana registrazione e messa in onda sui canali televisivi di trasmissioni per la previsione dei numeri del lotto. Gli effettivi utili aziendali derivavano quasi esclusivamente dal volume di telefonate ricevute e venivano impiegati per effettuare pagamenti verso le societa' satellite fittizie, intestate a prestanome.

Col denaro venivano anche acquistati immobili poi sottoposti ad importanti lavori di ristrutturazione edile anche sfruttando, tra l'altro bonus edilizi. Non solo nella disponibilita' c'erano tabaccherie, sale scommesse e da gioco, tutti settori che, notoriamente, si prestano ad operazioni di riciclaggio. Attraverso le tabaccherie compiacenti appositamente create e' stata accertata un'ulteriore tecnica di autoriciclaggio. Infatti, le giocate vincenti dei privati cittadini venivano "acquistate" dal gestore della tabaccheria e pagate brevi manu con denaro contante, derivante proprio da quel fondo nero. Con queste modalita', fra il 1 gennaio 2014 e il marzo 2019 - data in cui si sono concluse le verifiche contabili e fiscali - il capo dell'organizzazione e' riuscito a dimostrare falsi profitti per circa 500mila Euro. Sequestrati beni mobili e immobili, per un ammontare complessivo pari a venticinque milioni quale provento delle attivita' illecite: 3 ville di pregio (di cui 1 in Costa Smeralda, 1 in localita' Poggi di Imperia e 1 a Erbusco - BS), 4 appartamenti (di cui 1 a Bardonecchia - TO, 2 a Imperia e 1 a Rovato - BS) e 2 negozi nel bresciano; 39 fabbricati e 14 terreni, alcuni dei quali nelle province di Cremona e Caserta. Non solo sono state bloccate anche 6 societa' (di cui 5 televisive e 1 per servizi finalizzati alla gestione di tabacchi/ricevitorie); 2 licenze commerciali (tabaccheria/ricevitoria); 4 veicoli, 36 conti correnti in Italia per un ammontare di 1,5 milioni di euro; 400mila in denaro contante.

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