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Riforme: Consiglio Lombardia, no referendum su taglio parlamentari

Riforme: Consiglio Lombardia, no referendum su taglio parlamentari

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato, con voto segreto, la proposta di referendum sulla legge costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari. Per essere approvato il documento doveva incassare la maggioranza assoluta di 41 si', invece alla fine 39 consiglieri si sono espressi a favore, 11 hanno votato no e 10 si sono astenuti. La proposta, presentata dal capogruppo di +Europa Michele Usuelli era stata approvata in commissione Affari istituzionali. Per diventare operativo, comunque, il documento avrebbe dovuto essere approvato da almeno altri quattro Consigli regionali.

"Non e' vero - ha sostenuto il relatore Usuelli - che questo argomento sia poco 'sentito' dalla gente. Ed e' dovere di noi eletti per primi, dare modo ai cittadini di potersi esprimere su un tema tanto importante dopo un serio e approfondito dibattito in merito". Di "opportunita'" ha parlato il presidente dei consiglieri di Forza Italia, Gianluca Comazzi. A Roma, ha osservato, "su questo tema e' stata raggiunta quasi l'unanimita', ma sarebbe stato meglio inserire un cambiamento di tale portata in un contesto piu' ampio in grado di rivedere, migliorandolo, l'assetto delle istituzioni". Per Niccolo' Carretta (Lombardi Civici Europeisti), "in un'epoca di antipolitica, e' una scelta coraggiosa schierarsi a favore di un referendum di questo tipo". Il capogruppo leghista Roberto Anelli ha invece messo in evidenza la coerenza del suo movimento politico. "A Roma - ha ricordato - abbiamo votato si' al taglio dei parlamentari ben quattro volte nei due passaggi Camera-Senato. Non ci sono dubbi su come la pensiamo, come non c'e' ambiguita' nella Lega circa lo strumento referendario. Lo stesso non si puo' dire di altri partiti, che ad esempio, solo poche settimane fa, non hanno sostenuto la richiesta di referendum sul sistema elettorale maggioritario". Mentre il capogruppo del Pd a Palazzo Pirelli, Fabio Pizzul, ha confermato il sostegno alla proposta facendo presente che "da' modo al corpo elettorale del popolo italiano di potersi esprimere su una scelta che e' molto impegnativa per quanto riguarda la nostra storia istituzionale, visto che si va a toccare uno degli elementi fondamentali, ossia la dimensione rappresentativa". Il Movimento 5 Stelle, annunciando voto di astensione, con il capogruppo Marco Fumagalli ha sostenuto "di non temere l'eventuale celebrazione di questo referendum, piuttosto lo riteniamo inutile". Posizione poi ribadita dal consigliere segretario dell'Ufficio di presidenza, Dario Violi (M5s), che ha rivendicato come la riduzione del numero dei parlamentari non sia una svolta demagogica, "ma un impegno che il M5s aveva assunto con i cittadini e che e' stato in grado di portare a termine".

Usuelli: "Logiche partitocratiche dietro a voto segreto"

Subito dopo che il Consiglio regionale aveva bocciato la proposta di referendum, Usuelli ha divulgato una nota in cui si legge: “Il taglio dei Parlamentari, per come è stato approvato dal Parlamento, non rappresenta una riforma, ma una mutilazione della Costituzione. I Costituenti infatti avevano previsto un alto numero di Parlamentari per garantire adeguata rappresentanza alle diverse sensibilità politiche e culturali presenti nel Paese e ridurre tale numero, in assenza di interventi sulla legge elettorale e sui meccanismi di funzionamento del Parlamento, significa semplicemente allargare la distanza tra i cittadini e i loro rappresentanti.“ “Il referendum avrebbe potuto rappresentare un’occasione imperdibile per aprire nel Paese un dibattito serio e approfondito sul tema delle riforme istituzionali e dei costi della democrazia e avrebbe dato la possibilità ai cittadini di deliberare dopo aver approfondito le diverse ragioni delle opzioni in campo.”, prosegue. “Ciò che è accaduto in consiglio regionale oggi rimarca quello che è successo in Parlamento. Non sono rammaricato per l’esito del voto, Marco Pannella diceva fai quel che devi accada quel che può. Quello che piuttosto dà fastidio è che la scelta del voto segreto ha nascosto le dinamiche di partito che, ancora una volta, hanno prevalso rispetto alla volontà dei singoli eletti. La richiesta di referendum era stata licenziata poche settimane fa senza alcun contrario della Commissione Affari Istituzionali, la votazione palese in Consiglio avrebbe dato l’occasione ai singoli eletti di assumersi la responsabilità di aver negato l’espressione sull’operato del parlamento.” “Il voto di oggi – conclude Usuelli – è il frutto avvelenato dell’antiparlamentarismo a 5 Stelle e ha il solo scopo di certificare il sentimento di disprezzo per il Parlamento e per la democrazia rappresentativa, alimentato da anni di campagne populiste di partiti e mass media. La maggioranza leghista, anche fuori da accordi di governo, dimostra di non sapersi affrancare dalla visione di chi, a prescindere, identifica le istituzioni con il malaffare e considera gli incarichi pubblici come inutili sprechi.”

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