Milano
San Siro, Sala: “Io vado avanti”. Sul vincolo storico è scontro aperto a Palazzo Marino
Il sindaco rilancia sulla vendita dello stadio: “Ci lavoro da anni, è una questione di dignità umana”. Ma l’opposizione contesta la data del vincolo sostenendo che scatterebbe già l’11 settembre

San Siro
Il futuro dello stadio Meazza divide Palazzo Marino. Il sindaco Beppe Sala insiste sulla cessione a Inter e Milan, mentre l’opposizione solleva dubbi sul vincolo storico che potrebbe bloccare tutto. Il consigliere Fedrighini presenta un documento che anticiperebbe la tutela all’11 settembre.
San Siro, Sala: “Io vado avanti”. Sul vincolo storico è scontro aperto a Palazzo Marino
Il sindaco di Milano Beppe Sala non si tira indietro sul dossier San Siro. “È una questione di dignità umana. Ci sto lavorando da diversi anni e intendo andare avanti — ha dichiarato —. Vedremo se la politica mi seguirà”. A settembre è attesa in Consiglio comunale la delibera ufficiale, ma la maggioranza traballa: i Verdi hanno già dichiarato che voteranno contro, mentre il Partito Democratico resta in bilico.
Il caso del vincolo storico: la data è il nodo centrale
Il vero nodo però è la tutela del secondo anello del Meazza. Il consigliere comunale Enrico Fedrighini ha presentato un documento che anticiperebbe l’entrata in vigore del vincolo storico all’11 settembre 2025, e non al 10 novembre come sostenuto da Comune e Soprintendenza.
Si tratta del “Verbale di constatazione di compimento dei lavori” dell’11 settembre 1955, redatto in occasione dell’amichevole Inter-Milan. Il documento attesta che già allora le gradinate del secondo anello erano pienamente fruibili e utilizzate dal pubblico. “Il Codice dei Beni culturali è chiaro – spiega il consigliere – il vincolo scatta nel momento in cui l’immobile assume la forma architettonica definitiva, non quando viene firmato un atto amministrativo”.
Fedrighini: “Posticipare il vincolo? A vantaggio di chi?”
Secondo Fedrighini, il fatto che la decorrenza del vincolo venga indicata al 10 novembre solleva dubbi: “Perché si propone di posticiparla? A vantaggio di chi?”. Per il consigliere, il documento, finora mai citato ufficialmente, “ha un valore dirimente e contribuisce a fare chiarezza su un punto cruciale per il futuro del Meazza”. Il Comitato Sì Meazza, da lui sostenuto, aveva già fatto ricorso al Tar per contestare la vendita dello stadio, ma senza ottenere la sospensiva.
Il Pd replica: “Nessun complotto, la data è novembre”
Dura la replica della capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, Beatrice Uguccioni. “Dopo Comune, Agenzia delle Entrate e Soprintendenza, adesso il complotto delle istituzioni contro Fedrighini passa pure dal Tar”, ironizza. “Non è bastato il rigetto della sospensiva a fargli capire che il vincolo resta quello fissato a novembre”. Poi la stoccata: “Lui organizza eventi con privati che hanno interessi legati allo stadio, ma noi non abbiamo pensieri maliziosi”.