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Milano
Riciclaggio: sequestro beni per 3 mln a due 'colletti bianchi'

Riciclaggio: sequestro beni per 3 mln a due 'colletti bianchi'

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza hanno dato esecuzione ieri a Milano a un sequestro del valore di 3 milioni di euro a carico di B.S., avvocato del foro di Milano - condannata nel 2018 per avere riciclato su dei conti correnti elvetici i proventi illeciti del boss di camorra Vincenzo Guida - e nei confronti di G.R., suo compagno e convivente, pluricondannato per reati societari e tributari. 

La ricostruzione dei fatti, tra malafinanza e camorra

Due conti correnti svizzeri (denominati 'Mago Merlino' e 'Vedri Investment SA') con le relative giacenze e un immobile di lusso nelle vicinanze dell'Arco della Pace di Milano con cantina e due box auto, per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. È questo l'oggetto del sequestro antimafia eseguito ieri dalla divisione Anticrimine della Questura di Milano e dal gruppo della Guardia di finanza milanese, su disposizione del Tribunale di Prevenzione e dietro proposta congiunta del procuratore distrettuale antimafia e del questore di Milano. I provvedimenti hanno riguardato B.S., avvocato del foro di MILANO, e il suo compagno e convivente, G.R. La prima, a cui sono stati sequestrati i due conti correnti svizzeri, era già stata condannata nel 2018 per riciclaggio dopo aver realizzato sofisticate attività di 'ripulitura' dei proventi illeciti del boss di camorra Vincenzo Guida, per mezzo proprio di alcuni conti in Svizzera. Guida - spiegano gli inquirenti in una nota congiunta - è stato il promotore di un sodalizio criminale strettamente collegato alla cosiddetta 'nuova famiglia' della camorra napoletana, in passato arrestato e condannato per aver realizzato a MILANO un giro di usura su larga scala meglio noto come 'banca della camorra'.

Il sequestro dell'immobile ha invece riguardato il compagno, G.R., anche lui oggetto di numerose indagini di polizia giudiziaria e condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta e reati tributari. L'uomo viene descritto come specializzato nel trarre ingenti guadagni pilotando i fallimenti delle proprie società, che emettevano fatture per operazioni inesistenti e omettevano il versamento degli oneri contributivi e fiscali, anche mediante indebite compensazioni con fittizi crediti d'imposta. In questo modo G.R. e i suoi complici avevano realizzato un complesso sistema fraudolento, che prevedeva l'avvicendarsi di più società e l'intestazione delle relative quote a prestanome senza fissa dimora o extracomunitari, al fine di ostacolare qualsiasi iniziativa dell'amministrazione finanziaria. Le indagini patrimoniali svolte dalla divisione Anticrimine e dal gruppo della Gdf hanno rivelato gli ingenti profitti illeciti dei conviventi, grazie ai quali i due potevano tenere uno stile di vita del tutto sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Secondo gli inquirenti i beni sequestrati sarebbero stati acquistati con denaro di provenienza illecita e non riconducibile al loro lavoro. Spetterà ora ai due protagonisti dimostrare il contrario: se ciò non accadrà, i provvedimenti andranno a consolidarsi in una confisca antimafia e i beni sequestrati saranno destinati alla collettività. 

In precedenza, B.S. era stata coinvolta nell'operazione 'Liotro' della Dda di MILANO, relativa all'omicidio del pregiudicato Salvatore Forciniti del 1992, perché accusata di aver 'preparato' la deposizione di un testimone. Sempre a seguito di tale operazione, l'avvocatessa è stata indagata per associazione di tipo mafioso, venendo accusata di aver svolto il ruolo di intermediario negli affari del clan Guida relativi all'acquisizione di alcuni locali del milanese. Successivamente è stata denunciata anche per corruzione in atti giudiziari, per aver esercitato pressioni su un parlamentare affinché quest'ultimo intervenisse sui giudici chiamati a decidere in merito alla colpevolezza di Guida. I giudizi, pur terminati con l'assoluzione per insufficienza di prove, per gli inquirenti hanno comunque evidenziato la ''pericolosità sociale'' della professionista, nonché i legami, personali e professionali, con Guida e con il suo sodalizio criminale. Oggi su di lei pende anche un altro procedimento penale per un reato di falso commesso in relazione a un atto di compravendita immobiliare, con il quale la donna avrebbe tentato di giustificare le giacenze presenti sui conti correnti elvetici utilizzati per riciclare il denaro del clan.

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