Milano
San Siro, Truppo (FdI): "Rogito e vincoli, sarebbe meglio che Sala chiedesse un time-out"
Il capogruppo milanese di FdI Riccardo Truppo: "Se la giunta avesse aperto una discussione pubblica, magari si avrebbe potuto trovare una maggioranza trasversale per votare una progettualità diversa". L'intervista

Riccardo Truppo
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San Siro, Truppo (FdI): "Rogito e vincoli, sarebbe meglio che Sala chiedesse un time-out"
San Siro: quella di oggi potrebbe essere una giornata decisiva con la firma del rogito per la cessione a Milan ed Inter. Un passaggio fondamentale a pochi giorni dalla scadenza del 10 novembre, data nella quale scatterebbe il vincolo della Soprintendenza sul secondo anello dello stadio. Ma negli scorsi giorni il capogruppo milanese di Fratelli d'Italia Riccardo Truppo ha portato all'attenzione del dibattito pubblico alcuni approfondimenti fatti dall'avvocato Diego Gaetano Braghò, secondo il quale nel 2005 il Codice dei Beni Culturali vigente prevedeva che il vincolo scattasse dopo 50 anni per i beni definiti di indubbio valore storico Culturale. E quindi sul secondo anello di San Siro sarebbe già maturato venti anni fa un vincolo preliminare.
Non è solo il vincolo l'unico aspetto problematico dell'intera vicenda per Truppo: "Il sindaco dovrebbe chiedere un timeout e un confronto ulteriore - spiega -. Non è piaciuto il tentativo di aggirare il vincolo. Se la giunta avesse aperto una discussione pubblica, magari si avrebbe potuto trovare una maggioranza trasversale per votare una progettualità diversa". L'INTERVISTA.
Truppo, come giudica l’operato della giunta Sala in merito alla gestione dello stadio e dei vincoli?
Il tema dei vincoli è stato esposto da un cittadino solerte che io conosco, l’avvocato Diego Gaetano Braghò, che mi sta informando sugli sviluppi della questione. Il tema riguarda gli anni 2005-2006, quando il secondo anello dello stadio compiva 50 anni. La norma in vigore prevedeva che il vincolo scattasse proprio al compimento dei 50 anni. Per quanto riguarda la parte politica, il sindaco dovrebbe chiedere un timeout e un confronto ulteriore. Perché nel momento in cui ci sono degli oggettivi ostacoli sul terreno, il sindaco dovrebbe essere il primo a chiedere una sospensione per approfondire il tema. I problemi saranno ricorrenti anche dopo il rogito.
A fronte di questo vincolo, quali effetti potrebbero generarsi su eventuali accordi già in corso per la vendita o la demolizione?
Il bene non sarebbe più demolibile. Certamente, il Comune sarebbe liberissimo di venderlo, ma i privati non potrebbero abbatterlo.
Ritiene che si siano volute favorire logiche immobiliari a discapito della tutela del patrimonio?
A me non è piaciuto il tentativo di aggirare il vincolo. Ormai tutti stanno sostenendo la necessità di fare il rogito nei prossimi tre giorni. E non mi è piaciuto neanche il tentativo di trattare questo tema come un fatto privato. C’è stata un’incapacità nel gestire questo dossier, soprattutto con questa maggioranza.
Quale sarebbe, secondo lei, il progetto più realistico per il futuro del Meazza?
Credo sia giusto che Milano abbia un nuovo stadio. Allo stesso tempo, credo che si potesse immaginare di porlo in adiacenza o in un altro luogo opportuno. Se la giunta avesse aperto una discussione pubblica, magari si avrebbe potuto trovare una maggioranza trasversale per votare una progettualità di questo genere. Quindi, era indispensabile sia salvare San Siro, sia la creazione di un nuovo stadio.
In questi giorni si discute nuovamente molto anche di sicurezza a Milano.
Ieri ho invitato Majorino a parlarne insieme a Palazzo Marino. Il fatto però che la sinistra abbia sempre negato il tema sicurezza ha creato delle inevitabili conseguenze. Vorrei poi ricordare che 2-3 anni fa l’Anpi stessa chiedeva più vigili, e Granelli rispose che la giunta non fa sicurezza con i vigili ma con le attività culturali. Ritengo che Majorino debba esporsi in un confronto aperto per capire insieme cosa si possa proporre con gli oltre 3.300 vigili di Polizia locale di cui il Comune dispone.












