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San Siro, razionalità contro cuore. Ecco lo “spiegone” sul nuovo stadio
San Siro: il progetto Manica-Sportium

San Siro, razionalità contro cuore. Ecco lo “spiegone” sul nuovo stadio

Numeri o anima. Milano si trova a dover decidere ancora una volta. Guardare avanti e spianare quello che è stato, per molti è e sarà, un pezzo della sua storia o dimostrare di non avere una cassaforte al posto del cuore e salvare La Scala del calcio.

Il tema è ovviamente la demolizione del Meazza e la costruzione del nuovo stadio di Inter e Milan. Il sindaco Sala ha più volte ribadito l’intenzione di rispettare la promessa di tenere nello storico stadio di San Siro la giornata inaugurale delle Olimpiadi invernali del 2026. Però la possibilità della demolizione è concreta e stando ai numeri dei progetti sembra la soluzione più ragionevole e redditizia. E si sa che Milano quando deve decidere sceglie innovazione, velocità e futuro piuttosto che passato e tradizione.

I progetti presentati ufficialmente il 26 Settembre e di cui si sta discutendo sono la Cattedrale di Populous e Gli Anelli di Manica Sportium. Stadi moderni con impianti all’avanguardia, led che si tingono di rosso/nero o nero/azzurro, sistemi di riciclo delle acque piovane, riscaldamento passivo. Nelle descrizioni diffuse dai club si leggono spesso dei superlativi: il più ecosostenibile d’Europa, il più attrezzato, il più ricercato. Quelle definizioni che tanto piacciono alla città dei primati.

Ma quali sono i numeri dei progetti? Facciamo il punto. Stando agli studi di fattibilità la ristrutturazione del Meazza costerebbe 510 milioni di euro, porterebbe però ad una perdita di introiti dai biglietti stimata in circa 115 milioni di euro in cinque anni e senza nessun imprevisto nel periodo dei lavori necessari. Durante i lavori infatti la capienza della struttura sarebbe ridotta da 78 mila posti circa 40 mila. A fine lavori poi la capienza non dovrebbe superare le 58 mila sedute con 6.500 posti premium.

La costruzione di un impianto nuovo invece comporterebbe una spesa di circa 650 milioni di euro. I club avrebbero una concessione di 90 anni sulla superficie, al termine di questo periodo il Comune tornerà proprietario e gestore della zona. Sarebbero necessari circa 3 anni (72 mesi da progetto) per realizzare la struttura con una capienza di 60 mila posti di cui le sedute premium salirebbero a 12 mila e 500. Quasi il doppio del Meazza ristrutturato e oltre 3 volte di più degli attuali 3.800. Clic, l’ingranaggio è partito. Un posto premium ha un costo superiore anche 10 volte superiore ad una normale seduta. Se un biglietto standard si aggira sui 50 € quello superior può arrivare a superare i 500 €. O di più per partite da sold out.

Ed è già rivolta tra i tifosi che vedono in questo aumento della zona vip e più costosa un modo per allontanare le masse meno benestanti dallo Stadio. Con buona pace dell’italiano medio, quello che si godeva la domenica seguendo la squadra del cuore dagli spalti.

Altri numeri che sembrano decretare la vittoria del calcio moderno con i suoi miliardi, diventato impresa più che passione, soldi più che sudore e dedizione, sono quelli dell’occupazione potenzialmente creata dai nuovi impianti. A parte i 600 posti di lavoro per realizzare l’opera, una volta ultimato lo stadio nuovo e il distretto commerciale ad esso legato si stima che saranno impiegate quasi 3.500 persone l’anno.

Già, perché il vero nodo, la pietra che fa stare in piedi l’intero business plan è il distretto di negozi, merchandising, food and beverage che graviterà intorno alla struttura. L’investimento su questa seconda parte del progetto sarà di ben 590 milioni di euro. Nel complesso quindi i fondi privati che finanzieranno tutto ciò impegneranno 1.2 miliardi di euro che dovrebbero recuperare in 32 anni, stando alle dichiarazioni delle società. Dai piani presentati lo Stadio sarà circondato da un centro commerciale, uno spazio per l’intrattenimento che occuperà le vie Dessié e Piccolomini più una serie di nuovi poli funzionali per uffici, ristoranti, alberghi e centri congressi. Oltre ad un parco diffuso che tra zone verdi e tratti pedonali alberati dovrebbe occupare 89 mila mq.

Difficile per Sala e ai suoi dire di no ad una presentazione come questa che ha puntato sugli stessi concetti utilizzati in campagna elettorale proprio dal sindaco: ambiente, innovazione e grandi eventi. Anche se i consiglieri comunali stanno – in ordine sparso – dando tutti il proprio diniego alla demolizione del Meazza. Dato che la proposta di fattibilità è stata presentata dall’AC Milan SpA e da FC Internazionale Milano SpA il 10 luglio e che il Comune si dovrà esprime entro 90 giorni resta ancora poco tempo prima di conoscere la risposta alla domanda che  cambierà una volta per tutte il corso della storia del calcio sotto la Madonnina.

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