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Milano
Rota a corte di Virginia (forse). Addio Atm, ecco l'Atac di Raggi

di Fabio Massa

Dove va a finire Bruno Rota? La curiosità del giorno pare proprio essere questa, dopo lo sfogo dell'attuale presidente e direttore generale di Atm, che pare non voler abbandonare il proprio posto fino all'ultimo minuto utile. Causando peraltro non pochi mal di pancia a Palazzo Marino. Le dichiarazioni di Rota, probabilmente parte di una narrazione volta a ritagliarsi il ruolo del paladino dell'azienda pubblica contro gli affaristi della politica (ieri Cocchiaro, da lui più volte citato, oggi altri), sono tutte piene di pepe. Ma una in particolare ha dentro anche il sale: ovvero quella rilasciata ad Elisabetta Soglio del Corriere della Sera, nella quale evidenzia come sia stato capace di lavorare bene sia con Albertini che con Pisapia, e infine lanciarsi in un attacco frontale a Roberto Tasca, assessore al Bilancio della giunta Sala. Ora, dalla Capitale, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it Milano, arrivano voci riguardanti il prossimo incarico di Bruno Rota. Pare che nei prossimi giorni Rota possa entrare al servizio della corte di Virginia Raggi, primo cittadino della capitale. La sua destinazione? ATAC. Uno dei posti più disastrati del settore del trasporto pubblico locale, e certo in condizioni ben peggiori di quanto Rota ereditò da Elio Catania in Atm. Di Rota in Atac si vociferò già a settembre, perché prendesse il posto lasciato libero da Marco Rettighieri. Nei prossimi giorni ci sarà la firma, anche se Atac si è affrettata a smentire: "In relazione a notizie di stampa che danno per avvenuta la nomina del nuovo direttore generale di Atac spa, l'azienda sottolinea che il concorso è in fase di svolgimento e che tutte le notizie pubblicate dagli organi di informazione sono false, tendenziose e destituite di ogni fondamento". False, ma soprattutto tendenziose. Mah? A questo punto, rimane la domanda: Bruno Rota già sapeva di dover andare in Atac prima della vicenda M5? Oppure è una porta che si è aperta solo dopo? I sospetti a Milano si sprecano. Di certo, Raggi prende un uomo retto e con una narrazione eccellente. Del resto, Rota era un giornalista e non ci si poteva aspettare niente di meno da un uomo come lui.

@FabioAMassa
fabio.massa@affaritaliani.it

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